terza pagina/ “Sicilia e Irlanda: le due grandi isole letterarie”

15 ottobre 2018

La nostra rubrica dedicata alle pillole culturali: gli incipit tratti dai grandi romanzi, gli aforismi di scrittori e filosofi, i siciliani da non dimenticare, gli anniversari di fatti storici noti e meno noti, la Sicilia dei grandi viaggiatori, i proverbi della nostra tradizione e tanto altro ancora. Buona lettura

terza pagina

(a cura di Dario Cangemi)

 

Incipit

Un classico buongiorno. O, se preferite, un buon giorno ricordando un grande romanzo. Il modo migliore di iniziare una giornata: l’incipit di un grande libro. Se lo avete già letto sarà un bel ricordo. Se no, potrebbe invogliarvi alla lettura

“Avevo sempre creduto che morire d’amore non fosse altro che una licenza poetica. Quel pomeriggio constatai che non solo era possibile morire, ma anche che io stesso stavo morendo d’amore. Però mi resi pure conto che era valida la verità contraria: non avrei cambiato con nulla al mondo le delizie della mia sofferenza”.

Gabriel Garcia Marquez, “Memorie delle mie puttane tristi”

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Pensieri sparsi

L’aforisma, la sentenza, sosteneva Nietzsche, sono le forme dell’eternità. L’aforisma é paragonato dal filosofo tedesco alle figure in rilievo, che, essendo incomplete, richiedono all’osservatore di completare ‘’col pensiero ciò che si staglia davanti’’.

‘’Autunno mansueto, io mi posseggo e piego alle tue acque a bermi il cielo, fuga soave d’alberi e d’abissi’’.

S. Quasimodo

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Siciliani notevoli da ricordare

Ricordiamo oggi, 15 ottobre, la morte di Ignazio Papè Ballo, protonotaro del Regno, luogotenente e maestro di cerimonie del Regno di Sicilia. Morì a Palermo il 15 ottobre 1822, all’età di 78 anni. Gli subentra il primogenito Salvatore Papè Gravina che sposa a Palermo Vittoria Vanni. Fu pretore e morì il 24 luglio 1870.

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Eventi e fatti storici

Battaglia di Milazzo, 15 ottobre 1718

La battaglia di Milazzo fu combattuta il 15 ottobre 1718 nelle vicinanze della città di Milazzo, tra il Regno di Spagna e l’Impero austriaco, durante la guerra della Quadruplice Alleanza.

Il re Filippo V di Spagna, frustrato per la perdita dei suoi possessi italiani dopo la guerra di successione spagnola, invase la Sardegna divenuta possesso austriaco, nell’agosto del 1717 e la Sicilia, passata a Vittorio Amedeo II, duca di Savoia, nel luglio del 1718. Il re spagnolo trasse vantaggio dal vuoto di potere creatosi in Francia dopo la morte di Luigi XIV e dal fatto che l’Austria fosse impegnata nella guerra austro-turca del 1716-18. Ma il 21 luglio 1718 il trattato di Passarowitz segnò la fine della guerra con l’impero ottomano. Nel frattempo gli spagnoli, con un’armata di 30.000 uomini al commando di Jean François de Bette, marchese di Lede, invase l’isola occupandola completamente con l’eccezione di una zona intorno a Messina posta sotto assedio dal 18 luglio.

L’11 agosto, nella battaglia di Capo Passero, la flotta britannica, condotta da Sir George Byng, attaccò e distrusse la flotta spagnola, senza che vi fosse stata una dichiarazione di guerra. Il 13 ottobre, la flotta britannica sbarcò l’armata austriaca, precedentemente creata a Napoli dal viceré austriaco von Daun, vicino Milazzo in modo da eliminare l’assedio portato avanti dalle forze spagnole. Questi avvenimenti portarono alla battaglia del 15 ottobre.

Gli austriaci ebbero 1500 fra uccisi o feriti e 300 prigionieri. Gli spagnoli persero 1500 uomini, fra uccisi o feriti, e 200 prigionieri. Messina venne presa dagli spagnoli ma il marchese di Lede perse l’opportunità di scacciare completamente gli austriaci dall’isola lasciandogli la testa di ponte intorno a Milazzo. Questa posizione e la supremazia navale, conseguenza di Capo Passero, diede agli austriaci la possibilità di inviare altre truppe nell’anno successivo, il che portò alla Battaglia di Francavilla. (sefferhouse.eu)

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Viaggiatori in Sicilia

Se il viaggio è desiderio di conoscere l’altro e, al tempo stesso, possibilità di riconoscere se stessi. E’ affascinante notare come la Sicilia rappresenta per chi non vi è nato un’attrazione irresistibile, calamitando fantasie e immaginari dei viaggiatori stranieri che, forti della propria identità, vengono in Sicilia per capirne la conclamata diversità e forse trovano per lo più quello che credevano di voler trovare secondo la loro formazione, i loro desideri. In passato, l’identità univoca dei centri da cui provenivano i viaggiatori, bagaglio e ideale di cultura di cui erano portatori e di cui cercavano conferma in Sicilia, si è scontrata con l’identità plurale dell’isola in cui giungevano, quella pluralità tipica delle periferie e pure delle dimore di frontiera, con il loro intreccio di genti e di culture.

Raccontiamo oggi il viaggio, l’avventura di Patrick Brydone (Coldingham, 6 gennaio 1736 – Lennel House, 19 giugno 1818) scienziato, militare e viaggiatore scozzese. Partì nel 1767 per un viaggio fra Italia e Malta. Giunse in Sicilia nel 1770. Visitò l’isola rimanendo colpito dallo splendido scenario portuale della città di Messina con la cosiddetta “Palazzata” o “Teatro marittimo”, dal vulcano Etna, da Taormina, Siracusa e da Palermo dove ebbe modo di vedere il Festino di Santa Rosalia. Descrisse anche la «degna confraternita» ovvero l’intrecciato connubio fra nobiltà, potere locale e malfattori. Rientrò in Scozia nel 1771, dopo essere ripassato da Napoli, Roma e Svizzera. Pubblicò Viaggio in Sicilia.

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Rapporti tra scrittori e la Sicilia

Quando pensiamo alla Sicilia, inevitabilmente i ricordi personali si sovrappongono alle descrizioni letterarie, così come i fatti di attualità si intrecciano con le fantasie mitologiche e il folklore si confonde con i luoghi comuni, suggerendo all’immaginazione percorsi alternativi

‘’La Sicilia è indubbiamente una delle due grandi isole letterarie del continente, l’altra è l’Irlanda. Entrambe hanno un’importantissima tradizione di scrittori e poeti, al punto che si dovrebbe riflettere sul legame specifico che esiste tra la condizione insulare e il bisogno di scrittura. Un bisogno spesso strettamente legato al tema della nostalgia, visto che, quando gli scrittori vivono lontani dall’isola natia, sublimano la nostalgia attraverso la scrittura’’.

(Daniel Pennac)

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La scuola poetica siciliana

La scuola poetica siciliana è la prima forma di letteratura laica in Italia. Suo promotore fu l’Imperatore Federico II di Svevia. Questa scuola vide il suo apice tra il 1230 e il 1250. Nacque come una poesia di corte, infatti autori dei più noti sonetti sono lo stesso Federico II e membri della sua corte quali Pier delle Vigne, Re Enzo, figlio di Federico, Rinaldo d’Aquino, Jacopo da Lentini (funzionario della curia imperiale), Stefano protonotaro da Messina…La lingua usata era il siciliano o meglio il siculo-appulo.

‘’Assai mi placeria

se zo fosse ch’Amore

avesse in sè sentore

di ’ntendere e d’audire:

ch’eo li rimembreria,

como fa servidore

per fiate a suo segnore,

meo luntano servire;

e fariali a savire

lo mal di ch’eo non m’oso lamentare

a quella che ’l meo cor non pò ubriare

M’Amor non veo, e de lei so temente,

per che meo male adesso è plu pungente.

Amor sempre mi vede

ed àmi in suo podire,

m’eo non posso vedire

sua propia figura….’’

Stefano Protonotaro

XIII secolo

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