La ‘difesa dell’ambiente’, ovvero la fabbrica delle tangenti

10 gennaio 2018

La difesa dell’ambiente è, da sempre, uno dei mezzi più potenti per consentire alla politica e ai pubblici funzionari corrotti di arricchirsi. Impossibile accertare verità e responsabilità. Perché dovete sapere che le leggi sull’ambiente sono perfette: non prevedono un colpevole nemmeno in caso di stermini di massa

Il sistema di difesa dell’ambiente è il mezzo più potente di finanziamento della politica e di arricchimento illecito di pubblici funzionari. E’ un sistema complesso che attraversa, come la giustizia, tre gradi.

Il primo grado è quello legislativo. La politica che ha sempre bisogno di soldi sporchi elabora discute e approva una legge sulla difesa dell’ambiente, sulla sicurezza, sul riciclo degli scarti e sulla tutela degli addetti e delle popolazioni a rischio. Sono leggi esemplari, nelle quali vengono previste norme stringentissime e termini brevissimi per adeguarvisi.

Nel corso dell’approvazione cominciano a volare le prime mazzette, dette “a caldo o in corso dei lavori” per i parlamentari. Se li aggiudica chi riesce a presentare e fare approvare emendamenti che alleggeriscono qualche norma capestro scritta apposta. La politica poi ritira le mazzette a tappeto alla prima proroga dei termini per l’adeguamento alle nuove norme.

Proroghe sollecitate e pagate dalle imprese che ovviamente non hanno nemmeno cominciato a fare i lavori prescritti.

Esaurita questa prima fase si passa al secondo stadio, quello dei controlli e delle certificazioni. Qui le mazzette vengono incassate da governatori di Regioni e assessori, da giunte provinciali, giunte comunali, consigli regionali, comunali e provinciali, da funzionari regionali, comunali e provinciali, da tecnici e amministrativi delle ASL, delle Agenzie per l protezione ambientale (ARPA), dagli ispettorati e pubblici ufficiali assortiti, in borghese e/o in divisa. Vengono remunerati gli omessi controlli, le omesse certificazioni o le certificazioni false.

Consumato questo secondo passaggio, si passa al terzo. E’ il momento della Giustizia .Nei casi in cui questo pur collaudato sistema abbia qualche falla, per errori, o per piccole vendette e si finisce in Procura e si aprono due strade: l’insabbiamento puro e semplice delle denunce e delle indagini svolte, oppure l’avvio di una lunga ed estenuante attività processuale.

Intanto, però, come è già accaduto e accade, in tanti stabilimenti italiani, potenti e ricche multinazionali continuano ad inquinare aria, acqua e terra, a uccidere bambini e a creare mutanti animali e vegetali.

Talvolta si arriva al processo, raramente alla sentenza perché avvocati bravi e senza scrupoli lavorano per fare intervenire la prescrizione dei reati. Una prescrizione costruita con scientifica complicità da avvocati e magistrati.

Quando e se, dopo anni e anni, si arriva per occhio di mondo alla condanna in primo grado di qualcuno, non fatevi illusioni. Nei due superiori gradi di giudizio l’assoluzione è garantita. Perché dovete sapere che le leggi sull’ambiente sono perfette. Non prevedono un colpevole nemmeno in caso di stermini di massa.

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