Musumeci & Pierobon: i siciliani pagheranno, con nuove tasse comunali, il trasporto dei rifiuti fuori dall’Isola

9 giugno 2018

E’ l’ultima trovata dell’accoppiata Nello Musumeci-Alberto Pierobon (il ‘bravissimo’ assessore regionale con delega ai Rifiuti). In un mese i Comuni siciliani dovranno arrivare al 30% di raccolta differenziata. Sennò i cittadini dei Comuni ‘inadempienti’ pagheranno il trasporto dei rifiuti fuori dalla Sicilia. La politica fa danni e i cittadini pagano? La posizione di ANCI Sicilia. E i TG nazionali che dicono? 

La pessima gestione dei rifiuti in Sicilia provocata dalla vecchia politica di centrodestra e di centrosinistra la pagheranno i cittadini siciliani con nuove tasse comunali. Questa, in estrema sintesi, la decisione adottata dal Governo regionale di Nello Musumeci.

Ci sarà qualche TG nazionale che piomberà in Sicilia con le telecamere per raccontare agli italiani la vergogna della gestione dei rifiuti in Sicilia? Ci sarà qualche TG nazionale che racconterà il fallimento integrale della raccolta differenziata dei rifiuti a Palermo? Ci sarà qualche TG nazionale che proverà a illustrare perché a Catania e a Messina – città nelle quali domenica prossima si voterà per leggere i rispettivi sindaci e Consigli comunali – la raccolta differenziata dei rifiuti non esiste?

Nella Sicilia della vergogna dei rifiuti abbandonati lungo le strade succede di tutto e di più. Il Governo regionale di centrodestra di Nello Musumeci, è vero, ha ereditato un settore con un ‘buco’ di quasi 2 miliardi di euro, un debito che aumenta di 100 mila euro ogni mese.

La raccolta differenziata dei rifiuti, in Sicilia, ‘viaggia’ su percentuali basse: e questo lo dobbiamo ai Governi regionali di centrosinistra che, dal 2008 fino alla fine del 2017, hanno privilegiato le discariche (e gli interessi, di vario ordine e grado, che ci stanno dietro: dove per ordine e grado si intendono anche i rapporti con ambienti non esattamente cristallini…).

Ciò posto, quello che succede in queste ore è semplicemente incredibile. In un’Isola dove meno della metà dei Comuni effettua la raccolta differenziata – che, lo ribadiamo, è assente nei Comuni di Catania e di Messina ed è un disastro nel Comune di Palermo – il Governo regionale di Musumeci ha deciso che tutti i Comuni potranno conferire nelle discariche non più del 70% dei rifiuti prodotti.

Tradotto significa che la maggioranza dei Comuni siciliani – nei quali la raccolta differenziata dei rifiuti non esiste – dovrà non solo avviare la raccolta differenziata, ma dovrà portarla, nel giro di un mese, al 30%. Una totale follia!

In pratica, entro luglio, cittadini amministrati da soggetti ai quali, della raccolta differenziata, non glien’è mai fregato nulla, dovrebbero arrivare al 30% della raccolta differenziata.

Se non ci dovessero riuscire – e qui arriviamo alla vera notizia – una Regione siciliana semi-fallita (se non tutta fallita) invierà i commissari nei Comuni. Predisponendo l’invio dei rifiuti fuori dalla Sicilia a spese dei cittadini del mal capitato Comune!

Quindi non solo i cittadini siciliani sono stati derubati dagli esponenti della vecchia politica in materia di gestione dei rifiuti (prima, dal 2001 al 2008, dai Governi regionali di centrodestra con il grande imbroglio degli ATO rifiuti; poi, dal 2009 al 2017, con la gestione delle discariche – quasi tutte private – a cura dei ‘compagni’ dei Governi di centrosinistra di Raffaele Lombardo e Rosario Crocetta), ma adesso dovranno pure pagare il conto: pagheranno il già citato ‘buco’ di quasi 2 miliardi di euro e pagheranno, anche, l’invio fuori dalla Sicilia dei rifiuti!

Invece di far pagare il conto alla politica siciliana che ha fatto affari & imbrogli con gli ATO rifiuti e con le discariche, il Governo Musumeci e l’attuale assessore con delega ai Rifiuti, Alberto Pierobon (quello bravo…) presentano il conto ai cittadini. Complimenti!

Le discariche siciliane sono tutte sature e, non sapendo che fare – e soprattutto non avendo i soldi per pagare il trasporto dei rifiuti fuori dalla Sicilia – di fatto, con un raggiro politico, il Presidente Musumeci e l’assessore Pierobon scaricano sui Comuni siciliani (e quindi sui cittadini) il costo di quello che, alla fine, non è altro che un fallimento politico e amministrativo.

C’è un piccolo problema, però. Nel raggiro politico e amministrativo messo in piedi dall’accoppiata Musumeci-Pierobon i conti non tornano.

Lo scorso 18 aprile abbiamo intervistato il vice presidente dell’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani (ANCI) della Sicilia, Paolo Amenta, che, a proposito dei rifiuti, ci ha detto:

“Sulla raccolta differenziata dei rifiuti c’è una grande ipocrisia. Molti Comuni fanno il proprio dovere: spingono i cittadini per incrementare la raccolta differenziata. Poi, però, sono costretti a fermarsi perché mancano i centri di compostaggio” (QUI LA NOSTRA INTERVISTA PER ESTESO A PAOLO AMENTA).

Sui centri di compostaggio della Sicilia non realizzati o lasciati a metà Amenta ha ragione da vendere: si tratta, infatti, di un argomento che questo blog ha approfondito con un’inchiesta, fino ad oggi non smentita, da dove viene fuori che negli anni passati – per la precisione, ai tempi del Governo Lombardo e del Governo Crocetta, con la gestione commissariale, è stato speso un miliardo di euro quasi a vuoto (qui la nostra inchiesta dal titolo: “RIFIUTI IN SICILIA: CON LE GESTIONE COMMISSARIALE S’AMMUCCARU UN MILIARDO DI EURO PER NON FARE QUASI NULLA!”).

Da quello che ci è dato conoscere, il Governo regionale sosterrebbe che, bene o male, i centri di compostaggio disponibili ci sarebbero. I problemi sarebbero legati alla mancanza di “prossimità”: ovvero dislocazione irrazionale, con tanti Comuni che dovrebbero spendere soldi per trasportare la frazione umida dei rifiuti nei centri di compostaggio.

Ora, a parte il fatto che non si capisce perché dovrebbero essere i cittadini siciliani a pagare per l’irrazionale dislocazione dei centri di compostaggio funzionanti, a noi – che su tale tema abbiamo firmato un’inchiesta (ribadiamo: mai smentita) – questa tesi non convince.

Su tale questione torneremo a sentire Paolo Amenta. Per un motivo semplice: perché se mancano i centri di compostaggio, come sostiene il vice presidente dell’ANCI Sicilia, la Regione non ha titolo per commissariare i Comuni che non raggiungono, in un mese!, il 30% di raccolta differenziata. E non ha soprattutto titolo per far pagare agli stessi cittadini il trasporto dei rifiuti, fuori dalla Regione, a causa dell’inadeguatezza della stessa Regione.

Concludendo:

i Governi regionali di centrodestra e di centrosinistra hanno provocato un ‘buco’ di quasi 2 miliardi di euro con gli ATO rifiuti (pensiamo alle 13 mila assunzioni a umma umma, senza alcun concorso pubblico);

hanno fatto sparire un altro miliardo di euro per opere legate alla raccolta differenziata o mai iniziate, o iniziate e mai completate;

hanno fatto questo e altro e, alla fine, il conto dovrebbero pagarlo i cittadini?

Non è un po’ troppo, Presidente Musumeci e assessore Pierobon?

Ultima domanda ai due: come mai, se siete arrivati a queste conclusioni, non avete ancora commissariato i Comuni di Palermo, Catania e Messina?

P.s.

Voi non ci crederete, ma noi in queste ore rimpiangiamo la parlamentare nazionale, anzi, l’ex parlamentare nazionale, Claudia Mannino.

E’ stata lei la protagonista della fine della gestione commissariale dei rifiuti in Sicilia (suo l’emendamento alla Finanziaria nazionale che, nel 2015, ha posto fine al mangia mangia). 

Ed è stata le a provare a far pagare il conto dello sfascio in materia di gestione dei rifiuti in Sicilia ai politici che li hanno provocati e non ai cittadini, come stanno cercando di fare Musumeci e Pierobon.  

 

 

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