Palermo e il gioco delle parti tra Comune e AMAT

5 luglio 2018

Quella che va in scena in questi giorni tra Comune di Palermo e AMAT è un gioco delle parti. Dal quale si è chiamato fuori il presidente della stessa AMAT, Antonio Gristina. E’ bene informare i cittadini palermitani che, alla fine di questa recita, a pagare saranno loro… Ricordiamo che, negli anni passati sui disastri finanziari del Comune delle Aziende comunali sono agli atti le denunce politiche di Nadia Spallitta 

Hanno fatto tutto insieme: sempre. Ma adesso che i nodi stanno venendo al pettine sembra che i ‘colpevoli’ del disastro finanziario dell’AMAT siano solo i vertici dell’Azienda del Comune di Palermo che si occupa del trasporto delle persone (o quasi) gestendo autobus e gli scalcagnati e costosissimi 15 Km di Tram cittadino.

Purtroppo la memoria non è patrimonio della politica. Chi ha un po’ di memoria, infatti, ricorderà che negli ultimi due anni della passata consiliatura l’allora vice presidente del Consiglio comunale vicario di Palermo, Nadia Spallitta, ha condotto una lunga battaglia politica per fare luce sugli sprechi – in alcuni casi veramente incredibili – dell’AMAT.

IN CALCE TROVATE TUTTI GLI ARTICOLI SULL’AMAT CHE QUESTO BLOG HA SCRITTO NEGLI ANNI PASSATI.

Non solo. All’AMAT – che era già in difficoltà – è stata affidata la gestione dei 15 Km di Tram cittadino: Tram che, ogni anno, costa un pozzo di soldi (circa 10 milioni di euro all’anno: una follia!).

Come mai come mai, nel dicembre del 2015, il Comune ha deciso di affidare all’AMAT la gestione del Tram? La gloriosa Unione Europea, per l’affidamento di questi servizi, non prevede il ricorso a un bando pubblico?

La verità è che, se fosse stato fatto un bando pubblico, nessun privato si sarebbe presentato per gestire il Tram di Palermo. Per un motivo semplice: perché avrebbe dovuto fare pagare ai cittadini un biglietto per una corsa non meno di 10 euro: cosa improponibile.

Così il servizio è stato affidato all’AMAT, ben sapendo che ciò avrebbe comportato costi insostenibili per la stessa AMAT.

E che tutti sapevano tutto è provato dal fatto che, sempre nel dicembre del 2015, il Consiglio comunale ha approvato l’istituzione di una Zona a Traffico Limitato per finanziare il Tram (COME POTETE LEGGERE QUI). Operazione fallita miseramente in un quadro di illegittimità, perché la ZTL di Palermo calpesta una legge regionale (la Corte Costituzionale ha stabilito che tale legge si applica, dando torto al Comune di Palermo: ma nella città della ‘legalità’ la ZTL, pur essendo illegittima, è ancora in vigore!).

Ribadiamo: Comune di Palermo e AMAT hanno fatto tutto insieme.

Solo da qualche settimana il Comune di Palermo, che versa in difficili condizioni finanziarie (COME POTETE LEGGERE IN QUESTO ARTICOLO DELLO SCORSO ANNO, CHE ANDREBBE AGGIORNATO, OVVIAMENTE IN NEGATIVO), ha iniziato a contestare all’AMAT somme che la stessa Azienda per il trasporto pubblico delle persone, da anni, sostiene di dover riscuotere del Comune (somme che l’AMAT ha sempre inserito nel proprio bilancio mai contestato dal Comune di Palermo).

 

Improvvisamente, come se si fosse svegliato da un lungo sonno, il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, ha firmato una direttiva con la quale invita le Aziende che fanno capo al Comune di eliminare dai propri bilanci crediti che il Comune, solo adesso, ritiene di non dover pagare.

Siamo davanti a un oggettivo gioco della parti: perché una pubblica amministrazione non può scoprire, oggi, ‘errori di calcolo’ che vanno avanti da anni e che, nel passato, sono stati avallati dalla stessa pubblica amministrazione.

Da qualche settimana abbiamo scoperto che l’AMAP (la società che gestisce il servizio idrico) deve dire addio a 3,5 milioni di euro, la RAP (la società che gestisce – malissimo – la raccolta dei rifiuti) deve rinunciare a olutre 5 milioni di euro, mentre l’AMAT avrebbe conteggiato fra le entrate quasi 30 milioni di crediti dal Comune: crediti che, solo oggi, il Comune contesta.

In questa strana diatriba c’è un passaggio che, chissà perché, non viene molto ‘gettonato’. Il Comune sostiene che l’AMAT richiede al Comune quasi 27 milioni di euro per Km che gli autobus dell’Azienda di trasporto comunale non avrebbero percorso (per la cronaca, una parte dei fondi pubblici vengono erogati alle aziende di trasporto pubbliche in ragione dei Km percorsi).

Ora, a parte il fatto che i vertici dell’AMAT ribattono di aver già pagato le penali che avrebbero così sanato i Km non percorsi, c’è un piccolo particolare: da quando l’AMAT gestisce il Tram sono state smantellate linee di autobus che servivano le periferie di Palermo e, nel complesso, il servizio autobus dell’AMAT – che era già carente – è notevolmente peggiorato (il 101 è una bolgia e gli autobus di molte altre linee si fanno attendere per ore).

In questo caso è vero che il chilometraggio dell’AMAT è diminuito: ma la responsabilità è dell’AMAT o di chi gli ha rifilato la gestione fallimentare del Tram, costringendo tale Azienda a ridurre le cose degli autobus e, di conseguenza, a ridurre il chilometraggio?

Di più: è ipotizzabile pensare che, senza gli sprechi, l’AMAT avrebbe potuto far percorrere agli autobus Km in più? In questo caso di chi è la responsabilità del minore chilometraggio? Non è anche di chi avrebbe dovuto controllare?

Ancora: secondo il capogruppo del Movimento 5 Stelle al Comune di Palermo, Ugo Forello, l’AMAT non deve rinunciare a quasi 30 milioni, ma a circa 50 milioni di euro. Il perché lo leggiamo su Live Sicilia, che riporta la presa di posizione del capogruppo del Movimento 5 Stelle al Consiglio comunale di Palermo, Ugo Forello:

“Il calcolo dei 26,7 milioni fa infatti riferimento a quei soldi che la società attende di incassare per il periodo che va dal 2011 al 2014, su un totale di 33 milioni visto che 6,4 sono già stati erogati. Per ognuno di questi anni, infatti, AMAT avrebbe dovuto produrre 24 milioni di chilometri ma ne ha percorsi 16 o 17 milioni. Per il periodo precedente, 2008-2010, il Comune non avrebbe dovuto pagare 13 milioni, ma lo ha già fatto”.

“La direttiva del sindaco, finora – leggiamo sempre su Live Sicilia – ha chiesto di stralciare i 26,7 milioni che AMAT non ha ancora incassato. E quelli già pagati, che ammontano a 19,6 milioni? ‘Vanno immediatamente restituiti – scrive Forello nella diffida -. Secondo questo schema, infatti, si sarebbe già causato un grave danno erariale al Comune di Palermo di cui sarebbero responsabili la giunta, gli assessori e i dirigenti che si sono succeduti nel tempo. La posizione legale dell’ente è molto complessa – continua Forello – considerato che lo stesso ha ripetutamente approvato i bilanci delle partecipate e anche i propri bilanci, in cui risultavano regolarmente registrati i corrispettivi”.

facendo la somma si arriva a 46,3 milioni di euro che l’AMAT dovrebbe approntare.  “Considerato che per alcune somme starebbe per scadere il termine decennale della prescrizione – aggiunge Forello – si diffida il Comune, se ritiene corretto il criterio applicato nella direttiva, di attivare in via d’urgenza tutte le azioni necessarie a fine di evitare ulteriori danni irreparabili alle casse dell’ente”.

Il capogruppo grillino del Comune si rivolge anche all’AMAT, invitando i vertici dell’Azienda a “intraprendere ogni iniziativa utile a (eventualmente) contestare quanto sostenuto dall’Amministrazione, tutelando gli interessi dell’azienda e la continuità dei servizi”.

Già, i vertici dell’AMAT. Solo che il presidente dell’AMAT, Antonio Gristina, si è già dimesso. Forse non gli va di prendere parte a quello che, alla fine, sembra un gioco delle parti.

Gristina non è il solo ad essersi dimesso. Le cronache registrano anche le dimissioni di un componente del collegio dei revisori del Comune di Palermo, Calcedonio Li Pomi. 

Due dimissioni ‘pesanti’. E tutt’e due legate, guarda caso, ai conti ‘ballerini’ del Comune di Palermo e delle sua società partecipate.

Perché noi pensiamo che quello in atto sia un gioco delle parti? Semplice: perché a pagare per i ‘buchi’ del Comune di Palermo e delle società partecipate saranno i cittadini palermitani.

Non sappiamo quando arriverà il momento: ma sappiamo che, in caso di default dei Comuni, a pagare sono i cittadini con un aumento della pressione fiscale e non gli amministratori che hanno provocato i disastri.

Nel caso di Palermo non ci sono soltanto i ‘buchi’ del Bilancio del Comune di Palermo, ma anche i ‘buchi’ delle Aziende comunali, AMAT in testa.

Anche in questo caso non possiamo fare a meno di ricordare che sempre Nadia Spallitta, nella passata consiliatura, non si stancava di chiedere di conoscere il reale stato economico e finanziario delle Aziende comunali. Richieste, le sue, ripetutamente ignorate dall’amministrazione comunale e dalla maggioranza del passato Consiglio comunale (maggioranza numerica e non politica, perché parte del centrodestra ‘banchettava’ con chi governava).

QUI LE RIPETUTE DENUNCE DI NADIA SPALLITTA:

AMAT e i soldi gettati al vento: paga le ditte che effettuano il servizio di rimozione delle auto!

 

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