Abusivi in Sicilia: “In tanti non volevano infrangere la legge, ma sono stati colpiti da una legge retroattiva”

14 gennaio 2019

A raccontare questa storia e altre vicende legate all’abusivismo edilizio in Sicilia è il professore Giuseppe Gangemi, ordinario di Urbanistica all’università di Palermo. La sua recente intervista ha provocato un parapiglia. E anche in questa intervista racconta nuovi particolari. Ribadendo la sua contrarietà alle demolizioni indiscriminate. E proponendo un paio di alternative 

Un’intervista rilasciata a Time Sicilia dal professore Giuseppe Gangemi (nella foto a destra) ordinario di Urbanistica all’università di Palermo (QUI L’INTERVISTA) sta scatenando un pandemonio in mezza Sicilia. Ed è anche logico: rivela alcuni retroscena sulla gestione delle abitazioni abusive che, nella nostra Isola, sono oltre 700 mila. Quando in Italia c’era ancora la sinistra, un tema del genere sarebbe stato definito “sociale” e “popolare”; ma oggi che la sinistra italiana, o presunta tale, difende gli appalti dell’Alta velocità ferroviaria, figuriamoci che cosa gliene può fregare delle case dei cittadini, che per giunta in massima parte sono pure cittadini meridionali…

A noi, però, il tema interessa assai, proprio perché, di suo, racconta una distanza siderale tra la politica e la realtà, in bilico tra chi dagli abusivi vorrebbe solo i voti: la vecchia politica di centrodestra e centrosinistra; e chi, in questa fase, non ha ancora focalizzato di cosa si sta parlando: i grillini siciliani.

Così siamo andati a intervistare il professore Gangemi, per approfondire altri particolari di un storia che comincia negli anni ’70 del secolo passato e che sembra non avere fine.

Allora, professore, ci spiega perché, davanti a un problema che riguarda più di un milione di cittadini siciliani (delle citate 700 mila abitazioni abusive dobbiamo anche considerare i familiari dei proprietari), la politica della nostra Isola tace?

“Perché l’urbanistica porta male. Nel passato non ha portato fortuna a politici del calibro di Fiorentino Sullo e Amintore Fanfani. E la storia non è cambiata”.

Perché porta male?

“Perché l’urbanistica è un sistema di regole. E, spesso, non c’è il consenso della maggior parte delle persone. I politici avvistano il dissenso. E, se possono, lo evitano”.

E infatti, a parte alcune rivisitazioni, peraltro parziali e, in alcuni casi, dannose, l’ultima legge urbanistica della Sicilia risale al 1978: la legge regionale numero 71 del ’78…

“Per l’appunto”.

Insomma, la politica, con l’urbanistica, non può accontentare tutti. E allora rinvia…

“Per l’appunto”.

Mentre la politica temporeggia la magistratura è passata ai fatti, se è vero che sono iniziate le prime demolizioni delle abitazioni abusive.

“E’ vero, il tema, oggi, è padroneggiato dalla magistratura. Sono state annunciate demolizioni di massa. Ma come ho avuto modo di illustrare, le demolizioni di massa presuppongono appositi piani finanziari, perché le demolizioni costano: e costa anche il ripristino dei luoghi”.

Abbiamo parlato dell’assenza della politica: eppure, nel passato, la politica ha agevolato l’abusivismo edilizio, l’ha coccolato, ha approvato leggi di sanatoria edilizia e ha promesso sempre nuove sanatorie.

“E’ così. Oggi, però, sembra che gli abusivi, che non sempre sono responsabili dei fatti che gli vengono contestati, sono diventati i colpevoli per antonomasia: sembra, addirittura, che abbiano perso tutti i diritti. Dimenticando che, da quarant’anni a questa parte, i politici hanno sempre ipotizzato sanatorie. Forti di queste promesse della politica, l’abusivismo è andato avanti”.

La possiamo illustrare la storia del vincolo di inedificabilità assoluta entro i 150 metri dalla battigia introdotto, in Sicilia, nel 1976?

“Questa è un’altra storia veramente molto particolare. La legge regionale approvata nel 1976 – la legge numero 78 del 1976 – è una norma programmatica”.

Che significa?

“Significa che avrebbe dovuto avere valenza per gli strumenti urbanistici successivi”.

Quindi nel 1976 non è stato introdotto il vincolo di inedificabilità assoluta entro i 150 metri dalla battigia?

“Esatto”.

Ma allora quando è stato introdotto, in Sicilia, l’impossibilità di edificare abitazioni entro i 150 metri dalla battigia?

“Il vincolo di inedificabilità assoluta entro i 150 metri dalla battigia è stato introdotto in Sicilia con la legge regionale numero 15 del 1991. E’ con questa legge che si stabilisce l’inedificabilità assoluta assoluta a prescindere dagli strumenti urbanistici”.

Scusi, ma allora perché le abitazioni realizzate lungo le coste siciliane nel periodo che va dal 1976 al 1991 vengono considerate abusive?

“Perché nel 1991 il Parlamento siciliano ha approvato, di fatto, una legge retroattiva”.

Retroattiva?

“Sì, retroattiva. Si tratta di una norma interpretativa e si applica retroattivamente”.

E quindi chi pensava di aver costruito una casa a norma di legge, dopo l’approvazione di questa legge ‘interpretativa’, è diventato un abusivo?

“Esattamente. Moltissime famiglie non avevano alcuna intenzione di violare la legge. Sono tantissimi i casi di chi ha costruito con regolare concessione edilizia e si è ritrovato fuori legge”.

In tutto questo ci sono anche i Comuni che, zitti zitti, acquisiscono le abitazioni abusive insanabili e chiedono ai proprietari l’affitto e gli arretrati…

“In questo caso si tratta del cosiddetto diritto di abitazione previsto dalla legge regionale numero 17 del 1994, che in verità non era mai stato applicato”.

Quando scatterebbe questo diritto di abitazione?

“Quando il proprietario della casa abusiva dimostra di essere senza casa”.

A quanto abbiamo capito noi, sarebbero stati i Comuni a prendere l’iniziativa: siamo letteralmente sommersi da notizie in cui ci raccontano che questo o quel Comune avrebbe prima acquisito la casa abusiva insanabile per poi notificare la richiesta dell’affitto e degli arretrati. Ma una cosa del genere è normale?

“A mio modesto avviso, no, non è normale. Possibile che, pagando, la casa da abusiva insanabile diventa abitabile e agibile senza i dovuti accertamenti sismici? In ogni caso, sempre a mio avviso, questa è materia della magistratura”.

Ma non è strano che, contemporaneamente, ci siano case abusive insanabili già fatte abbattere dalla magistratura e case abusive per le quali i Comuni hanno chiesto e chiedono ai proprietari affitti e arretrati? Per alcuni l’abbattimento, per altri il pagamento: non c’è un po’ di confusione?

“Io direi che c’è molta confusione. Tra l’altro – e mi rivolgo agli abusivi che hanno cominciato a pagare l’obolo ai Comuni o che si accingono a pagare -: fate attenzione, perché c’è sempre la spada di Damocle della magistratura”.

Qual è il suo pensiero? Cosa si dovrebbe fare?

“Se dovesse passare la tesi delle demolizioni di tutte le abitazioni abusive della Sicilia consiglio ai sindaci di consegnare ai Prefetti le fasce tricolori, perché la situazione, in assenza di un piani finanziari e di un piano per il ripristino dei luoghi non sarebbe gestibile”.

In alternativa la soluzione quale dovrebbe essere? I Comuni siciliani che risanano i propri bilanci sulla pelle degli abusivi facendogli pagare l’affitto a vita e incamerando anche gli arretrati?

“Assolutamente no, i Comuni non possono approfittare di questa situazione per sistemare i propri conti. Tra l’altro, come ho già detto, ci sono tantissimi casi di famiglie che non avrebbero volto infrangere la legge e si sono ritrovati abusivi in forza di una legge retroattiva”.

Cosa si dovrebbe fare, allora?

“Serve una legge regionale condivisa da maggioranza e opposizione. Ciò non significa che, in casi estremi, non bisogna ricorrere alle demolizioni. Là dove le abitazioni sono state realizzate in aree a rischio – penso a quello che è avvenuto a Casteldaccia – è chiaro che si deve procedere con le demolizioni. Per il resto, va approvata, lo ribadisco, una legge uguale per tutti: non è possibile che in alcuni Comuni si proceda in un modo e in altri Comuni in altro modo”.

Lei stesso ha detto  che l’urbanistica non porta bene alla politica…

“E’ vero, ma la politica non può ignorare un problema sociale di questa portata. Solo a Palermo si contano 70 mila case abusive circa. E’ pensabile di abbatterle tutte? O è pensabile che il Comune di Palermo le acquisisca per chiedere affitti e arretrati? A me sembrano due soluzioni sbagliate e ingiuste”.

E se l’attuale Assemblea regionale siciliana non dovesse trovare il tempo o la voglia per approvare una legge di riforma urbanistica?

“Basterebbe una nuova norma interpretativa, limitando le demolizioni al minimo indispensabile”.

Intanto domani, Time Sicilia, annuncia la pubblicazione – sempre in materia di abusivismo edilizio – di una storia incredibile…

 Foto tratta da citta-in-rete-palermo.blogautore.repubblica.it

I Comuni ne hanno inventata un’altra per fare ‘cassa’ sulla pelle dei cittadini: acquisiscono le case abusive e le affittano…

“Abusivismo in Sicilia: si fermino le demolizioni e si lavori a una nuova legge urbanistica siciliana” 

Un esempio di casa abusiva insanabile acquisita dal Comune e poi affittata!

“Presidente Conte, ci aiuti: chiediamo solo pace per le nostre case”

 

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