Paolo Amenta: “Le elezioni provinciali, in Sicilia, sono una follia”

14 ottobre 2018

Il vice presidente dell’ANCI Sicilia, Paolo Amenta, che si occupa di questioni finanziarie, spiega anche il perché non ha senso celebrare le elezioni provinciali: perché non serve eleggere amministratori che poi non potrebbero gestire i servizi per mancanza di soldi. Sarebbe solo un “dopolavoro per i sindaci”. Il fallimento della legge Delrio 

Il Governo regionale di Nello Musumeci ha fatto sapere che, tra qualche mese, verranno celebrate le elezioni per eleggere i rappresentanti delle Province o ex Province. In Sicilia le Province, lasciate tutte senza soldi, sono sempre le stesse: gli hanno solo cambiati i nomi: si chiamano Città metropolitane di Palermo, Catania e Messina e Consorzi di Comuni per le altre sei Province. Esempio del finto riformismo targato PD.

Non sarà un voto democratico: i cittadini siciliani non eleggeranno direttamente il presidente e i consiglieri provinciali. Verranno celebrate elezioni di secondo grado: a votare saranno i sindaci e i consiglieri comunali: una secca riduzione della democrazia.

La Sicilia – il Parlamento siciliano – ha cercato di ripristinare la democrazia. Ma la Corte Costituzionale ha detto no alla legge siciliana. Con una motivazione che è tutto un programma. Siccome la legge nazionale di ‘riforma’ delle Province (che prende il nome dall’ex Ministro ‘scienziato’ del PD, Graziano Delrio) è una ‘grande legge di riforma’, in Sicilia si applica la legge nazionale.

Peccato che la legge Delrio fa acqua d tutte le parti, ha fatto fallire quasi tutte le grano ex Province italiane e sta per essere cambiata.

Ma noi, in Sicilia, siamo abituati, dal lontano 1957, a subire le sentenze della Corte Costituzionale, quasi sempre sfavorevoli alla Sicilia. L’Autonomia siciliana, oltre che dagli ‘ascari’ che hanno governato la nostra Regione, è stata non applicata e distrutta anche grazie alla Consulta.

Ma il tema che vogliamo trattare oggi non è la Corte Costituzionale e le sue sentenze anti-siciliane. Oggi parliamo delle imminenti elezioni provinciali in Sicilia. E ne parliamo con Paolo Amenta, vice presidente dell’ANCI Sicilia (Associazione Nazionale Comuni Italiani).

Paolo Amenta, all’ANCI Sicilia, si occupa di questioni finanziarie. E segue da vicino le vicende delle ex Province della nostra Isola.

Allora Amenta, come commenta le imminenti elezioni provinciali di secondo grado?

“E come le devo commentare? Mi sembra una follia bell’e buona”.

In che senso?

“Che è una decisione politica, quella di celebrare queste elezioni di secondo grado, senza né capo, né coda”.

Possiamo illustrare il perché?

“Il perché è semplice. All’ANCI Sicilia abbiamo calcolato le risorse finanziarie che occorrono per far funzionale le tre Città metropolitane e i sei Consorzi di Comuni della nostra Isola. Con riferimento, ovviamente, alle competenze che la legge Delrio assegna alle ex Province. Ebbene, ci vogliono circa 500 milioni di euro. Il problema è che, attualmente, mettendo insieme Stato e Regione siciliana, le ex Province siciliane hanno a disposizione 111 milioni di euro. Che senso ha far celebrare le elezioni provinciali se mancano le risorse finanziarie per far funzionare le ex Province?”.

Lei, in realtà, queste cose lei dice da anni…

“E’ vero, sono cose che ripeto da anni. E, in molti casi, siete stati proprio voi de I Nuovi Vespri e riportare il mio pensiero. Ma, come potete notare, non serve a nulla. La legge Delrio affida alle ex Province le competenze in materia di manutenzione delle strade provinciali, degli edifici scolastici, l’accompagnamento a scuola degli studenti disabili, la gestione della Centrale per gli appalti e anche i Centri per l’impiego”.

I Centri per l’impiego? Gli uffici strategici per l’applicazione del reddito di cittadinanza? 

“Per l’appunto”.

Ma se l’immagina le ex Province siciliane, che non hanno nemmeno i soldi per pagare i dipendenti, che gestiscono i Centri per l’impiego…

“No, non lo voglio nemmeno immaginare”.

Perché, a suo avviso, l’attuale Governo regionale vuole celebrare le elezioni provinciali di secondo grado?

“Mah, forse per istituire una sorta di dopolavoro di sindaci e consiglieri comunali…”.

I sindaci, che già amministrano Comuni con mille problemi, on in testa la mancanza di soldi, dovrebbero, se eletti presidenti delle ex Province, lasciare il proprio Comune per andare a gestire le ex Province senza soldi! Non è una commedia dell’assurdo?

“Sì, l’ho detto: è una follia. Gli eletti ai vertici delle ex Province dovrebbero andare a gestire servizi importantissimi per la comunità senza avere le risorse finanziarie. Dovrebbero firmare documenti e assumersi pesanti responsabilità. Tutto questo, lo ribadisco, non ha senso. E mi meraviglio che il Ministro della Funzione pubblica, Giulia Bongiorno, che peraltro è siciliana, non sia ancora intervenuta”.

 

A proposito di mancanza di risorse finanziarie, ha notizie dei fondi del ‘Patto per il Sud’, tanto celebrati ai tempi del Governo Renzi?

“Stavo per chiederlo a lei…”.

Quindi ‘sti fondi del ‘Patto per il Sud’ non ci sono?

“Noi, fino ad oggi, di questi fondi non abbiamo notizie”.

 

 

 

 

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