Compravendita di voti: fino a 400-500 mila euro ‘investire’ conviene…

11 novembre 2017

Un parlamentare – e questo vale per l’Assemblea regionale siciliana, ma anche per la Camera dei deputati e per il Senato della Repubblica – dura in carica 5 anni e si porta a casa circa 700 mila euro. Fatti quattro conti ‘schitti schitti’, l’investimento, chiamiamolo così, fino a 500 mila euro risulta conveniente
Aggiornamento: una precisazione sull’indennità dei parlamentari dell’Ars

Senza voler entrare nel merito della vicenda sulla presunta compravendita di voti che coinvolge il parlamentare appena rieletto, Edy Tamajo, senza voler entrare nell’inchiesta della magistratura ci permettiamo di fare solo qualche considerazione semplice semplice, lasciando parlare i numeri. Per numeri intendiamo le cifre che girano attorno all’attività di un parlamentare regionale o nazionale.

Visto che l’inchiesta riguarda le elezioni regionali di domenica scorsa, prendiamo come esempio un parlamentare eletto all’Assemblea regionale siciliana: esempio che, lo ribadiamo, può essere esteso, anche, a chi viene eletto alla Camera dei deputati o al Senato.

Un parlamentare dell’Assemblea regionale siciliana resta in carica 5 anni. Ebbene, in cinque anni la sua retribuzione gli consente di guadagnare circa 700 mila euro.

Non sappiamo se un voto – come emerge dall’attuale indagine – costi 25 euro. Ipotizziamo che costi un po’ di più, magari 50 euro a voto. A questo punto possiamo ipotizzare che si possono acquistare 6-7 mila voti spendendo, grosso modo, 350-400 mila euro.

Se il costo del voto si dimezza – e passa a 25 euro – il numero dei voti che si possono acquistare raddoppia. 

La nostra, lo ribadiamo, è un’ipotesi. Ma non possiamo non sottolineare che, ammettendo l’esistenza della compravendita dei voti, l’acquisto dei medesimi voti diventa una sorta di investimento: investimento che potrebbe risultare conveniente fino a 500 mila euro: oltre questa cifra l’investimento comincia a diventare rischioso.

Questo perché l’interruzione della legislatura anche con un anno di anticipo – come si è verificato nel 2012, quando l’allora presidente della Regione, Raffaele Lombardo, fu costretto alle dimissioni un anno prima per questioni giudiziarie – potrebbe ridurre drasticamente, fino ad annullare, la remunerazione (con l’attuale legge elettorale le dimissioni del presidente della Regione provocano lo scioglimento anticipato dell’assemblea di Sala d’Ercole).

Resta da capire chi è che è in grado di anticipare una somma simile, che ovviamente non è alla portata di tutti. Per un candidato ricco, ovviamente, non ci sono problemi. Chi, invece, non ha la fortuna di essere ricco, o ha i soldi conservati, o deve ricorrere a un prestito. Rivolgendosi a chi? A una banca? Ad altri soggetti non meglio identificati?

Se è vero che esiste la compravendita dei voti e se è vero che c’è chi investe certe cifre nella propria candidatura, viene meno – con riferimento all’Assemblea regionale siciliana – l’idea stessa di mozione di sfiducia al presidente della Regione. Perché chi ha investito una certa cifra non manda a casa in anticipo il Governatore, perché, a seconda di quando maturerebbe la mozione di sfiducia, rischierebbe di perdere una parte dei soldi che ha investito.

Superfluo aggiungere che, nella legislatura che si è appena conclusa, il presidente della Regione, Rosario Crocetta, ha cominciato nel novembre del 2012 senza avere in Aula una maggioranza. Ma la maggioranza, soprattutto nei momenti ‘topici’ – per esempio, quando i grillini hanno presentato le mozioni di sfiducia a Crocetta – si è sempre materializzata…

Aggiornamento: precisazione sull’indennità dei parlamentari dell’Assemblea regionale siciliana. 

Abbiamo scritto che un parlamentare dell’Ars, in cinque anni, si parta a cada circa 700 mila euro. In realtà, il dato va corretto.

Noi siamo partiti dal presupposto che un deputato del Parlamento siciliano, ogni mese, si porta a casa 11 mila e e 100 euro circa. Qualcuno ci ha fatto notare che era così fino a qualche anno fa. Oggi l’indennità è la stessa, ma 3 mila euro vengono corrisposte direttamente dagli uffici del Parlamento dell’Isola ai due collaboratori che sono a disposizione di ogni deputato.

Quindi, ogni mese, un parlamentare dell’Ars prende 3 mila euro in meno – quindi si porta a casa 8 mila e 100 euro al mese – mentre i soldi per i due collaboratori non passano più dalle sue tasche.

Di conseguenza, in cinque anni, la remunerazione di un parlamentare dell’Ars non è pari a circa 700 mila euro, ma a 486 mila euro circa.

Questo non esclude un eventuale “investimento” per l’acquisto dei voti. Anzi – per essere precisi – ammesso che sia provata la compravendita di voti – bisogna chiedersi in che modo un deputato conti di recuperare i soldi che ha eventualmente ‘investito’…

 

 

 

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