Fusione CAS-ANAS: “Si rischia un debito fuori bilancio”. La relazione del Servizio Studi dell’Ufficio Bilancio

27 giugno 2017

Pare che oggi, alla chetichella, la Commissione Bilancio dell’Ars riceverà il numero uno dell’ANAS, Armani. Quello che è certo è c’è una ‘bocciatura’ pesantissima del disegno di legge che arriva da fonti al di sopra di ogni sospetto…Ecco il documento

Del progetto di fusione tra il Consorzio Autostrade Sicilia e l’ANAS si è parlato a lungo. Sappiamo che c’è un disegno di legge- fortemente sponsorizzato dall’ormai ex assessore alle infrastrutture, Giovanni Pistorio – che non ha mai avuto vita facile. Perché le implicazioni, e lo sanno anche i califfi di Sala d’Ercole- sono rischiosissime: il sospetto che l’operazione possa servire all’ANAS  per fare ‘cassa’ sulle spalle dei siciliani è fortissimo. Sospetti perfettamente sintetizzati, tra gli altri, dal sindacato Sinalp Sicilia che, in una nota del segretario, Andrea Monteleone, non usa eufemismi e parla  di “un regalo all’ANAS con il sottotitolo dell’imposizione del pedaggio autostradale in tutta la rete autostradale della Sicilia”. La fusione- prosegue la nota “porterebbe soltanto a trasferire il suo presunto debito di 500 milioni di euro sulle spalle dei siciliani lasciando all’ANAS in pratica quasi gratuitamente l’importantissimo asset viario siciliano e caricando tutti noi di ulteriori costi causati dall’imposizione dei nuovi pedaggi che creerebbero soltanto ulteriore distruzione e crisi del sistema economico dell’Isola”.

Tutti soldi che, va da sé, finirebbero dritti nella ‘casse’ del Governo nazionale che, grato, accetterebbe il dono dell’ANAS, un ente che in Sicilia non solo spende pochissimo per la manutenzione autostradale, ma quel poco che spende lo prende da risorse europee che dovrebbero essere aggiuntive e che, invece, hanno finito col sostituire quelle ordinarie dello Stato. Ma tant’è.

La Sicilia torna sempre in primo piano quando il Governo nazionale cerca soldi (dai ‘Patti scellerati’ con cui il presidente Rosario Crocetta ha rinunciato ai contenziosi con lo Stato, al caso del contributo alla finanza pubblica: la Sicilia è la Regione che versa di più, come più volte denunciato dalla Corte dei Conti).

Il disegno di legge sulla fusione, come già accennato, non ha mai avuto vita facile ed è rimasto al palo.  Finora. Ma cosa stiano combinando i nostri deputati e i vertici dell’ANAS dietro le quinte non è dato sapere. Da Palazzo Reale- sede dell’Assemblea regionale siciliana- ci segnalano, infatti, che stamattina, in Commissione Bilancio sarebbe atteso Gianni Armani, presidente dell’ANAS. Probabilmente in pressing (L’AUDIZIONE E’ OGGI, 28 GIUGNO ALLE 12, ndr)

C’è un nuovo assessore alle infrastrutture che ha preso il posto di Pistorio. Si chiama Luigi Bosco. Ancora non sappiamo se, come il suo predecessore, sia sponsor di questo progetto (anche se il concetto di sponsorizzazione in questi casi potrebbe pure essere interscambiabile…). Lo scopriremo a breve.

Quello che potrebbe rappresentare un ostacolo difficilmente superabile è, però, il documento che arriva dritto dal Servizio di Studi dell’Ufficio Bilancio. Critiche pesantissime e impietose al ddl da una fonte al di sopra di ogni sospetto: non solo la relazione tecnica al disegno di legge è un papocchio, ma si rischia anche la creazione dell’ennesimo debito fuori bilancio: 

“La relazione tecnica che accompagna il disegno di legge in esame non appare conforme alla regolamentazione vigente sia con riguardo alle previsioni regionali che nazionali”.

“Si correrebbe il rischio di creare un debito fuori bilancio quantificabile nella eventuale differenza risultante tra l’effettivo patrimonio consortile e la valorizzazione delle quote pari al 49% della costituenda SpA”.

Un documento che siamo in grado di farvi leggere. Eccolo qui:

Servizio Studi
Ufficio Bilancio
Documento 11 – 2017
DDL 1276/A STRALCIO III
‘Norme in materia di Consorzio autostrade siciliane (CAS)’
PROMEMORIA
XVI Legislatura
6 giugno 2017

“Il disegno di legge interviene su una materia affrontata ripetutamente
dall’Assemblea regionale e dalla Commissione competente “Ambiente e
territorio”, anche in forza delle criticità emerse nel corso degli anni in ordine alla gestione della rete autostradale affidata al Consorzio per le Autostrade siciliane. Tale ente, istituito ai sensi dell’art. 16 della legge 12 agosto 1982, n. 531, è un ente pubblico non economico sottoposto alla vigilanza della Regione (consorzio tra enti pubblici con partecipazione della Regione per il 90 per cento e per il restante 10 di altri enti locali), con una natura giuridica diversa rispetto a quella di altri gestori delle tratte autostradali esistenti in campo nazionale. Il Cas si configura quindi come organismo non dissimile rispetto ai consorzi tra enti previsti per provvedere a determinati servizi ed opere di comune interesse dei consorziati.
In particolare il CAS in atto svolge una duplice attività in quanto gestisce le autostrade esistenti, ma ha anche la titolarità a realizzare i tratti mancanti.
La scelta dello strumento consortile costituisce,come prima accennato, una peculiarità rispetto ad analoghi soggetti che invece hanno natura giuridica di società di capitali. Tale scelta ha provocato alcune difficoltà gestionali evidenziate in atti ufficiali (relazioni a disegni di legge o emendamenti,
premesse relative a deliberazioni di giunta regionale, etc.).
Col disegno di legge in oggetto,onde adeguarsi ai “modelli organizzativi
ordinariamente applicati” ai concessionari in materia, così come previsto dal
vigente comma 289 dell’art. 2 della legge n. 244 del 24/12/2007, viene autorizzato il CAS ad avviare procedure per la sua trasformazione in società per azioni.
Si prevede a tal fine che l’assemblea dei soci deliberi un aumento del capitale, con riserva esclusivamente a favore dell’ANAS della sottoscrizione delle azioni di nuova emissione in sede di prima applicazione, e con partecipazione dell’ANAS stessa in misura non superiore al 51%.

Si prevede poi il subentro della nuova società in tutti i rapporti attivi e passivi del CAS nonché per la titolarità delle concessioni relative a tratte autostradali in atto affidate in Sicilia all’ANAS. Il terzo comma sancisce per la nuova società il divieto di partecipare ad iniziative diverse da quelle strettamente necessarie all’espletamento delle sue funzioni o di altre strettamente connesse. Il quarto comma prevede disposizioni garantiste per il personale in servizio presso il Consorzio.
La norma presenta profili di criticità sia sotto il versante delle operazioni
finanziarie che sotto il profilo ordinamentale.
Con riferimento alle problematiche di natura finanziaria sarebbe necessario acquisire maggiori elementi sulla gestione dell’ente, sulla sua situazione debitoria e in generale sul valore delle attività svolte e sui risultati gestionali.
Sarebbe inoltre necessario acquisire dati relativi alla consistenza ed al valore attuale della partecipazione della Regione e degli enti locali al Consorzio, dei rapporti giuridici attivi e passivi esistenti al fine di compararne le risultanze con le nuove poste assegnate all’Anas.
Con riferimento specifico alla trasformazione dell’ente in società per azioni
andrebbero, inoltre, precisati i termini e le modalità dell’operazione di
aumento di capitale prevista, tenuto conto peraltro del valore meramente
“autorizzativo” e non “dispositivo” della legge regionale (secondo la definizione dello stesso Governo proponente nella relazione in atto depositata), che ovviamente non può interferire sulle competenze e sulle scelte dell’Anas né sull’impegno che la stessa dovrà assumere a sottoscrivere le quote. In particolare andrebbe poi quantificato il valore delle nuove quote e chiarito a quale soggetto facciano capo i relativi oneri, se esistenti. Qualora invece non risulti necessaria la copertura, occorrerebbe inserire la “clausola di invarianza finanziaria”.
In merito ai profili ordinamentali, pur attenuati dalla natura transitoria della disposizione, occorre chiarire quale sia la parte della Regione nel processo avviato ed assicurare e tutelare gli enti locali partecipanti al consorzio.

Purtroppo la relazione tecnica che accompagna il disegno di legge in esame non appare conforme alla regolamentazione vigente sia con riguardo alle previsioni regionali che nazionali.
In particolare, appare necessario, al fine di potere compiutamente esaminare
le implicazioni finanziarie della trasformazione del consorzio in SpA, che il
Governo integri la propria relazione specificando almeno due aspetti: 1) la quantificazione del capitale sociale della costituenda SpA; 2) la composizione del patrimonio netto consortile; ciò al fine di verificare se, a seguito del computo delle partite attive e passive del consorzio, non sia necessaria alcuna </strong integrazione da parte dei soci Regione ed Enti Locali al fine di ricostituire la quota del 49% ad essi spettante.
Si ritiene che, in assenza di tali specificazioni e pur in presenza di una
clausola di invarianza finanziaria sul testo che si approverebbe, si correrebbe il rischio di creare un debito fuori bilancio quantificabile nella eventuale differenza risultante tra l’effettivo patrimonio consortile e la valorizzazione delle quote pari al 49% della costituenda SpA”.

 

AGGIORNAMENTO : E’ prevista per oggi, a partire dalle 12, l’audizione in Commissione Bilancio dell’ARS di Gianni Armani, presidente dell’ANAS.

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