Lampedusa, depuratore bloccato, batteri fecali in un tratto di mare dell’isola

29 aprile 2018

“Rifiuti melmosi sparsi nell’acqua del mare”. Succede a Lampedusa. E sotto inchiesta finiscono in tredici. Tra questi anche l’attuale sindaco dell’isola, Salvatore ‘Totò’ Martello, e l’ex sindaco, Giusy Nicolini. Si cerca di non creare problemi alla stagione turistica

di Salvatore Petrotto

Cosa vuol dire farsi personaggio lasciando la propria gente a sguazzare in mezzo ai liquami fognari?

E’ questa la lezione che abbiamo imparato dall’ex sindaco di Lampedusa, Giusy Nicolini, attualmente sotto inchiesta, presso la Procura della Repubblica di Agrigento, per il mancato funzionamento del depuratore di Lampedusa.

Icona del pacifismo, pasionaria dell’ambientalismo e della solidarietà, riteniamo che Giusy Nicolini avrebbe appassionato non poco il compianto Giorgio Gaber, quando parlava del ‘potere dei più buoni’. Candidata persino al Premio Nobel, l’ex sindaco di Lampedusa se ne andava in giro per il mondo, frequentava le corti internazionali, come se si trattasse di un capo di Stato.

Assurta a simbolo di quell’Italia renziana, fatta più di forme che di sostanza, la Nicolini, con un passato da acerrima e sfegatata ambientalista, adesso è il simbolo di una Sicilia in cui in molti mettono in pratica il detto: ‘fatt’a fama e và curcati’. Ma è importante coricarsi accanto ai poteri forti, che in provincia di Agrigento, non avendo di meglio da fare, si sono occupati, in malo modo, di gestione di acqua, depuratori e rifiuti.

Ora siamo giunti al redde rationem?

Può darsi, se si considera che finalmente tutti quanti – e speriamo anche la nostra Nicolini – ci siamo accorti che la Sicilia è stata sommersa dai rifiuti, dai liquami fognari e dai debiti derivanti dalle illegalità gestionali e da truffe miliardarie che la Corte dei Conti, limitatamente al solo settore dei rifiuti, quantifica nell’ordine di qualcosa come 16 miliardi di euro. Soldi che noi Siciliani stiamo continuando a pagare, con Comuni tutti quanti dissestati ed in default e bollette per dei pessimi e disastrosi servizi, i cui importi sono mediamente il triplo della media nazionale.

Qualche anno fa dedicai, anche alla Nicolini, un mio servizio a proposito dei costi di gestione di acqua ed immondizia nella sua isola che, come tutto quanto il resto della provincia di Agrigento, faceva allegramente a meno di gare d’appalto.

Apriti cielo!

Lei si offese quando le augurai di diventare Santa subito, dopo la sua performance alla Casa Bianca, quale ospite d’onore del presidente degli Stati Uniti, mentre si sprecavano gli osanna per il suo impegno (quale?), al cospetto del nostro Sommo Pontefice.

Salvo a scoprire, a distanza di anni, quando le luci della ribalta si sono spente che, mentre Lei andava in giro per il mondo a portare la lieta novella dell’isola bella, dell’isola dell’accoglienza per eccellenza, nella sua Lampedusa la gente viveva, semplicemente, in mezzo alla fogna, nel vero senso della parola!

E la Nicolini, parafrasando Gaber, così ci rispondeva: penso ad un popolo multirazziale, ad uno stato molto solidale, che stanzi fondi in abbondanza, perché il mio motto è l’accoglienza. Bisogna dare appartamenti ai clandestini e anche ai parenti. Penso alle nuove povertà che danno molta visibilità, penso che è bello sentirsi buoni, usando i soldi degli italiani.

In tutto questo c’entrano pure le cooperative che si occupano di accoglienza, e di soldi, tantissimi soldi, ovviamente!

Per gli escrementi ed i veleni non depurati? Anche in questo caso il mare di Lampedusa è stato molto accogliente! La Nicolini, secondo la Procura della Repubblica di Agrigento, non si è occupata di evitare l’inquinamento. E l’acqua che nell’isola viene assicurata allo stesso prezzo dello champagne? La ‘munnizza’ smaltita a peso d’oro?

Niente, la Nicolini era fissata con ‘il potere dei più buoni, costruito sulle tragedie e sulle frustrazioni’.

Ma: ‘all’apparir del vero, tu misera cadesti’…

QUI LA DIFESA DI GIUSY NICOLINI

VIDEO CON L’INTERVISTA AL PROCURATORE DELLA REPUBBLICA DI AGRIGENTO LUIGI PATRONAGGIO

QUI L’ARTICOLO DI AGRIGENTO 

Foto tratta dal corrieredelmezzogiorno.corriere.it

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