L’Ars piegata ai capricci di Orlando: l’ultima vergogna del Parlamento siciliano

25 settembre 2017

Istituzioni usate per soddisfare le ambizioni dei politicanti. La politica siciliana ha toccato il fondo, rendendo sempre più difficile tenere separate le critiche alle istituzioni dalle meritatissime critiche nei confronti di chi le rappresenta….

E’ Livesicilia stamattina ad inchiodare  Leoluca Orlando e le sue smanie elettorali. Il sindaco di Palermo, verso il quale certa stampa locale è solitamente molto tenera, non ne esce molto bene. Ma non solo lui. Anche l’Assemblea regionale siciliana fa una pessima figura. Rendendo sempre più difficile la difesa di una istituzione che, a causa dei suoi pessimi esponenti, viene denigrata in ogni dove.

Che succede? Il quotidiano online fondato da Francesco Foresta, in un articolo a firma di Accursio Sabella, si sofferma sulle ‘furbate’ dei politici in vista delle prossime elezioni regionali. Parla della nascita di gruppi parlamentari ‘last minute’ per evitare alle liste di raccogliere le firme previste dalla legge (se un gruppo è presente all’Ars può evitare questo faticoso passaggio), del valzer dei cambia casacche e delle nomine prettamente elettorali di Crocetta.

E poi arriva a lui: “Ma come Crocetta, ha fatto Orlando. Anzi, il sindaco ha fatto di più e sotto certi aspetti, peggio”. Non solo si è inventato in movimento ‘Arcipelago Sicilia’ a sostegno della candidatura di Fabrizio Micari, ma ha preteso che all’Ars si battezzasse un gruppo con questo nome. 

“Il movimento del sindaco, invece, denominato “Arcipelago Sicilia”, a Palazzo dei Normanni non è rappresentato da nessuno. Nessuno è stato eletto grazie a liste che nel 2012 facevano capo a Orlando”.

“Una onnipotenza – scrive LiveSicilia che, forse, non si traduce in altrettanto consenso per la Sicilia, se anche lui, come Crocetta, ha preferito “aggirare” i vincoli di legge. E di creare all’Ars, per pochi giorni, un gruppo parlamentare fasullo. Come se tra i compiti del Parlamento ci fosse anche quello di fare un “favore” al sindaco”. 

Lo ripetiamo: in questa storia Orlando conferma la sua natura di aspirante  regnante assolutistico (pensasse un po’ più a tenere pulita Palermo piuttosto che al regno che non ha, farebbe un favore a tutti). Ma il vero scandalo è un Parlamento siciliano che ha consentito di farsi usare “delle ambizioni personali, delle necessità di chi gestisce il potere”.

Qui potete leggere l’ottimo articolo di LiveSicilia

 

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