MATTINALE 54/ La favola sulla nave carica di grano che nessuno controllò più…

25 aprile 2018

Naturalmente ogni riferimento e ogni personaggio di questa favola sono puramente causali. Nulla a che vedere col fatto che le navi cariche di grano arrivato da chissà dove sono tornate a solcare i mari della Sicilia e a scaricare lo stesso grano senza alcun controllo. Solo una favola che nulla (o quasi) ha a che vedere con la realtà Pozzallo di queste ore…   

Avete letto l’articolo sulla nave carica di grano approdata a Pozzallo? Fatelo e poi leggere questo Mattinale (QUI L’ARTICOLO).

In un paese di molto lontano regnava un re avido e meschino. Ogni occasione era buona per tiranneggiare i suoi sudditi, imponendo decime, gabelle, balzelli, tributi e non disdegnando, anzi, gradendo assai regali di ogni genere, meglio se in denaro contante, da chiunque in qualunque modo entrasse in contatto con i suoi amministratori e persino con i cittadini del suo sciagurato reame.

Una cosa però lo crucciava: un suo potentissimo vicino aveva da tempo ottenuto con la forza che alcuni suoi emissari potessero commerciare impunemente con alcuni agricoltori del suo regno, vendendo loro grano e farina senza pagare dazio.

Pensa che ti ripensa, gli venne una grande idea.

Chiamò un nobile cavaliere che gli stava un po’ sullo stomaco, perché gli risultava senza macchia e senza paura, ma che faceva al caso suo e perfidamente decise di servirsene.

“Carissimo, gioia mia, onore del nostro regno, ti affido una missione nobilissima e pericolosa, ma sono sicuro che tu la porterai a termine con successo. Mi giunge un grido di dolore dalla punta estrema del regno. Gente intossicata, diarree dilagante, celiachie a grappoli. Alcuni miei informatori sospettano che il grano trasportato da alcune navi che approdano in quei porti sia avvelenato. Ti metto a capo di una spedizione. Vai, fai controllare quel grano e nel caso le notizie siano fondate e il grano non sia buono, ti autorizzo a cacciare via dal porto quella nave maledetta”.

Il nobilissimo Cavaliere non si fece pregare. Partì, arrivò, analizzò, constato e cacciò.

Tornato a Palazzo si recò dal re per riferire. Ma il re non sono non lo ricevette, ma anzi gli fece ingiungere dal suo ciambellano di tornare subito ai suoi campi nel centro del Regno.

Mentre lasciava il Palazzo, il cavaliere si accorse che un grande carro arrivava a Palazzo, preceduto da una carrozza dalla quale scese un uomo che aveva conosciuto da poco. Era il capitano della nave che lui aveva fatto partire a forza. Non visto, vide che l’uomo ordinava ai servi di scaricare il carro. Be tre pesantissimi bauli furono scaricati e a braccia portati su per le scale che portavano alla sala del trono.

Il cavaliere capì e mestamente se ne tornò da dove era venuto.

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