terza pagina/Chi sono i siciliani? La riflessione di Enzo Biagi

31 ottobre 2018
La nostra rubrica dedicata alle pillole culturali: gli incipit tratti dai grandi romanzi, gli aforismi di scrittori e filosofi, i siciliani da non dimenticare, gli anniversari di fatti storici noti e meno noti, la Sicilia dei grandi viaggiatori, i proverbi della nostra tradizione e tanto altro ancora. Buona lettura

 terza pagina
(a cura di Dario Cangemi)

 

Incipit

Un classico buongiorno. O, se preferite, un buon giorno ricordando un grande romanzo. Il modo migliore di iniziare una giornata: l’incipit di un grande libro. Se lo avete già letto sarà un bel ricordo. Se no, potrebbe invogliarvi alla lettura.

«Molti, moltissimi uomini si sono sentiti moralmente e spiritualmente turbati come te adesso. Per fortuna, alcuni hanno messo nero su bianco quei loro turbamenti. Imparerai da loro… se vuoi. Proprio come un giorno, se tu avrai qualcosa da dare, altri impareranno da te. È una bella intesa di reciprocità. E non è istruzione. È storia. È poesia».

J. D. Salinger, “Il giovane Holden”

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Pensieri sparsi

L’aforisma, la sentenza, sosteneva Nietzsche, sono le forme dell’eternità. L’aforisma é paragonato dal filosofo tedesco alle figure in rilievo, che, essendo incomplete, richiedono all’osservatore di completare ‘’col pensiero ciò che si staglia davanti’’.

«Quando un pensiero ti domina lo ritrovi espresso dappertutto, lo annusi perfino nel vento».

Thomas Mann

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Siciliani notevoli da ricordare

il 31 ottobre 1687 moriva a Palermo

Giacomo Siracusa: nobile gesuita palermitano, nato nel 1620. Ha insegnato lettere, filosofia e teologia, ha diretto i collegi di Monreale, Caltagirone, Trapani e Palermo dove morì il 31 ottobre del 1687.

Autore di Compendiaria logicarum quaestionum complexionem a Josepho Neapoli Mazariensi propugnata 1654; Cursum philosophicum compendiaria tractatione digestium et a Petro Curti Rechalmutensi propugnatum 1652 (1656); Il campo campidoglio, panegirico (1658); Breve istruzione di meditare (1687).

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Eventi e fatti storici

1512 – Michelangelo Buonarroti finisce la decorazione della volta della Cappella sistina a Roma.

È conosciuta in tutto il mondo sia per essere il luogo nel quale si tengono il conclave e altre cerimonie ufficiali del Papa (in passato anche alcune incoronazioni papali), sia per essere decorata con una delle opere d’arte più conosciute e celebrate della civiltà artistica occidentale, gli affreschi di Michelangelo Buonarroti, che ricoprono la volta (1508-1512) e la parete di fondo (del Giudizio universale) sopra l’altare (1535-1541).

ALTRI ACCADIMENTI

Papa Benedetto XIV pubblica la Lettera Enciclica “Gravissimo animi”

31 ottobre 1749

Il Papa Benedetto XIV pubblica la Lettera Enciclica “Gravissimo animi”, sulla regolamentazione per l’accesso e il dialogo con i Monasteri delle Monache.

Gravissimo Animi è la 19esima enciclica di Papa Benedetto XIV, datata 31 ottobre 1749, nella quale il Pontefice vieta a chiunque, anche se investito di dignità ecclesiastica, di accedere ai Monasteri femminili senza il permesso del Vescovo del luogo.

-1905

muore a Cefalù il compositore Rocco Cambiasi

1922

Gabriello Carnazza giura come ministro per i Lavori Pubblici del Regno d’Italia

1995

summit a Mezzojuso, riunione che determina il rinnovamento di Cosa Nostra

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Viaggiatori in Sicilia

Se il viaggio è desiderio di conoscere l’altro e, al tempo stesso, possibilità di riconoscere se stessi. E’ affascinante notare come la Sicilia rappresenta per chi non vi è nato un’attrazione irresistibile, calamitando fantasie e immaginari dei viaggiatori stranieri che, forti della propria identità, vengono in Sicilia per capirne la conclamata diversità e forse trovano per lo più quello che credevano di voler trovare secondo la loro formazione, i loro desideri. In passato, l’identità univoca dei centri da cui provenivano i viaggiatori, bagaglio e ideale di cultura di cui erano portatori e di cui cercavano conferma in Sicilia, si è scontrata con l’identità plurale dell’isola in cui giungevano, quella pluralità tipica delle periferie e pure delle dimore di frontiera, con il loro intreccio di genti e di culture.

Si torna a parlare oggi di.. Vivant Denon.

Lo scrittore borgognone, Vivant Denon, giunge in Sicilia nel 1778 ma il suo Voyage en Sicile verrà stampato soltanto dieci anni dopo a seguito di una complicata questione riguardante la paternità dell’opera contesa con l’abate di Saint-Non. Denon è un uomo eclettico i cui interessi spaziano dalla diplomazia (ambasciatore a San Pietroburgo e segretario d’ambasciata a Napoli) alle lettere (Point de lendemain in primis) passando per le arti (artista apprezzabile).

Sbarcato a Messina nel primavera del 1778, Denon è risoluto ad attraversare l’intera isola malgrado le difficoltà negli spostamenti. Nell’immaginario dei Francesi del Seicento e del primo Settecento, la Sicilia è ancora poco conosciuta ai viaggiatori francesi in quanto è percepita come un luogo lontano e indefinito evocato da rappresentazioni favolose desunte dalla tradizione classica (da Teocrito all’epica) e da quella rinascimentale (da Boccaccio ai poemi cavallereschi). A partire dagli anni Venti del Settecento l’affermarsi del neoclassicismo comporta un cambiamento notevole : l’isola è ora considerata come una fedele immagine della Grecia antica diventando una metà alla moda.

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Rapporti tra scrittori e la Sicilia

Quando pensiamo alla Sicilia, inevitabilmente i ricordi personali si sovrappongono alle descrizioni letterarie, così come i fatti di attualità si intrecciano con le fantasie mitologiche e il folklore si confonde con i luoghi comuni, suggerendo all’immaginazione percorsi alternativi.

“Chi sono i siciliani? C’è un ritrattino tracciato dal messinese Scipio di Castro, negli Avvertimenti (seconda metà del secolo XVI), un bel volume pubblicato dalla benemerita Elvira Sellerio: “La loro natura è composta da due estremi, perché sono sommamente timidi mentre trattano gli affari propri e di una incredibile temerarietà dove si tratta del maneggio pubblico”. Ma per tratteggiare un attendibile profilo è opportuno aggiornare i giudizi. Pirandello: “Una istintiva paura della vita”, ovvero la propensione al dubbio; Brancati, ovvero l’ossessione del sesso: “I sogni e la mente e i discorsi e il sangue stesso perpetuamente abitato dalla donna”; Sciascia, ovvero l’individualismo: “Ognuno è e si fa isola a sè”.

(Enzo Biagi)

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La scuola poetica siciliana

La scuola poetica siciliana è la prima forma di letteratura laica in Italia. Suo promotore fu l’Imperatore Federico II di Svevia. Questa scuola vide il suo apice tra il 1230 e il 1250. Nacque come una poesia di corte, infatti autori dei più noti sonetti sono lo stesso Federico II e membri della sua corte quali Pier delle Vigne, Re Enzo, figlio di Federico, Rinaldo d’Aquino, Jacopo da Lentini (funzionario della curia imperiale), Stefano protonotaro da Messina…La lingua usata era il siciliano o meglio il siculo-appulo.

Meravigliosa – mente

un amor mi distringe

e mi tene ad ogn’ora.

Com’om che pone mente

in altro exemplo pinge

la simile pintura,

così, bella, facc’eo,

che ’nfra lo core meo

porto la tua figura.

In cor par ch’eo vi porti,

pinta come parete,

e non pare difore.

O Deo, co’ mi par forte

non so se lo sapete,

con’ v’amo di bon core;

ch’eo son sì vergognoso

ca pur vi guardo ascoso

e non vi mostro amore.

Giacomo da Lentini – Poesie (XIII secolo)

Rime

II

Meravigliosa – mente

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Proverbi Siciliani

Il proverbio è la più antica forma di slogan, mirante non già ad incentivare l’uso di un prodotto commerciale, bensì a diffondere o a frenare un determinato habitus comportamentale, un particolare modo di valutare le cose, di interpretare la realtà.

Nun c’è sabitu senza suli e nun c’è fimmina senza amuri. (Non c’è sabato senza sole e non c’è donna senza amore)

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