Il Presidente del Consiglio Conte a Palermo dopo l’alluvione di ieri: e Musumeci restò fuori…

4 novembre 2018

Nella  terra degli ‘spagnolismi’, anche nel giorno del lutto per i morti provocati dalla tempesta di acqua di ieri, non mancano le polemiche. A sollevarle è il presidente della Regione, Nello Musumeci, che lamenta di non essere stato preso in considerazione dal cerimoniale che la Prefettura di Palermo ha previsto per l’arrivo, oggi, del capo del Governo Conte a Palermo 

Nel giorno della tragedia, quando la Sicilia piange i nove morti di Casteldaccia, il morto di Vicari e i due dispersi nell’Agrigentino, proprio nelle ore in cui il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, si è catapultato a Palermo per dare solidarietà ai familiari delle vittime, impegnandosi di persona per dichiarare lo stato di emergenza, c’è anche chi ha voglia di fare polemica. E’ il presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, che forse lamenta di essere stato messo di lato.

Scrive Musumeci in un comunicato:

“Ho appreso dalla viva voce del prefetto di Palermo e dai funzionari della Digos che il cerimoniale del presidente Conte non mi avrebbe consentito di accedere al Policlinico, dove avrei voluto accogliere il premier e, assieme a lui, rendere l’omaggio alle vittime di questa notte e portare ai familiari il cordoglio della comunità siciliana. Il profondo rispetto per i morti di questa sciagura mi ha indotto ad assumere una condotta improntata al senso di responsabilità: ho preferito, senza plateali polemiche, fare rientro alla Presidenza della Regione per presiedere la seduta dalla Giunta e decidere quali ulteriori misure debbano essere adottate a partire da domani, dopo quelle deliberate e realizzate nei giorni scorsi”.

E ancora:

“Sia chiaro, questa inaudita vicenda, che non ha precedenti nella storia della Regione siciliana, allarma e suscita indignazione. Non cerco il rispetto per la mia persona, ma lo pretendo per l’Istituzione che rappresento e per il popolo siciliano. E questo vale per tutte le istituzioni, anche per il presidente del Consiglio”.

Da quello che si capisce, Musumeci lamenta di non avere avuto accesso al Policlinico universitario di Palermo dove era atteso il capo del Governo italiano, Conte.

Dopo di che Musumeci si contraddice un po’: scrive che per rispetto dei morti ha assunto “una condotta improntata al senso di responsabilità”: niente plateali polemiche e rientro a Palazzo d’Orleans, sede della presidenza della Regione.

Ma allora perché ha scritto e diramato un comunicato stampa polemico, sottolineando “l’inaudita vicenda”? 

A quanto pare le polemiche sembrano accompagnare il Presidente Conte quando viene in visita in Sicilia: l’ultima volta il sindaco della città, Leoluca Orlando, non è andato a riceverlo perché il Governo di Roma ha tagliato i fondi per le periferie: e Orlando, si sa, i tagli li accettava quando li effettuava il Governo Renzi: basti pensare ai due ‘Patti scellerati’ firmati da Renzi con l’allora presidente della Regione, il ‘geniale’ Rosario Crocetta: tagli molto più ‘pesanti’ di quelli alle periferie, sui quali Orlando ha taciuto.

Ora è stato il cerimoniale della Prefettura di Palermo – forse memore della recente non-cortesia di Orlando – che non avrebbe ‘calcolato’ il presidente della Regione.

In ogni caso, lamentele di Musumeci a parte, è apprezzabile che il Presidente del Consiglio sia arrivato in Sicilia all’indomani della tragedia:

“Le regioni più martoriate – ha dichiarato il capo del Governo nazionale – sono Calabria, Sardegna, Sicilia, e si sono aggiunti Veneto, Friuli, Liguria, le Province autonome di Trento e Bolzano, e oggi anche il basso Lazio. Stiamo esaminando tutte le richieste pervenute, e sicuramente nel prossimo Consiglio dei ministri, se necessario lo faremo straordinario perché non previsto, decreteremo lo stato di emergenza. Stiamo facendo un esame contabile delle somme esatte disponibili. Sicuramente, poi, le dovremo integrare”.

Conte ha parlato di alcuni entri abitati della Sicilia isolati. E si è detto pronto a far intervenire i mezzi aerei.

Noi, ieri mattina, circa dodici ore prima della grande e spaventosa pioggia di ieri sera, abbiamo dato la notizia del presidente di Confagricoltura Sicilia, Ettore Pottino, rimasto prigioniero nella sua azienda agricola, in una contrada di Resuttano, per la frana dell’unica strada di collegamento (QUI IL NOSTRO ARTICOLO).

Conte ha annunciato interventi per affrontare i problemi legati al dissesto idrogeologico. Ma forse non sa che la Sicilia convive con il dissesto idrogeologico: a Palermo, ad esempio, una parte dei 15 km del Tram passa da una zona che è stata definita ad “a rischio molto elevato” (COME POTETE LEGGERE QUI): ma non gliene frega niente a nessuno. Solo se dovesse succedere qualcosa, al limite, si affronterà la questione…

 

 

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