terza pagina/”Ogni siciliano è, di fatti, una irripetibile ambiguità psicologica e morale…”

9 novembre 2018
La nostra rubrica dedicata alle pillole culturali: gli incipit tratti dai grandi romanzi, gli aforismi di scrittori e filosofi, i siciliani da non dimenticare, gli anniversari di fatti storici noti e meno noti, la Sicilia dei grandi viaggiatori, i proverbi della nostra tradizione e tanto altro ancora. Buona lettura

terza pagina

(a cura di Dario Cangemi)

 

Incipit

Un classico buongiorno. O, se preferite, un buon giorno ricordando un grande romanzo. Il modo migliore di iniziare una giornata: l’incipit di un grande libro. Se lo avete già letto sarà un bel ricordo. Se no, potrebbe invogliarvi alla lettura.

«Vorrei tanto lasciarmi andare, dimenticarmi, dormire. Ma non posso, soffoco: l’esistenza mi penetra da tutte le parti, dagli occhi, dal naso, dalla bocca…».

Jean-Paul Sartre, “La nausea”

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Pensieri sparsi

L’aforisma, la sentenza, sosteneva Nietzsche, sono le forme dell’eternità. L’aforisma é paragonato dal filosofo tedesco alle figure in rilievo, che, essendo incomplete, richiedono all’osservatore di completare ‘’col pensiero ciò che si staglia davanti’’.

«Immenso sarà il dolore che apparirà ai tuoi occhi, e in questo dolore sarai felice.

Fëdor Dostoevskij, “I fratelli Karamazov”

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Siciliani notevoli da ricordare

Ricordiamo oggi… Francesco Granata (giornalista) (Giarre, 16 settembre 1895 – Catania, 9 novembre 1984) Giornalista, saggista, critico letterario, scrittore. Combattente della grande guerra 1915-1918, fu insignito della croce di cavaliere di Vittorio Veneto. Iscritto all’Ordine Nazionale dei Giornalisti, Penna d’oro del Convivio Letterario e Primo premio per la poesia dialettale siciliana al concorso sul tema: Gli occhi delle donne (Gardone Riviera 1954).

I suoi interessi culturali furono vari: prosa e poesia, italiano e siciliano furono da lui ugualmente coltivati. In più di mezzo secolo di attività letteraria e pubblicistica ha collaborato ad almeno una quindicina di giornali, riviste e periodici vari anche stranieri, tra cui: il quotidiano «La Sicilia» e la rivista «La Tecnica della Scuola», di Catania; alla rivista «Biologia Culturale» di Roma; al «Convivio Letterario» di Milano, e, con poesie in italiano e in siciliano, alle riviste «il Meglio» di Foggia, «Relations Latines» di Napoli e al predetto «Convivio». I suoi scritti, di rigorosa ricerca delle fonti, avevano tutti una certa vena poetica.

La sua novella Mamma, dammi il sole!, già pubblicata nel quotidiano catanese «La Sicilia», è stata premiata al Convegno di Castelfiorito Semprinia (22-25 sett. 1972), organizzato dal Convivio Letterario di Milano.

Un Diplome d’Honneur gli è stato conferito per le sue liriche presentate ai XVI Festival de la Poesie italienne, tenutosi a Parigi il 25 giugno 1972.

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Eventi e fatti storici

•1729 – Spagna, Francia e Inghilterra firmano il Trattato di Siviglia Il trattato di Siviglia fu un trattato di pace, stipulato nel novembre 1729, che pose fine alla guerra anglo-spagnola iniziata nel 1727.

Altri accadimenti

•9 novembre 1902

Nel 1902 dal 9 all’11 novembre, si tenne a Messina il secondo Congresso nazionale dell‘ANCI (Associazione Nazionale dei Comuni Italiani) a cui partecipò intervenendo da protagonista Luigi Sturzo, come delegato del sindaco di Caltagirone, che pochi giorni prima, il 5 e il 6 novembre aveva promosso a Caltanissetta, il Primo Convegno dei Consiglieri Cattolici Siciliani, dove aveva fatto approvare il “Programma municipale cattolico”, la prima bozza programmatica dei consiglieri cattolici in Italia.

•1494 – La famiglia Medici viene cacciata per la seconda volta da Firenze.

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Viaggio e cultura: il rapporto degli scrittori con la Sicilia

Se il viaggio è desiderio di conoscere l’altro e, al tempo stesso, possibilità di riconoscere se stessi. E’ affascinante notare come la Sicilia rappresenta per chi non vi è nato un’attrazione irresistibile, calamitando fantasie e immaginari dei viaggiatori stranieri che, forti della propria identità, vengono in Sicilia per capirne la conclamata diversità e forse trovano per lo più quello che credevano di voler trovare secondo la loro formazione, i loro desideri. Quando pensiamo alla Sicilia, inevitabilmente i ricordi personali si sovrappongono alle descrizioni letterarie, così come i fatti di attualità si intrecciano con le fantasie mitologiche e il folklore si confonde con i luoghi comuni, suggerendo all’immaginazione percorsi alternativi.

«La mafia sarà vinta da un esercito di maestri elementari».

Parliamo oggi del rapporto tra Gesualdo Bufalino e la sua amata Sicilia. Scrittore, poeta e aforista italiano, Gesualdo Bufalino tratteggiava con un effetto di potente fascinazione la natura del siciliano e della sua terra. Da acuto osservatore e profondo conoscitore della realtà isolana, però, il Comisano era ben consapevole che l’essenza siciliana racchiudeva un insieme di sfumature ben più ampio. È, in fondo, la meraviglia e la condanna dell’appartenenza a questo luogo, il paradosso di chi per qualche istante sembra avere il mondo sul palmo della mano e l’attimo dopo, deluso per essere stato vinto dal destino, si chiude nel-la sua diffidenza.

Nell’immaginario comune, infatti, l’appartenenza ad un territorio circondato dal mare viene istintivamente associata ad una presunta omogeneità di usi e costumi, di pensieri e di intenzioni: nessuno, o quasi, immagina il siciliano come un’isola dentro l’Isola. Nelle parole dello scrittore di Comiso il fascino e il paradosso di tutta una terra e dei suoi abitanti. Tra vitalismo e pessimismo, tra illusione di felicità e paura della morte, un ritratto profondo del-l’essenza siciliana che ci porta ad essere un’isola nell’Isola

“Ogni siciliano è, di fatti, una irripetibile ambiguità psicologica e morale. Così come l’isola tutta è una mischia di lutto e di luce’’.

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La scuola poetica siciliana

La scuola poetica siciliana è la prima forma di letteratura laica in Italia. Suo promotore fu l’Imperatore Federico II di Svevia. Questa scuola vide il suo apice tra il 1230 e il 1250. Nacque come una poesia di corte, infatti autori dei più noti sonetti sono lo stesso Federico II e membri della sua corte quali Pier delle Vigne, Re Enzo, figlio di Federico, Rinaldo d’Aquino, Jacopo da Lentini (funzionario della curia imperiale), Stefano protonotaro da Messina…La lingua usata era il siciliano o meglio il siculo-appulo.

‘’Lontano amore manda sospiri,

merzé cherendo inver l’amorusa,

che falso non mi degia teniri,

chè falsitate già non m’acusa’’.

Giacomino Pugliese (XIII secolo)

Lontano amore manda sospiri

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Proverbi Siciliani

Il proverbio è la più antica forma di slogan, mirante non già ad incentivare l’uso di un prodotto commerciale, bensì a diffondere o a frenare un determinato habitus comportamentale, un particolare modo di valutare le cose, di interpretare la realtà.

Megghiu un cattivu accordu ca ‘na bona sentenza.

(Meglio un poco conveniente accordo fra i contendenti che ricorrere alla sentenza del giudice).

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