Ma cosa vogliono ancora dalla Sicilia Berlusconi e quel ‘Pugile suonato’ di Gianfranco Miccichè?

26 novembre 2015

Il ritorno in campo di Gianfranco Miccichè ci ricorda tanto uno degli episodi di un celebre film con Gasman e Tognazzi: Il pugile suonato. L’ex Cavaliere e il suo pupillo siciliano gli somigliano proprio… Insomma i ‘Presidenti operai’ hanno fatto il loro tempo. Mentre i somari rimangono somari e non diventeranno mai cavalli…

Un grande film a episodi del secolo scorso con due interpreti straordinari, Ugo Tognazzi e Vittorio Gassmann, affonda il bisturi  sul peggio del peggio degli italiani. Il cinismo, l’egoismo, l’ignoranza e la volgarità venivano declinati senza misericordia e senza sconti. In uno degli episodi, Il pugile suonato, un manager senza scrupoli convince un pugile ormai in disarmo a tornare sul ring. Il pugile ha già preso tante botte e il suo equilibrio psicofisico è molto labile. Ma è stato campione italiano e potrebbe spuntare una buona borsa. Il manager ha bisogno di soldi e non si fa scrupolo di mandare il pugile al massacro.

Chi ci ricorda? Non è difficile: Berlusconi nella parte del manager in cerca di una revanche impossibile e Gianfranco Micciché, il quale, dopo i tanti insuccessi collezionati negli ultimi anni, si era ritirato a coltivare cavoli, cosa che per il bene dei siciliani avrebbe dovuto fare all’inizio e non alla fine della sua carriera politica.

La riesumazione di Miccichè la dice lunga sullo stato di disperazione dell’ex  demiurgo dell’Italia nuova. Mettere a capo del suo defunto partito il politico che consentì all’ex Ministro dell’Economia del governo Berlusconi, Giulio Tremonti, di  sfasciare l’impianto politico finanziario dell’accordo  tra Stato e Regione e portare i soldi a Bossi non è una mossa intelligente.

La sua sensibilità da bottegaio nel considerare i trattati carta straccia e la sua pochezza politica nel dichiarare di volersi candidare perché con 5000 Euro al mese non ce la faceva a tirare avanti ci fanno capire, anche a noi, che pure siamo un po’ tordonelli, il suo concetto di politica: la politica è servizio: servizio in camera…

Ma con Berlusconi e Miccichè  l’intelligenza è stata sempre sciarriata. Sono stati solo bravi a cogliere l’attimo, hanno saputo seguire la corrente. Ma quando la cresta dell’onda è scesa, la loro inadeguatezza politica, quella dei grandi disegni e dei grandi progetti, è venuta fuori in tutta la sua squallida evidenza.

Che cosa vogliono adesso queste due  macchiette della politica dai siciliani? Che cosa possono sperare di cavare da chi  hanno illuso e deluso? Che cosa ha fatto per la Sicilia il manipolo dei 61? Nulla  perché questo era la sua missione.

Due nullità sommate non fanno mai un’unità e a noi serve tanto, ma non in quantità, la quantità arronzata da Forza Italia. A noi serve qualità, tanta qualità, una politica di ampio respiro, una progettualità seria, concreta, non promesse illusorie.

I presidenti operai hanno fatto il loro tempo, sono marciti. Abbiamo capito che sotto l’elmetto c’è il vuoto. Abbiamo capito che natura non facit saltus: che dieci somari non faranno mai un cavallo.

 

AVVISO AI NOSTRI LETTORI

Se ti è piaciuto questo articolo e ritieni il sito d'informazione InuoviVespri.it interessante, se vuoi puoi anche sostenerlo con una donazione. I InuoviVespri.it è un sito d'informazione indipendente che risponde soltato ai giornalisti che lo gestiscono. La nostra unica forza sta nei lettori che ci seguono e, possibilmente, che ci sostengono con il loro libero contributo.
-La redazione
Effettua una donazione con paypal


Commenti