Inopportune le nomine di Giovanni Ardizzone e Nino Caleca al CGA. A questo punto, meglio abolire TAR e CGA

3 dicembre 2018

Nulla da dire ai giudici del TAR e del CGA. Ciò che non convince di queste magistrature amministrative è il contesto in cui operano. Con spinte che arrivano dall’alto. Le nomine – inopportune – dell’ex presidente del Parlamento siciliano e dell’avvocato di Montante al CGA non fanno altro che alimentare i dubbi  

Vale la pena di continuare, in Sicilia, con il Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) e con il Consiglio di Giustizia Amministrativa? Non sarebbe meglio eliminare queste magistrature amministrative e tornare alla Giustizia ordinaria?

Il dubbio lo coltiviamo da tempo. Ma le nomine ‘politiche’ di questi giorni al CGA ci dicono che forse è arrivato il momento di chiudere il capitolo di queste due magistrature amministrative. Il riferimento, in questo caso, è alle nomine al Consiglio di Giustizia Amministrativa di Giovanni Ardizzone, già presidente del Parlamento siciliano, e di Nino Caleca, già assessore regionale del Governo di Rosario Crocetta.

Si tratta, in entrambi i casi, di due avvocati: ma di due avvocati impegnati in politica: da qui l’inopportunità di queste nomine.

Qualcuno potrebbe obiettare: le nomine, al CGA, di due avvocati impegnati in politica determinano tutti questi problemi?

La questione è un po’ più complessa. Per carità: nulla contro i giudici del TAR e del CGA e nulla contro i due nuovi nominati. Quello che non ci convince è il contesto nel quale rientra l’attività delle due magistrature amministrative.

La nostra sensazione è che TAR e CGA operino dall’alto e non dal basso. Nel caso del Consiglio di Giustizia Amministrativa il rapporto con i piani ‘alti’ è palese, perché le nomine sono arrivate direttamente dal Governo regionale.

Qualcuno potrà dire: ma è stato sempre così. Ma dove sta scritto che una prassi inopportuna debba essere reiterata?

Condividiamo quello che hanno scritto i parlamentari grillini dell’Assemblea regionale siciliana:

“La nomina di Nino Caleca al Consiglio di Giustizia Amministrativa da parte della Giunta Musumeci è assolutamente inopportuna, sia politicamente perché in assoluta continuità con il Governo Crocetta che lo aveva voluto assessore, che materialmente perché gli incarichi che ricopre e che ha ricoperto, sono a nostro avviso tutt’altro che compatibili con il ruolo di terzietà per cui è stato proposto”.

“Per Musumeci – spiegano i deputati – il principio dell’appartenenza supera a quanto pare quello della competenza, più volte sbandierata in campagna elettorale”.

“La figura in questione – attaccano i pentastellati – ha troppe relazioni con importanti imprenditori e politici tuttora in carica per poterne vagliare in maniera terza i procedimenti. Caleca è addirittura l’avvocato di Antonello Montante, nel cui processo la Regione siciliana si è appena costituita parte civile. Tra le altre cose, Caleca dal 1999 collabora con la rivista ‘Rassegna amministrativa siciliana’ edita dalla Di.Bi srl di Bagheria che, secondo quanto riportato da organi di stampa, appartiene al 50 per cento alla famiglia Montante. Insomma, senza voler entrare nel merito personale della figura di Caleca, i suoi ruoli nell’ambito degli incarichi che ricopre o ha ricoperto, sono assolutamente inopportuni con la sua nomina in CGA”.

Inopportuna a noi sembra anche la nomina di Ardizzone, che da presidente dell’Ars non ha dimostrato di essere al di sopra delle parti: tant’è vero che, in alcune occasioni – cosa veramente incredibile! – partecipava alle votazioni d’Aula sostenendo con il suo voto il Governo, quando è a tutti noti che il presidente di un Parlamento, per una questione di Bon ton istituzionale, si astiene.

Se questa è la magistratura amministrativa della Sicilia – lo ribadiamo – meglio sbaraccare TAR e CGA e affidare tutto alla Giustizia ordinaria.

Ultima considerazione sul presidente Musumeci e sul ‘centrosinistra’ siciliano.

Musumeci cerca di accreditarsi come un presidente della Regione di centrodestra. Ma il suo operato lo smentisce. E prova, invece, che Musumeci è ‘inciuciato’ dalla testa ai piedi con il centrosinistra, se è vero che dà abbondante ‘biada’ a questa parte politica, dagli uomini di Totò Cardinale (gestione dei rifiuti) e al PD (poltrone nella sanità).

Le nomine di Ardizzone e Caleca – entrambi di centrosinistra – sono la riprova che Musumeci governa la Regione con il centrosinistra, da Cardinale al PD. Questo, in politica, presidente Musumeci, che le piaccia o no, si chiama consociativismo.

Foto tratta da blogsicilia.it

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