Leoluca Orlando: “Aderisco al PD”. Ma se è renziano da un pezzo!

25 gennaio 2018

Ormai nel centrosinistra siciliano siamo alle comiche finali. I vecchi ”ras’ di questo partito cercano di accaparrarsi i pochi seggi del proporzionale. Il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, che è renziano già da tempo, vorrebbe un posto in lista per il suo fedele Fabio Giambrone, che verrebbe sostenuto da Giuseppe Lupo. Intanto dopo Angelino Alfano si ritira anche Giuseppe Castiglione  

Ragazzi, c’è da sorridere! Dopo essersi accompagnato a Matteo Renzi e al rettore dell’università di Palermo, Fabrizio Micari, nei giorni caldi della campagna elettorale referendaria (il folle referendum sulle altrettanto folli riforme costituzionali volute dal PD di Renzi e ‘bocciate dagli italiani); dopo aver deciso, insieme con Renzi, la candidatura di Micari alla presidenza della Regione siciliana (incassando una secca sconfitta; dopo aver costretto l’ex presidente della Regione, Rosario Crocetta, a ritirare la propria lista dalle elezioni regionali il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando ‘aderisce’ al PD.

Ma dopo aver fatto tutto quello che ha fatto con Renzi, che è ancora segretario nazionale del Partito Democratico, in quale altro partito avrebbe militato Orlando?

Insomma, da questo centrosinistra siciliano, o presunto tale, ormai c’è da aspettarsi di tutto.

A quanto si racconta, Orlando, tanto per cambiare, avrebbe trattato direttamente con Roma (cioè con Renzi), presentando ai dirigenti del PD siciliano – che in realtà contano poco o nulla – il piatto freddo: la sua ‘adesione’ e un posto in lista per l’ex senatore Fabio Giambrone, attuale presidente della Gesap, la società che gestire i servizi a terra dell’aeroporto ‘Falcone e Borsellino’ di Palermo (già Punta Raisi). 

Ma non un posto in lista qualunque: il sindaco di Palermo, per il suo pupillo Giambrone vuole un posto nel proporzionale. Ed ha anche ragione: perché nei collegi uninominali previsti dal Rosatellum – la nuova legge elettorale di Camera e Senato, una sorta di Porcellum appena mitigato dalla presenza di un terzo dei seggi uninominali – il centrosinistra, in Sicilia, non prenderà nemmeno un seggio.

Morale della favola: Orlando, a quanto pare d’accordo con Renzi, deve togliere un seggio tra i pochi seggi che il centrosinistra ‘conquisterà’ nel proporzionale al PD.

Obiettivo, come già accennato, è candidare Fabio Giambrone, che potrebbe essere appoggiato dal parlamentare regionale del PD, Giuseppe Lupo, già da un pezzo alleato del sindaco di Palermo.

Da qui la sceneggiata della conferenza stampa di oggi di Orlando, con l’annuncio della sua ‘adesione’ al partito del quale fa parte da un pezzo come renziano di ferro.

Sarà molto ‘divertente’ capire a chi Giambrone – ammesso che l’operazione riesca, perché già nel PD si avvertono i primi segnali di una mezza sollevazione – ‘soffierà’ il posto in lista.

A quanto pare il renziano siculo più anziano, il sottosegretario Davide Faraone, verrebbe garantito. Il resto è un terno al lotto.

Già il centrosinistra siciliano perderà un sacco di seggi. Che poi dire centrosinistra, in Sicilia, ormai non ha più senso, perché l’unico partito rimasto in piedi è il PD. Gli altri partiti non esistono più.

Giampiero D’Alia e Giovanni Ardizzone hanno perso anche il simbolo del partito: una volta erano espenenti dell’UDC, simbolo finito a Lorenzo Cesa, che ha spostato questo partito nel centrodestra.

Salvatore ‘Totò’ Cardinale da Mussumeli ormai è al tramonto: sta lottando per fare candidare, per la terza volta consecutiva, la figlia Daniela. Nel collegio per la Camera Agrigento-Caltanissetta tanti dirigenti del PD sono messi di traverso.

Anche Totò Cardinale è appoggiato da Renzi: ma due forzature – quella su Giambrone e quella sulla figlia di Cardinale sembrano troppe.

Il rischio, per il PD siciliano, è che buona parte dei suoi elettori votino in massa Potere Al Popolo, che alla fine è una lista di sinistra.

Non solo. In lista, con il partito di Antonio Ingroia, potrebbe andare l’avvocato Lillo Massimiliano Musso, che ad Agrigento e a Caltanissetta è molto conosciuto e apprezzato.

Un altro partito di centrosinistra scomparso è quello del Ministro uscente, Angelino Alfano: Alternativa Popolare.

Alfano si è già ritirato perché ha capito che, per lui, non c’è più trippa per gatti. E la stessa cosa ha fatto il sottosegretario uscente, Giuseppe Castiglione, che si trova nelle stesse condizioni di Alfano.

In questo clima di smobilitazione – con un PD siciliano che sta accusando pesantemente i risultati del disastroso Governo di Rosario Crocetta – Orlando cerca di ‘arraffare’ un seggio per il suo fedele Giambrone.

Ci riuscirà? La sensazione è che il centrosinistra siciliano si stia avviando verso una disfatta elettorale al 61 a zero del 2001…

P.S.

Ah, dimenticavamo: ad elezione di Fabio Giambrone avvenuta, Orlando darebbe al PD due assessorati: uno ai faraoniani il secondo ai lupiani. 

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