Una sfida al mondo degli appalti

19 ottobre 2015

La lettura di questo articolo è una perdita di tempo per i finti imprenditori, i finti appaltatori, i veri corrotti e i veri corruttori e tutti i concussi nel mondo variegato dei lavori pubblici

Nell’unica stagione calcistica in cui gli arbitri degli incontri di serie A furono decisi col metodo del sorteggio, il campionato fu vinto dal VERONA. Era il 1985. A nulla sarebbero valse le capacità di Bagnoli, l’allenatore, e di Fanna, Galderisi e compagni senza quel presupposto. Fu un tragico errore del SISTEMA e la corsa ai ripari fu immediata ed efficacissima. Da allora, con le ingannevoli eccezioni di Napoli(2), Sampdoria, Lazio e Roma, lo scudetto non ha mai travalicato dai confini del MITO (asse Milano Torino). Pensate,solo sei scudetti in 30 anni!
Questa premessa mi serve per introdurre una riflessione sulla tragica condizione degli appalti in Italia che sono ormai ridotti a esercizio incrociato di corruzione e concussione. L’allarme di Cantone e i rimedi proposti, lo scatto di dignità della politica, fanno un po’ sorridere. Non perché la politica, così autorevolmente chiamata in causa, ignorerà il grido di dolore degli onesti, ma proprio perché interverrà con provvedimenti draconiani che si riveleranno efficaci come le gride manzoniane.
Per il beneficio di chi nel corso della sua vita non ha avuto la (buona) ventura di lavorare direttamente o indirettamente con le pubbliche gare, ma ha avuto la sventura, da cittadino, di pagare sulla sua pelle le conseguenze del loro disfunzionamento (esempi:lavori mai iniziati, lavori mai finiti, lavori fatti coi piedi, finti lavori, contenziosi di durata biblica etc.), spiego di che si tratta.
Se la pubblica amministrazione decide che sia necessario, nel pubblico interesse(ricordate questo presupposto: NEL PUBBLICO INTERESSE!!, non nell’interesse di un singolo, politico o imprenditore che sia, e nemmeno di chi ha voglia di costruire un’opera coi soldi pubblici!), decide dunque di costruire, per esempio, una diga, cerca un impresa che gliela costruisca al miglior prezzo, perché, si favoleggia, l’obbiettivo della Pubblica amministrazione è quello di spendere meno.
Una vecchia regola però ci insegna che chi meno spende più spende. E infatti nella gara relativa tra le imprese che vogliono aggiudicarsi i lavori, vince chi si impegna a fare i lavori al migliore prezzo per l’amministrazione offrendo un ribasso maggiore rispetto a tutti gli altri concorrenti sul costo fissato dall’amministrazione.
E qui sorgono spontanee due domande:

Prima domanda: Come determina l’amministrazione il costo di partenza (la così detta base d’asta) di un’opera? Semplice. I lavori sono fatti da lavoratori, appunto, il cui numero e i cui costi sono stabiliti da regole precise. E che, analizzando il tipo di opera, si sanno in anticipo. Lo stesso vale per i materiali. Per fare una certa diga occorrono determinati materiali e non altri. Il conto è presto fatto.
E’ ovvio però che nessuno si impegna a fare un lavoro senza poterci guadagnare e che quindi, se la base dei lavori fosse quella e solo quella, nessuno si presenterebbe alla gara relativa. Giusto, ed ecco che l’amministrazione offre un guadagno che si aggiunge al costo base. Si aggiudica i lavori, vale a dire vince la gara, chi si dichiara disposto a guadagnare di meno.
Nella Repubblica di Platone ci si fermerebbe qui (salve le osservazioni che sui ribassi costituiranno l’oggetto della risposta alla seconda domanda di cui più avanti).

Invece, le pubbliche amministrazioni consentono che le possibilità di ribasso scendano oltre il limite della base d’asta già depurata dall’offerta fatta dalla pubblica amministrazione. Detto in soldoni, l’aspirante aggiudicatario può offrirsi di fare l’opera ad un costo inferiore al costo dei materiali e al costo della manodopera.
Si può essere più farabutti di così? Si autorizza insomma l’impresa a assumente lavoratori in numero inferiore a quello stimato necessario e/o ad assumere manodopera in nero. Ma c’è di più: si autorizzano le imprese ad adoperare materiali di costo inferiore rispetto a quello stabilito dall’amministrazione e quindi di qualità peggiore. I risultati di questo abominio sono sotto gli occhi di tutti, ma nessuno vuol vedere perché la vista viene distratta dal problema che tratterò nella
Seconda domanda.
La determinazione del ribasso dunque viene data per scontata. Si fa così e basta. Però, ci sono dei limiti anche alla truffe autorizzate dalla pubblica amministrazione, come ho spiegato sopra. Non bisogna esagerare con le offerte troppo basse, e quindi bisogna organizzare un sistema di controllo delle offerte. un controllo sempre però fatto dall’uomo, quello stesso che per fregare l’uomo è bravissimo.
E’ come quella commedia di Achille Campanile in cui si dice che Galileo scoprì le piccole oscillazioni col pendolo. Con che cosa? è la domanda. Col pendolo è la risposta, e così all’infinito.Torniamo allo scudetto del Verona calcio e applichiamo “ioci causa”,il sistema di aggiudicazione tramite sorteggio alle gare ‘appalto.
Faccio una simulazione, ma se ne possono fare migliaia.
L’amministrazione determina il costo di un lavoro, vi aggiunge un onesto guadagno e invita tutte le imprese che ne hanno diritto e voglia a partecipare al momento dell’aggiudicazione. Il giorno della gara, che si svolge in pubblica seduta e il cui verbale è redatto da un Notaio, questi invita i rappresentanti delle ditte partecipanti alla gara a depositare in un’urna una busta intestata contenente un foglio con su scritta una qualsiasi lettera dell’alfabeto. Il notaio invita uno dei presenti ad avvicinarsi al tavolo dove sono posati su apposito reggilibro cinque volumi. Il Notaio stesso benda il soggetto e lo invita, a scegliere tramite palpazione, uno dei cinque libri. Effettuata l’operazione, il soggetto viene liberato dalla benda e viene invitato dal Notaio ad aprire il libro da lui scelto in un qualunque punto. La prima lettera in alto a sinistra indicherà la ditta vincitrice.
A questo punto verrà chiesto se, tra le ditte partecipanti, una di esse abbia depositato quelle lettera nell’urna. In caso affermativo la busta precedentemente depositata sarà aperta e, confermata la corrispondenza, i lavori saranno aggiudicati. Vi risparmio, per l’ovvietà, un eventuale seguito fino all’aggiudicazione.

“Se non si è estinto il piacere dell’onestà,
qualche ditta parteciperà
PS. Chiunque maneggi denaro pubblico, società partecipate, società finto private, società in house, in città, in campagna,al mare o in montagna devono essere assoggettate a questo sistema. Coi soldi dei contribuenti non si scherza!
PPS Ci rivediamo quando saranno emanate le gride nuove!

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