Lo strano caso dei parcheggi negli ospedali di Palermo

10 ottobre 2015

Un esempio di come i precari creati dalla politica siciliana siano passati a stipendio a carico dei cittadini è rappresentato dai parcheggi dell’ospedale ‘Civico’ di Palermo e dell’ospedale ‘Cervello’, sempre di Palermo. Si tratta di due Aziende ospedaliere (Azienda ospedaliera Civico e Azienda ospedaliera Villa Sofia-Cervello) che, a un certo punto, per fare ‘cassa’, hanno istituito e le zone a strisce blu

Noi pensavamo che la facoltà di istituire i parcheggi fosse una prerogativa del Comune. Invece, a quanto pare, nel nostro Paese le zone a strisce blu – cioè i parcheggi a pagamento – sono liberalizzate. Basta essere proprietari di un’area cittadina e, zact!, si possono istituire parcheggi a pagamento-piacimento. A Palermo, almeno, è così.
Stiamo esagerando? Niente affatto. Se, ad esempio, nell’area dell’ospedale ‘Civico’ del capoluogo dell’Isola, attorno ai parcheggi a strisce blu, ci sono parcheggi liberi, attorno all’area dell’ospedale ‘Cervello’ di Palermo non c’è l’ombra di un parcheggio libero. Il particolare non è di poco conto. Perché la legge del nostro Paese prevede che, per un certo numero di parcheggi a strisce blu, i cittadini debbano avere a disposizione un certo numero di parcheggi liberi. In modo da potere scegliere.
Nel caso dell’ospedale ‘Cervello’, come già accennato, per i cittadini che si arrivano con le automobili vale il vecchio e intramontabile adagio: “O ti mangi ‘sta minestra, o ti butti dalla finestra”.
Può un’Azienda ospedaliera che improvvisa un parcheggio a pagamento per gli automobilisti ignorare la già citata legge che prevede di assicurare ai cittadini un certo numero di parcheggi liberi? In un Paese serio questo non potrebbe accadere. In Italia, dove la legge si applica per ii comuni cittadini e si ‘interpreta’ per gli amici i parcheggi liberi possono essere aboliti.
Del resto, lo stesso Comune di Palermo ha ‘interpretato’ e, in alcuni casi, continua a ‘interpretare’ la legge sui parcheggi delle automobili. Nel capoluogo siciliano ci sono aree dove si trovano soltanto parcheggi a pagamento, senza parcheggi liberi. E non si può certo pretendere che i consiglieri comunali, impegnati a riunirsi nelle commissioni consiliari almeno cinque volte ogni settimana non possono certo trovare il tempo per fare valere certi ‘volgari’ diritti dei cittadini.
Insomma, se il Comune di Palermo non rispetta la normativa sui parcheggi, beh, perché mai a rispettarla dovrebbe essere proprio l’Azienda ospedaliera ‘Cervello’? In fondo il fine è ‘nobile’: spremere i cittadini che si recano all’ospedale ‘Cervello’, sia in veste di pazienti del Pronto Soccorso, sia in veste di parenti dei malati ricoverati.
Ad ognuno dei cittadini che si recano all’ospedale ‘Cervello’, all’entrata, viene assegnato un cartoncino che, consegnato all’uscita, conteggia il tempo di parcheggio. Cioè il tempo di permanenza dentro l’ospedale. Il tempo è importante e, in questi casi, vale un altro vecchio adagio: “Il tempo è denaro”. Insomma, più i cittadini rimangono dentro l’ospedale, più pagano.
Insomma se vi attardate quattro-cinque ore o forse più al Pronto Soccorso potete avere la ‘fortuna’ di lasciare l’ospedale ‘Cervello’ alleggeriti di 4-5 Euro. E quindi di aver contribuito in modo sostanzioso a pagare le retribuzioni ai precari ‘assunti’ dalla politica siciliana, supponiamo non ‘gratuitamente’ (addirittura c’è chi è convinto che i precari della pubblica amministrazione siciliana siano diventati tali in ragione di criteri rigorosamente clientelari, magari in cambio di voti: incredibile!).
Come i nostri lettori hanno notato, è bastata un po’ di fantasia per istituire un’area di parcheggio a pagamento e risolvere, a spese dei cittadini, il problema legato al pagamento degli stipendi ai precari. Avete idea di quanta gente, ogni giorno, si reca all’ospedale ‘Civico’ di Palermo? Avete idea di quanta gente si reca ogni giorno all’ospedale ‘Cervello’ di Palermo?
In questo caso, si sa: o bere, o affogare. Perché chi si reca in un ospedale, di solito, non lo fa per gioco. Di solito ci si deve andare e basta. E dunque chi va in uno di questi due ospedali di Palermo è costretto a pagare. Una ‘gioia’ per i palermitani, che già pagano IRPEF e IRAP ai massimi livelli, TASI e TARI tra le più ‘salate’ d’Italia e, adesso, anche l’obolo per recarsi in uno di questi due ospedali. Che dire? Pagare e sorridere…

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