Quarto governo Crocetta già ‘rattoppato’: sbattuti fuori Fiumefreddo e Cleo Li Calzi

5 novembre 2015

Fausto Raciti e Giuseppe Lupo fanno mangiare la polvere a Rosario da Gela con la benedizione del PD romano. Per la seconda volta Fiumefreddo fuori dal governo dopo 24 ore. Resta da assegnare l’assessorato alle Autonomia locali, che verrà messo all’asta tra gli ‘ascari’ di Sala d’Ercole che appoggiano il governo

Alla fine Rosario Crocetta e Antonello Cracolici hanno dovuto fare marcia indietro. Il primo, per la seconda volta, è stato costretto a ‘sbarellare’ dalla Giunta l’avvocato Antonio Fiumefreddo (che ha eguagliato il suo ‘record’ battuto in occasione della formazione del governo regionale precedente: assessore per 24 ore o giù di lì); il secondo – parliamo del Cracolicione in versione agricola – ha dovuto mollare l’assessorato al Turismo dove aveva cercato di mantenere la fedelissima Cleo Li Calzi. Di fatto, è passata la linea di Fausto Raciti e di Giuseppe Lupo. Quest’ultimo piazza in Giunta Antony Barbagallo, che va a prendere il posto della Li Calzi al Turismo. Resta vuota una casella: l’assessorato alle Autonomia locali, che verrà assegnata all’asta al migliore offerente tra gli ‘ascari’ rimasti fuori dal governo, ma pronti a barattare i propri voti in Aula in cambio di una poltrona e di benefici & prebende.

Insomma, da quello che si capisce (ma sarà così?) a Roma Renzi e i suoi consiglieri avrebbero date per buone le tesi del segretario regionale del PD siciliano, Fausto Raciti. Tesi che si condensano nella seguente considerazione: “Ragazzi, se andiamo al voto a noi del PD siciliano ci fanno un culo così!”. Crocetta non lo sopporta nessuno, suoi assessori, vecchi e nuovi non ne parliamo. Il centrosinistra siciliano, che ormai è un guazzabuglio di comprati & venduti che si illudono di sopravvivere con le poltrone, ‘gozzovigliano’ con i ‘resti’ di una Regione ridotta a brandelli, va avanti. Verso quale meta non si capisce.

La Regione è senza soldi. Qualche ‘spicciolo’ – ma non più di tanto – dovrebbe arrivare da Roma. Nulla in confronto ai miliardi di Euro che Renzi e la sua banda hanno depredato a una Regione ridotta ormai con le pezzo al sedere. Un altro po’ di soldi l’assessore all’Economia, Alessandro Baccei, dovrebbe racimolarli vendendo alcuni dei bei immobili della Regione (come verranno venduti? si farà un bando? o si chiameranno gli amici?). Lo stesso Baccei – che ormai si sente il padrone della Sicilia – ha detto che è disposto a sacrificare un po’ di articoli dello Statuto. L’Autonomia siciliana finita nella mani del PD, dei renziani e di questi ‘banditi’ del centrosinistra messa in ‘svendita’.

Tireranno altri due anni? Non si capisce. Perché dovranno trovare il modo – e non sarà facile – di fare accettare a forestali e precari vari (quasi 100 mila soggetti) la prospettiva del licenziamento di massa. In ogni caso, ritarderanno di un anno – loro sperano di due anni – l’appuntamrnto con gli elettori. Per l’occasione Cracolici, maneggiando i fondi del PSR (Piano di Sviluppo Rurale 2014-2010) sogna, o s’illude, di preparare la sua candidatura a sindaco di Palermo. Infatti: 700 mila palermitani fremono dalla voglia di votare Antonello sindaco. Sogna, Antonello, sogna…

Ps

Veramente brutta l’uscita dal governo di Cleo Li Calzi: per ‘sbarellarla’, l’hanno fatta passare come quinta colonna dei verdiniani, vicina al partito di Saverio Romano: che ha smentito. Ma, si sa, ‘u carbuni s’un tinci mascaria…

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