Fuga dall’Italia: in 5 milioni all’estero, la metà sono meridionali

17 ottobre 2017

Sono 124mila gli italiani sono partiti l’anno scorso, +15,4%. Tra questi 48.600 nella fascia di età tra i 18 e i 34 anni. Complessivamente, metà degli iscritti nell’anagarafe dei residenti all’estero, arrivano dal Sud Italia

Continua la fuga degli italiani verso l’estero. Nel 2016 in 124.076 hanno fatto le valigie, in aumento del 15,4% rispetto al 2015. Tantissimi i giovani che hanno lasciato l’Italia: se ne sono andati in 48.600 nella fascia di età tra i 18 e i 34 anni. E’ quanto si legge nel Rapporto della Fondazione Migrantes della Cei, presentato oggi a Roma, che parla di 5 milioni di italiani che si sono trasferiti fuori dai confini nazionali, con un aumento del 3,3% in un solo anno. Rispetto al 2015 c’è stato un aumento del 23,3% .

Al 1° gennaio 2017 risultano iscritti all’Aire (Anagrafe degli italiani residenti all’estero) quasi 5 milioni di italiani: per la precisione, 4.973.942, l’8,2% degli oltre 60,5 milioni di residenti in Italia alla stessa data. Un numero che è costantemente aumentato negli anni (nel 2006 erano poco più di 3 milioni, +60,1%). La metà (50,1%) degli iscritti all’Aire viene dal Sud Italia. 

Nel 2016 la Lombardia, con quasi 23 mila individui, si è confermata la prima regione per partenze, seguita dal Veneto (11.611), dalla Sicilia (11.501), dal Lazio (11.114) e dal Piemonte (9.022). C’è però una regione che presenta un dato negativo, ed è il Friuli Venezia Giulia, da cui nell’ultimo anno sono partite 300 persone in meno (-7,3%).

«Le partenze – spiegano i ricercatori – non sono individuali ma di `famiglia´ intendendo sia il nucleo familiare più ristretto, ovvero quello che comprende i minori (oltre il 20%, di cui il 12,9% ha meno di 10 anni) sia la famiglia `allargata´, quella cioè in cui i genitori – ormai oltre la soglia dei 65 anni – diventano `accompagnatori e sostenitori´ del progetto migratorio dei figli (il 5,2% del totale). A questi si aggiunga il 9,7% di chi ha tra i 50 e i 64 anni, i tanti `disoccupati senza speranza´ tristemente noti alle cronache del nostro Paese poiché rimasti senza lavoro in Italia e con enormi difficoltà di riuscire a trovare alternative occupazionali concrete per continuare a mantenere la propria famiglia e il proprio regime di vita. Le donne sono meno numerose in tutte le classi di età ad esclusione di quella degli over 85 anni (358 donne rispetto a 222 uomini): si tratta soprattutto di vedove che rispondono alla speranza di vita più lunga delle donne in generale rispetto agli uomini».

Per quanto riguarda le mete scelte, il Regno Unito registra un primato assoluto tra tutte le destinazioni, seguito da Germania, Svizzera, Francia, Spagna, Brasile e Usa. Paesi che assorbono, nel complesso, il 65% delle cancellazioni per l’estero (66.664 su 102.259 in termini assoluti). Oltre alla conferma delle destinazioni più tradizionali e di quelle recenti, ma annoverate da qualche anno nella graduatoria delle prime venti, come Cina e Romania, emerge una nuova propensione a migrare verso gli Emirati Arabi Uniti, con un aumento, tra il 2014 e il 2015, attorno al 20%. Tra i sette emirati i principali sono Abu Dhabi e Dubai.

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