La storia del Sud vista con gli occhi di un bambino ne 1860/ Il culto dei morti a Napoli e a Palermo

3 febbraio 2019

Dal Regno delle Due Sicilie arrivarono due esempi: i primi cimiteri in Europa aperti  tutte le classi sociali. A Palermo il cimitero di Sant’Orsola e a Napoli il cimitero delle Fontanelle. In questo capitolo l’autore ci ricorda una grande tradizione

di Domenico Iannantuoni

– Cari ragazzi, come vedete il tempo corre velocemente e
sembra quasi che il nostro programma scolastico si
allunghi ogni giorno anziché restringersi. Ma ormai mi
conoscete bene e sapete che amo parlarvi anche di cose
che potrebbero sembrare inutili, ma che inserite nel
tessuto del nostro insegnamento, lasceranno tracce
indelebili lungo tutta la vostra vita.

– Proprio in Sicilia, nel 1783, nacque un cimitero a
Palermo formidabile ed unico al mondo, per quel che
ne so io. Un cimitero aperto a tutte le classi sociali, dai
poverissimi ai ricchissimi, dai ceti ordinari a quelli
nobili…un cimitero per tutti e per tutti uguale. Pensate
che bello, che grande livello di equilibrio e di dignità
ritrova la persona umana in questo contesto.

– La morte sapete cos’è ragazzi; è una livella.
– Un re, un magistrato, un grand’uomo, entrando dal
cancello del cimitero devono fare il punto che han perso
tutto, la vita ed il nome… ecco la serietà della morte!

– Anche a Napoli abbiamo un eguale cimitero. Un
cimitero, quello delle “Fontanelle”, ante 1656, che
mischia le nostre origini e si commuove in questo. Il
cimitero è noto perché vi si svolge un particolare rito,
detto delle “anime pezzentelle”, che prevede l’adozione
e la sistemazione in cambio di protezione di un cranio
(detta “capuzzella”), al quale corrisponde un’anima
abbandonata, detta perciò “pezzentella”.

– Non dimentichiamo inoltre le nostre origini greche e la
nostra antichità storica che ci ha permesso di costruire
proprio a Napoli le catacombe dette di San Gennaro che
si sviluppano nell’ipogeo sotto Capodimonte e risalgono
al terzo secolo dopo Cristo. I loro bellissimi arcosoli
affrescati sono oggi meta di visitatori da ogni parte del
mondo ed esse sono le più vaste mai costruite superando
gli 8.000 passi quadrati.

– La cura dei defunti è per noi un obbligo cui non
possiamo e non potremo mai ritrarci. Pensateci!
Caspita, pensavo tra me e me tornando a casa, ora capisco del
perché delle nostre tradizioni secolari…esse sono legate ai
nostri defunti ed al senso della vita medesimo.

Foto tratta da insolitaguida

LA STORIA DEL CIMITERO DI SANT’ORSOLA A PALERMO

LA STORIA DEL CIMITERO DELLE FONTANELLE A NAPOLI

QUI LE PRECEDENTI PUNTATE  

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