Sì definitivo dell’FDA al vaccino anti-Covid Comirnaty della Pfizer? Notizia non vera. Anzi ha un’efficacia “Molto bassa”/ SERALE

24 agosto 2021
  • La notizia la leggiamo su Byoblu. Che riprende un articolo del British Medical Journal – nota rivista medica del Regno Unito – a firma de caporedattore Peter Doshi
  • Doshi  riprende anche i dati del Ministero israeliano secondo i quali “a inizio Luglio il vaccino Covid-19 ha avuto una caduta dell’efficacia al 64% e a fine luglio al 39% quando è diventata predominante la variante Delta”
  • La notizia è che in Israele hanno cominciato a ‘riconcorrere’ il virus e le sue varianti con la terza dose 

La notizia la leggiamo su Byoblu. Che riprende un articolo del British Medical Journal – nota rivista medica del Regno Unito – a firma de caporedattore Peter Doshi

Da ieri sulla rete circola la notizia che l’FDA, sigla che sta per Food and Drug Administration (l’ente governativo statunitense che si occupa della regolamentazione dei prodotti alimentari e farmaceutici) avrebbe dato l’ok definitivo al vaccino anti-Covid Comirnaty della Pfizer. Notizia destituita di fondamento. Lo leggiamo in un articolo di Byoblu, dove si legge anche che il British Medical Journal – nota rivista medica pubblicata con cadenza settimanale nel Regno Unito dalla British Medical Association – ha pubblicato un editoriale firmato dal professor e capo redattore della rivista, Peter Doshi, dal titolo: “La FDA pensa che questi dati giustifichino un’approvazione definitiva del vaccino Covid-19?”. Insomma, non c’è alcun sì definitivo al vaccino della Pfizer. Doshi chiede alla FDA di rendere pubblici i dati e invita l’ente governativo americano a richiedere “studi adeguati e controllati con verifiche periodiche a lungo termine prima di dare l’autorizzazione definitiva al vaccino”. Per chi ancora non avesse chiaro il concetto, è in corso una sperimentazione direttamente su chi decide di vaccinarsi.

Doshi  riprende anche i dati del Ministero israeliano secondo i quali “a inizio Luglio il vaccino Covid-19 ha avuto una caduta dell’efficacia al 64% e a fine luglio al 39% quando è diventata predominante la variante Delta”

Byoblu riporta alcuni passi dell’editoriale di Doshi: “Dallo scorso anno abbiamo sentito da Pfizer e Moderna che l’efficacia del vaccino è del 95% ma, come sapranno anche i più entusiasti, misurare l’efficacia a due mesi di distanza non ci dice molto sulla durata dell’immunità”. Lo scienziato ricorda che il problema dell’immunità che svanisce si presenta anche con i vaccini anti-influenzali. Studi scientifici hanno dimostrato “l’assenza di efficacia di tali vaccini dopo appena tre mesi, il che significherebbe che somministrare un vaccino troppo presto non porterebbe a nessuna protezione nel momento in cui il virus influenzale arriverà”. Nell’articolo Doshi  riprende anche i dati del Ministero israeliano secondo i quali, leggiamo sempre su Byoblu, “a inizio Luglio il vaccino Covid-19 ha avuto una caduta dell’efficacia al 64% e a fine luglio al 39% quando è diventata predominante la variante Delta”. Per Doshi, si tratta di “un’efficacia molto bassa”, se è vero che “secondo i requisiti dell’FDA, un vaccino per essere approvato deve avere un’efficacia di almeno il 50%”. Come si può notare, una notizia che, data in un certo modo – cioè lasciando intendere l’autorizzazione definitiva da parte dell’FDA – doveva dare certezze, comunica, invece, un quadro di incertezze.

La notizia è che in Israele hanno cominciato a ‘riconcorrere’ il virus e le sue varianti con la terza dose. I dubbi sull’obbligatorietà del vaccino anti-Covid  

L’articolo di Byoblu si sofferma anche sul mezzo fiasco del vaccino anti-Covid in Israele. Dove “il primo Ministro ha comunicato che, a seguito delle crescenti ospedalizzazioni di persone vaccinate con doppia dose, sarà necessaria la terza: un ulteriore indizio che i vaccini Covid hanno un’efficacia limitata nel tempo e che non coprono dalle varianti. A questo punto è lecito pensare che potrebbe essere necessaria anche una quarta e chissà quante altre dosi perché il virus continuerà a mutare. Imporre a queste condizioni l’obbligatorietà del vaccino, come si inizia a paventare in Italia – scrive Byoblu – pone seri dubbi sulla compatibilità di tale imposizione con il rispetto della persona umana come sancito nell’articolo 32 della Costituzione. Forse è bene stare ad ascoltare uno studioso come Peter Doshi che ha concluso così il suo articolo: ‘Rallentate e fate decidere alla scienza. Non ci sono ragioni legittime per correre a concedere la licenza a un vaccino per il coronavirus’”.

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