La nuova ‘filosofia’ dell’INPS: i poveri debbono pagare più dei ricchi!

7 febbraio 2018

Da una parte ci sono le chiacchiere di Renzi e dei dirigenti del PD che trovano larga eco sulla RAI e nelle Tv di Berlusconi. Dall’altra parte c’è la realtà, denunciata dalla CGIL, che penalizza i redditi bassi. Vicenda che non trova risonanza nella cosiddetta ‘Grande informazione’. Complimenti vivissimi all’INPS, che ha trovato un nuovo modo di fare ‘cassa’ sulla pelle dei più deboli!

“Migliaia di collaboratori palermitani resteranno penalizzati dagli effetti delle nuove aliquote INPS sulle loro già magre retribuzioni”.

A lanciare l’allarme su quanto accadrà con la nuova aliquota INPS per i collaboratori iscritti alla gestione separata, che dal 1° gennaio 2018 è salita al 34,23 per cento, un punto e mezzo in più rispetto all’inizio del 2017, è Andrea Gattuso, segretario del Nidil CGIL Palermo.

“Con la pubblicazione, sei giorni fa, della circolare INPS  – si legge in un comunicato della CGIL – l’aliquota per i collaboratori supera in questo modo quella dei lavoratori dipendenti: infatti per i lavoratori subordinati l’aliquota è pari al 9,19 mentre i collaboratori adesso pagheranno l’11,41″.

Il sindacalista della CGIL fa il punto della situazione su Palermo:

“Per i collaboratori palermitani, stimati in oltre 10 mila unità, impiegati soprattutto nei call center, nelle associazioni e cooperative che si occupano dell’assistenza dei più deboli o dei migranti, e ancora nella pubblica amministrazione, si tratta di un aumento che incide nelle già basse retribuzioni”.

“Il rischio – precisa Andrea Gattuso – è che gli aumenti dell’aliquota si scarichino sui compensi dei lavoratori, determinandone una cospicua riduzione, soprattutto nel settore dei call center dove le retribuzioni mensili sono spesso sotto i 500 euro”.

Insomma: chi vive con basse retribuzioni guadagnerà sempre meno. Sarebbe questa la ‘grande politica strategica’ dell’INPS di Tito Boeri?

“Il Jobs Act – prosegue il comunicato della CGIL – prometteva di abolire le forme di lavoro precarie e, in particolare, le collaborazioni, ma queste sono più presenti che mai in particolare nel territorio palermitano. Il mancato intervento sul riequilibrio del carico contributivo ha determinato decurtazioni di compenso dei collaboratori già a partire dal 2016 (anno in cui già pagavano una quota contributiva superiore ai lavoratori subordinati)”.

“In questi anni, nelle diverse leggi di Bilancio, abbiamo sostenuto specifici emendamenti sulla necessità di porre rimedio a questo problema, ma gli allarmi che abbiamo lanciato sono rimasti inascoltati nella totale indifferenza del governo e del Parlamento – aggiunge Gattuso -. Da parte nostra, continueremo a batterci per il ripristino di una condizione di equità e non di discriminazione fra i lavoratori, promuovendo, come stiamo già facendo, anche per via di accordi contrattuali, il recupero di un corretto riparto dell’aliquota contributiva che tuteli i compensi dei collaboratori”.

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