L’ascarismo del Governo Musumeci sulle esattorie: consegnare tutto all’Agenzia delle Entrate

26 settembre 2018

Incapaci di governare e di assumersi le responsabilità, i protagonisti del Governo Musumeci percorrono a grandi falcate i sentieri dell’ascarismo: stanno cedendo all’ANAS (all’ANAS!) le autostrade Pa-Me, Me-Ct e Siracusa Gela e, adesso, si accingono a regalare la riscossione dei tributi a ruolo all’Agenzia delle Entrate. Con i grillini e Vincenzo Figuccia che gli reggono il ‘moccolo’. L’ingenuità dei dipendenti di Riscossione Sicilia spa

Che cosa significa per il presidente della Regione, Nello Musumeci, e per i suoi assessori governare la Sicilia? Finire di trasformare in colonia quello che resta della nostra Isola, trasferendo a Roma ‘pezzi’ di amministrazione regionale e, di conseguenza, continuare a svendere l’Autonomia siciliana. Sarà così per le autostrade e sarà pure così per la riscossione dei tributi a ruolo. Vergogne & ascarismo che si sommano a vergogne & ascarismo.

E’ noto che il Governo regionale, per manifesta incapacità di gestire tre importanti autostrade siciliane – la Palermo-Messina, la Messina-Catania e la Siracusa-Gela – ha deciso di affidarle all’ANAS: a quell’ANAS che, fino ad oggi, ha gestito malissimo autostrade e strade della nostra Isola.

Ma a Musumeci e all’assessore alle Infrastrutture, Marco Falcone, il gioco conviene: meno responsabilità e più tempo da dedicare alle clientele.

La stessa cosa sta avvenendo con Riscossione Sicilia spa, la società regionale che gestisce la riscossione dei tributi a ruolo in Sicilia. Il Governo Musumeci finge di nominare i vertici della società, proponendo nomi che il Parlamento siciliano ‘boccia’.

E’ successo durante i lavori della prima commissione legislativa dell’Ars (Affari istituzionali) che ha detto no a due dei tre nomi indicati per il consiglio di amministrazione della società. Nomina che sarebbe servita a poco, perché entro la fine il Governo Musumeci e l’Assemblea regionale siciliana contano di sbarazzarsi del servizio di Riscossione dei tributi a ruolo per dare tutto in mano a all’Agenzia delle Entrate.

Rimane incomprensibile il ruolo dei venti parlamentari grillini all’Assemblea regionale siciliana che, di fatto, stanno partecipando alla svendita di un pezzo di Autonomia siciliana.

Ricordiamo che lo Statuto prevede che la Sicilia si doti di una propria Agenzia delle Entrate: previsione statutaria mai messa in atto. Dopo la riforma fiscale dei primi ’70 del secolo passato, alla Sicilia sono rimaste le esattorie per la riscossione dei tributi con i cosiddetti ruoli.

La gestione delle esattorie in Sicilia è sempre stata ‘complicata’. Con l’ombra di gestioni molto chiacchierate. Si comincia tra il 1959 e il 1960, quando il terzo ed ultimo Governo regionale del democristiano ‘ribelle’, Silvio Milazzo, consegna le esattorie a due famiglie: i Cambria di Messina e i Salvo di Salemi.

La gestione di queste due famiglie si conclude nel 1981, quando subentra una società composta da quattro banche allora pubbliche: la Sogesi. (le banche, per la cronaca, erano il Banco di Sicilia, la Sicilcassa, il Monte dei Paschi di Siena e la Banca san Paolo di Torino).

Poi arriverà la stagione del Monte dei Paschi di Siena unico gestore. E poi gestioni a spizzichi e bocconi, in salsa regionale, che arrivano fino ai nostri giorni.

Nessuna (o quasi) ha mai capito perché i Salvo e i Cambria, con le esattorie, guadagnavano un sacco di soldi, mentre la gestione pubblica è sempre stata fallimentare.

Negli ultimi anni, oltre a una gestione non brillante, c’è la voglia dei dipendenti di Riscossione Sicilia spa di passare sotto le bandiere dell’Agenzia delle Entrate. Sono convinti che, passando sotto le bandiere di Roma, rischieranno meno e guadagneranno di più.

E’ così? No. Perché in Sicilia il numero di poveri è ormai altissimo. E molti di questi soggetti – disoccupati – non possono pagare. Negli ultimi anni i Comuni, lasciati senza soldi da Roma e dalla Regione, hanno moltiplicato tutte le diavolerie possibili per tartassare i cittadini tra contravvenzioni, controlli, ZTL e via continuando.

Ma molti di questi cittadini non pagano perché non hanno come pagare. E tutti finisce a Riscossione Sicilia.

Musumeci e compagni – e supponiamo anche i deputati grillini – pensano che trasferendo tutto all’Agenzia delle Entrate i siciliani potranno essere ‘spremuti’ meglio.

In realtà, l’inasprimento della pressione sui cittadini morosi avrà effetti negativi soprattutto sulle imprese siciliane, con in testa quelle commerciali, che potranno essere attaccate meglio. E di questo si stanno assumendo la responsabilità coloro i quali stanno smantellando Riscossione Sicilia spa per regalare anche questo servizio allo Stato.

Tornando a quanto avvenuto in terza commissione dell’Ars, solo per il presidente indicato – Vito Branca – è arrivato il gradimento della stessa commissione. Mentre le nomine di Massimo Giaconia e Gaetana Palermo, per via degli incarichi ricoperti presso i Comuni di Caltagirone ed Enna dove sono rispettivamente assessore e consigliere comunale, sono state ‘inchiummate’.

Lo ribadiamo: il Governo Musumeci ha indicato i due soggetti di Caltagirone ed Enna sapendo che li avrebbero ‘bocciati’. E se così non fosse stato ci avrebbe guadagnato due posti per due suoi sodali.

Sette i voti contrari ai due mancati consiglieri di amministrazione: tutti quelli dell’opposizione, ovvero Giuseppe Lupo e Antonello Cracolici del PD, dei grillini Giancarlo Cancelleri, Elena Pagana, Gianina Ciancio, Matteo Mangiacavallo e di Claudio Fava.

Il presidente Branca è passato con cinque voti: due della maggioranza e tre dell’opposizione.

Intanto i dipendenti di Riscossione Sicilia, sorretti dai sindacati, hanno iniziato a protestare. Ai dipendenti del fatto che la Sicilia perderà un altro ‘pezzo’ della propria autonomia non gliene può fregare di meno. Loro, lo ribadiamo, si illudono che l’Agenzia delle Entrate li renderà ricchi…

Al gioco delle parti – l’abbiamo già accennato – partecipano pure i parlamentari del Movimento 5 Stelle.

“Nei giorni scorsi – si legge nel comunicato dei grillini – abbiamo espresso perplessità sui profili individuati dal Governo per Riscossione Sicilia, perché riteniamo inopportuno che chi ricopre un incarico politico, di assessore o consigliere, all’interno di un organo politico, possa contemporaneamente rivestire il ruolo di componente del Cda di una società partecipata dalla Regione”.

“Nelle scorse settimane – conclude la nota dei grillini – nonostante le legittime e ripetute richieste delle opposizioni, il Governo è stato assente in commissione, dimostrando una totale mancanza di sensibilità sul tema e rifiutandosi di illustrare la propria visione progettuale, ammesso che ci sia, e di rilancio della società”.

Una recita, peraltro anche goffa, dal momento che i deputati regionali grillini sanno benissimo che il Governo Musumeci si vuole sbarazzare di Riscossione Sicilia per eliminare un altro ‘pezzo’ di Autonomia (è noto che la tradizione fascista è sempre stata contraria all’Autonomia siciliana) e per consegnare i siciliani alla ‘mannaia’ dell’Agenzia delle Entrate.

Che dire? Che anche Cancelleri e compagni stanno cominciando a gustare la mela avvelenata dell’ascarismo!

Un altro parlamentare che partecipa alla recita a soggetto su Riscossione Sicilia è Vincenzo Figuccia: come i grillini, anche lui fa finta di non sapere che il Governo si vuole sbarazzare di questa società.

Figuccia fa di più: anche lui è convinto che affidare il servizio all’Agenzia delle Entrate sia cosa buona e giusta. Vorrebbe, infatti, la nomina del nuovo Consiglio di amministrazione per procedere “alla liquidazione di Riscossione Sicilia, al fine di poter garantire il passaggio dei dipendenti all’Agenzia nazionale”, cioè all’Agenzia delle Entrate.

Insomma, quasi tutti d’accordo per svendere un altro ‘pezzo’ di Autonomia siciliana a Roma. Il trionfo dell’ascarismo…

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