E voilà: a Palermo pesche Nettarine a 4,25 euro al Kg e albicocche a quasi 5 euro al Kg!

30 aprile 2018

Naturalmente nei soliti supermercati. Che sono lo strumento con il quale si mettono in ginocchio gli agricoltori siciliani per imporre ai consumatori della nostra Isola prodotti agricoli che arrivano dal Centro Nord Italia (quando va bene) o da Paesi esteri. Questa si chiama colonizzazione. E la politica siciliana sta a guardare 

Nei giorni scorsi abbiamo scritto un articolo nel quale abbiamo segnalato l’assurdità di alcuni supermercati di Palermo che vendono le nespole spagnole al costo di 4 euro e mezzo al Kg (QUI L’ARTICOLO). L’assurdità è doppia: sia per il prezzo eccessivo (provate a immaginale le nespole a 9 mila lire al Kg prima dell’avvento dell’euro!), sia per il fatto che le nespole, proprio a Palermo a dintorni (Trabia e Ficarazzi), vantano una tradizione: ed è veramente singolare proporre nespole spagnole, per giunta a 4 euro e mezzo al Kg.

E oggi? La prima notizia è che le nespole spagnole, negli stessi supermercati di Palermo dove fino a qualche giorno fa venivano vendute in confezioni da mezzo Kg al prezzo di 2,25 euro, ora vengono vendute a 3 euro circa al Kg. Il prezzo è sceso di un euro e mezzo.

Ma c’è una seconda notizia, che non è meno assurda delle nespole spagnole a 4,5 euro al Kg di qualche giorno fa: le pesche Nettarine, italiane (così, almeno, c’è scritto nella presentazione), categoria II vengono vendute a 4,25 euro al Kg! 

Per non parlare delle albicocche – presentate sempre come italiane – a 4 euro e 85 centesimi al Kg.

Perché siamo stupiti? In primo luogo per i prezzi assurdi. Come si possono vendere le albicocche a quasi 5 euro al Kg? E delle stesse pesche Nettarine a 4,25 euro al Kg ne vogliamo parlare?

Detto questo, va sottolineato che, ormai da anni, siamo tartassati da frutta primaverile ed estiva che arriva da chissà dove, coltivata non si sa come (verosimilmente – con riferimento alla frutta che arriva dall’estero – con pesticidi che nel nostro Paese sono stati banditi da decenni perché dannosi per la salute umana: tanto chi è che controlla i prodotti agricoli che arrivano, ad esempio, nei porti siciliani?). Cosa, questa, che ha praticamente convinto molti agricoltori siciliani a ‘levarci mano’.

Coltivare albicocche e pesche Nettarine ha un costo: se poi il prezzo non consente agli agricoltori siciliani di guadagnare (in alcuni casi non riescono nemmeno a riprendere i costi che hanno sostenuto per la produzione), è chiaro che diventa logico non coltivare più la frutta primaverile o estiva.

Poi, però – soprattutto all’inizio della produzione – arrivano le pesche Nettarine e le albicocche nei supermercati siciliani, rispettivamente, come già ricordato, a 4,25 euro e a quasi 5 euro al Kg.

Morale: prima fanno fallire le nostre aziende agricole, poi impongono i prezzi che dicono loro!

Così i siciliani sono fregati due volte: come agricoltori e come consumatori.

Come agricoltori perché i prezzi stracciati degli anni passati li hanno non convinti, ma costretti ad abbandonare tali produzioni.

Come consumatori: perché i siciliani sono costretti a mangiare frutta primaverile ed estiva che, in buona parte, non è siciliana (o a Km zero, come si usa dire oggi); frutta che arriva da chissà dove.

Già, da dove arriva? Come detto, c’è scritto che sono italiane. Ma chi ce lo garantisce? Ci dobbiamo fidare a basta. Facendo finta di non conoscere le ‘triangolazioni diaboliche’ di cui è capace la Grande distribuzione organizzata.

Proviamo ad essere ottimisti: va bene, è italiana. E da dove arriva? Speriamo dal Sud. Anche se, con molta probabilità, arriva dal Centro Nord Italia: per esempio, da una Regione a caso: l’Emilia Romagna…

Il dato – culturale, prima che economico e politico – è che la Sicilia è diventata una colonia anche sul fronte della frutta primaverile ed estiva. Il tutto in una Regione che, per clima e terreni, proprio sulla frutta primaverile ed estiva, dovrebbe vivere di Km zero!

Che fare? Il vero problema è la Grande distribuzione organizzata che fa il bello e il cattivo tempo. E che fa la politica siciliana? Continua ad agevolare l’apertura di grandi centri per la Distribuzione organizzata.

Proprio a Palermo – tanto per citare un esempio – le fermate del Tram, chissà come mai, finiscono a ridosso di due centro commerciali. Ovviamente, casualità. Così com’è un caso che una linea di Grande distribuzione tedesca operi a palermo con sette o otto punti vendita.

Provate a fare un giro per questi centro commerciali e a cercare – nell’ortofrutta, ma non soltanto nell’ortofrutta – quanti sono i prodotti siciliani.

credeteci: è un giro interessante per approfondire il tema della colonizzazione alimentare.

Quella di Palermo sì che è una grande classe dirigente…

dav

 

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