La pioggia allaga mezza Sicilia, ma per Nello Musumeci e Leoluca Orlando c’è “l’emergenza idrica”…

6 febbraio 2018

Meno male che sia il presidente della Regione siciliana, sia il sindaco di Palermo non sono grillini, altrimenti avrebbero avuto addosso tutta la ‘Grande informazione’. In ogni caso resta la sceneggiata tragicomica di un Governo regionale e del capoluogo della Sicilia che buttano l’acqua in mare e dicono che manca l’acqua… Meno male che non faranno ridere tutta l’Italia con quella che la CGIL definisce “vicenda surreale” 

Ormai è ufficiale: la Regione siciliana di Nello Musumeci e il Comune di Palermo ‘capitanato’ dal sindaco Leoluca Orlando sono due barzellette ‘acquatiche’. Il primo – Musumeci – in queste ore, sta chiedendo e ottenendo dal Governo nazionale i “poteri speciali” per fronteggiare l’emergenza idrica. Il secondo – Orlando – aspetta che, sempre in queste ore, il Governo nazionale nomini un commissario per l’emergenza idrica a Palermo. Tutto questo avviene mentre in Sicilia piove da quasi 24 ore!

E che pioggia, ragazzi! Mezza Sicilia allagata, soprattutto nella parte occidentale dell’Isola. Notevole il telegiornale radio di RAI 3 Sicilia, ora di pranzo: dando la notizia dei “poteri speciali” che il Governo Gentiloni si accinge a ‘concedere’ al Governo siciliano di Musumeci e dell’imminente razionamento dell’acqua a Palermo ha detto che, in effetti, sì, sta piovendo: però, per scongiurare l’emergenza ci vorrebbero almeno dieci giorni di pioggia!

Evidentemente qualcuno li ha avvertiti che non ci saranno altri dieci giorni di pioggia.

Naturalmente – per quanto riguarda la Regione – non si parla delle quaranta dighe siciliane che è come se non ci fossero: tanto appena si riempono vengono svuotate per scongiurare i “pericoli”. Quali “pericoli”? Ragazzi: alcune non sono ancora state completate, altre sono prive di manutenzione: così, senza sapere né leggere, né scrivere l’acqua si butta in mare, mentre le campagne restano senz’acqua e nelle città manca l’acqua.

Comunque tranquilli: ora arriva il Governo Musumeci con i “poteri speciali”…

Parliamo di Palermo e del suo sindaco “che lo sa fare”?

La condotta di Scillato che porta l’acqua a Palermo si è rotta nel 2002. Fino al novembre del 2011 non l’ha aggiustata l’amministrazione comunale di centrodestra di Diego Cammarata. Nel 2012 è arrivata la Giunta di Orlando che ha affrontato la questione solo lo scorso anno.

L’ha fatta riparare l’amministrazione Orlando? A metà (COME VI ABBIAMO RACCONTATO IN QUESTO ARTICOLO).

In questo momento, come ricorda la CGIL di Palermo (ne parliamo più avanti), si perdono 350 litri di acqua al secondo! Acqua che potrebbe essere distribuita ai palermitani e che finisce in mare.

Quanta acqua non è arrivata a Palermo dal 2002 alla riparazione del 2017? Sono da 600 a 700 litri al secondo: il calcolo fatelo voi…

Su Palermo dovete aggiungere, poi, 500 litri di acqua al secondo depurata (depuratore di Acqua dei Corsari) buttata in mare; e altri 260-270 litri di acqua del depuratore di Fondo Verde: acqua depurata che viene reimmessa nella fogna!

Va da sé che l’acqua depurata di Palermo potrebbe essere utilizzata sia per l’agricoltura, sia per rimpinguare la falda idrica di Mondello ormai salinizzata. Invece va tutta in mare! Notevole, no?

Ora fermatevi e immaginate che cosa sarebbe successo se, al posto di Orlando, sindaco di Palermo fosse stato un grillino.

Già ci prefiguriamo la scena:

“Ah: il sindaco di Palermo del Movimento 5 Stelle ha riparato a metà la rottura di una condotta che, addirittura!, risale al 2002. Si è insediato nel 2012 e ha fatto riparare la condotta solo nel 2017. Riparazione fatta a metà, perché ancora oggi si perdono 350 litri di acqua al secondo. Che vergogna!

E che dire dell’acqua di due depuratori che il Comune di Palermo amministrato dai grillini getta in mare? Incredibile!

Con tutta l’acqua che gettano in mare l’amministrazione comunale grillina di Palermo – tra l’altro mentre piove – sta predisponendo i turni in città: con l’acqua che scorrerà dai rubinetti un giorno sì e due, forse tre giorni no.

Provate a immaginare i titoloni dei giornaloni: per non parlare dei mega servizi di RAI 1, RAI, 2, RAI 3, le tre TV di Berlusconi e magari L 7…

Invece, per fortuna non c’è un sindaco grillino, ma addirittura un sindaco renziano: e allora, oplà: lasciamo le cose come stanno.

Siamo solo noi che facciamo notare la sceneggiata idrica siciliana? No: c’è anche la CGIL di Palermo. Che in un comunicato, a proposito dell’emergenza idrica, scrive:

“Vicenda surreale. Governo, Regione e Comune facciano i passaggi necessari per adottare le misure di emergenze”.

Venerdì conferenza stampa della CGIL di Palermo “sull’acqua e la crisi idrica in città e in campagna”. Appuntamento nella sede della Camera del lavoro del capoluogo siciliano. “CGIL, Filctem, Flai e Fillea faranno il punto su crisi idrica, risorse, reti colabrodo, opere, fabbisogno idrico dei cittadini, requisizione di pozzi, situazione di sorgenti e bacini e sui gravi disagi e aumento dei costi che l’emergenza arreca ai cittadini e all’agricoltura nella provincia di Palermo”.

Intanto c’è ‘l’antipasto’:

“La vicenda della emergenza idrica sta diventando surreale – dice il segretario generale CGIL di Palermo, Enzo Campo -. Siamo da un anno in piena emergenza e ogni volta, a causa della coincidenza di una campagna elettorale, assistiamo alla mancata assunzione di responsabilità e allo scaricabarile da una istituzione all’altra. Richiamiamo al senso di responsabilità chi deve assumere decisioni importanti. Governo, città metropolitana e Regione facciano tutti i passaggi necessari per adottare le misure di emergenza”.

Secondo la CGIL, le cause dell’emergenza nella città di Palermo e nella provincia sono da ricercare “nell’assenza di un governo unitario delle risorse idriche del territorio e nell’inadeguatezza della programmazione degli investimenti per ristrutturare e ammodernare impianti, asset e processi produttivi”.

La CGIL torna sull’acquedotto di Scillato:

“Dopo un rimpallo di responsabilità tra governo regionale e amministrazione comunale di Palermo, per fare solo un esempio, si è riusciti nello scorso marzo 2017 a riparare parzialmente l’acquedotto di Scillato recuperando all’incirca 350 litri al secondo secondo. Ne mancano altri 350 litri al secondo, che – osservano CGIL e Filctem – dovrebbero essere utilizzati al più presto per arrivare alla portata che garantisca l’erogazione dell’acqua agli utenti senza soluzione di continuità”.

“La scandalosa vicenda del guasto sull’acquedotto di Scillato – dice il segretario della Filctem Francesco Lannino – fu denunciata dalla Filctem e dalla CGIL di Palermo in tempi non sospetti, nel lontano 12 giugno 2010. Ben 700 litri di acqua al secondo, di ottima qualità, dispersi nell’ambiente, che potevano arrivare alla città per caduta, senza alcun costo di energia elettrica e preservando, in un’ottica di elementare programmazione, le scorte dei bacini, fondamentali per prevenire ed eventualmente gestire tranquillamente le emergenze”.

“In Sicilia – aggiunge Lannino – le disposizioni in materia di gestione unitaria del servizio idrico integrato (legge 36 del ’94 e integrazioni) non trovano applicazione in alcuna Provincia. Di conseguenza permane la frammentazione delle gestioni, l’uso inefficiente delle risorse idriche e il ricorso alle situazioni emergenziali. Si ha la sensazione che la politica regionale sia debole e abbia difficoltà a combattere e vincere le lobby di interesse privato e le spinte corporative che di fatto impediscono la realizzazione dei processi unitari in materia di gestione dei servizi idrici”.

Già, le lobby: come quella dei dissalatori…

P.s.

Una domanda al presidente della Regione Musumeci: ha mai sentito parlare di Sicilaque spa? 

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