Ennesimo centro commerciale a Palermo: tranquilli, chiuderanno tutti, è questione di tempo

15 gennaio 2019

Fanno bene la Confesercenti e i grillini a schierarsi contro il Comune di Palermo che si accinge dare spazio all’ennesimo centro commerciale. Ci saranno altri danni, è vero. Ma non c’è da prendersela più di tanto: il commercio on line è destinato a far chiudere la Grande distribuzione organizzata. E sull’agroalimentare, piano piano, si sta tornando ai prodotti del territorio. Si vede che Palermo è amministrata da una sinistra vecchia e fallimentare

“Palermo non ha bisogno di nuovi centri commerciali, che avrebbero l’unico effetto di condannare alla chiusura tanti negozi di vicinato che oggi sono la spina dorsale dell’economia cittadina. Confesercenti è pronta alle barricate”.

Così Mario Attinasi, presidente di Confesercenti Palermo, commenta il nuovo progetto di un parco commerciale presentato al Comune di Palermo.

In effetti, Palermo è piena di centri commerciali. Che sono uno degli strumenti per ‘colonizzare’ una città, imponendo prodotti che poco o nulla hanno a che vedere con la Sicilia.

“Chiediamo all’amministrazione comunale – prosegue la nota della Confesercenti – di respingere l’ipotesi di nuovi centri commerciali e, al contempo, chiediamo che si occupi di mettere i piccoli e medi negozianti nelle condizioni di poter competere alla pari con i colossi esteri: bisogna liberalizzare l’apertura delle medie strutture in centro così come previsto dalle regole europee, creare parcheggi e servizi per il centro città, tutelare quelle attività che sono un presidio di sicurezza e legalità nei quartieri, favorire l’economia cittadina evitando che i profitti finiscano nelle mani di multinazionali estere che creano poco lavoro e impoveriscono il territorio. Su questo non siamo disponibili a fare sconti a nessuno”.

Sulla vicenda interviene anche il deputato alla Camera del MoVimento 5 Stelle, Aldo Penna, insieme con i consiglieri comunali cinquestelle Concetta Amella, Viviana Lo Monaco e Antonino Randazzo.

“Mentre il nuovo PRG tarda a vedere la luce, il territorio urbano continua ad essere assalito tramite lottizzazioni fantasiose, quanto in contrasto con le leggi. Si stravolgono così le cubature previste, dando linfa agli speculatori che massacrano ogni ipotesi di pianificazione urbana. Ed ecco arrivare a Palermo, con arroganza, il progetto di un nuovo centro commerciale. Nessuna previsione di una grande opera di risanamento delle tante periferie cittadine, che meriterebbero di essere riqualificate e dotate di tutti i servizi di cui sono sprovviste”.

“A dispetto di tutte queste urgenze reali, di aree che meriterebbero di ripartire da nuovi presupposti – proseguono i portavoce del M5S – l’Amministrazione punta sull’ennesimo mostro, sotto la forma di un centro commerciale che cancellerebbe il residuo tessuto produttivo commerciale della città storica, desertificando ancor più il vecchio e il nuovo Centro storico. Palermo ha bisogno di aree verdi, piste ciclabili, impianti sportivi, di una mobilità eco-compatibile. Le ipotesi presentate, anche se edulcorate dalla previsione di un museo o di un hotel, sono proposte fortemente speculative che saccheggerebbero gli ultimi lembi di territorio agricolo della città. Ogni giorno di più, ci chiediamo quale sia l’idea di crescita e sviluppo dell’Amministrazione guidata da Orlando per la nostra città. Noi non resteremo in silenzio di fronte a queste palesi e reiterate violazioni”.

Davanti all’ennesimo centro commerciale da realizzare a Palermo – oltre alla corretta protesta e alle proposte alternative – si potrebbe optare per una provocazione: ben vangano altri dieci, cento, mille centri commerciali a Palermo, perché tanto tutti sono destinati a chiudere.

I centri commerciali, si sa, ‘strozzano’ agricoltura e commercio artigianale (NE ABBIAMO PARLATO QUI). Ma la loro crisi è inevitabile, perché il futuro del commercio, oggi, è l’on line, che risulta più competitivo della Grande distribuzione organizzata. E’ solo questione di tempo.

Non solo. Nell’agroalimentare la Grande distribuzione resiste perché è sorretta da una pubblicità martellante e da un’informazione carente. Qualche giorno fa abbiamo illustrato di che cos’è oggi, in Italia, la Dieta Mediterranea: grano canadese, olio d’oliva che arriva da chissà dove, pomodoro cinese e via continuando (QUI UN NOSTRO ARTICOLO).

Ribadiamo: è solo questione di tempo: quando i consumatori acquisiranno la consapevolezza che una bottiglia d’olio d’oliva extra vergine non può costare meno di 8-10 euro – e appunto per questo torneranno ad acquistare l’olio presso i frantoi, presso le aziende agricole o presso i piccoli esercizi commerciali di fiducia – smetteranno di acquistare olio d’oliva extra vergine nei supermercati.

Idem per la pasta: quando cominceranno a riflettere sul fatto che la pasta da portare a tavola – soprattutto qui da noi al Sud – deve essere prodotta con il grano duro del Sud – smetteranno di acquistare paste nei centri commerciali.

E lo stesso discorso vale per le verdure, per gli ortaggi, per la frutta: è solo questione di tempo, perché tra qualche anno saranno gli stessi consumatori a richiedere la presenza di piccoli negozi artigianali legati alle produzioni del territorio siciliano.

Gli attuali amministratori del Comune di Palermo non sono interessati a questi processi: sono esponenti della vecchia politica ormai superata dalla storia: pensano agli appalti ferroviari, ai quattro soldi che il Comune senza soldi incasserà con l’ennesimo centro commerciale e alla manciata di posti di lavoro: dei danni che creano al piccolo tessuto commerciali, all’IVA che si regala, al fatto che aprirà un ennesimo centro commerciale che sbolognerà ai palermitani produzioni non siciliane, ebbene, a queste non fanno caso: lo sguardo politico non va al di là del loro naso…

Perché la Grande distribuzione organizzata ‘strozza’ agricoltori commercio artigianale e consumatori/ MATTINALE 215 

La ‘sviolinata’ sulla Dieta Mediterranea con grano canadese, olio d’oliva tunisino e pomodoro cinese…

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