Elezioni regionali, la stampa italiana a senso unico: si parla solo di alcuni. Perché?

27 agosto 2017

 Cari lettori de I Nuovi Vespri: vi siete chiesti perché le Tv nazionali parlano di alcuni candidati alla presidenza della Regione e ne ignorano altri? In particolare, il servizio pubblico della RAI non dovrebbe stare al di sopra delle parti e garantire tutti? Ma non solo, anche il resto della stampa italiana vede solo con un occhio. Lo chiediamo a voi: perché? 

“Il compito di un dottore è guarire i pazienti, il compito di un cantante è cantare. L’unico dovere di un giornalista è scrivere quello che vede”, diceva Anna Politkovskaja. La giornalista russa scriveva tutto quello che vedeva: e ci ha rimesso la vita.

In Italia, grazie a Dio, non ci sono questi problemi. In Italia c’è la libertà di stampa. Viene usata bene? Prendiamo come esempio le elezioni regionali siciliane. E chiediamo ai nostri lettori: perché la ‘Grande informazione nazionale’, in Italia, quando affronta il tema delle elezioni della Sicilia, parla di alcuni candidati alla presidenza della Regione e ne ignora altri?

Passi che lo facciano le Tv private: magari non è un bell’esempio, ma sono pur sempre programmi televisivi di un imprenditore che ci mette i soldi e fa ciò che vuole. Anche se, ad onore del vero, i giornalisti tutti sono tenuti al rispetto di un codice deontologico che non prevede la censura e che impone una informazione completa.

Certo, più grave è il caso della RAI che, fino a prova contraria, è un servizio pubblico. Pagato dai cittadini con il canone RAI che Renzi e il suo PD hanno inserito nella bolletta dell’ENEL.

Forse i candidati alla presidenza della Regione siciliana ‘gettonati’ dalla RAI pagano il canone, mentre i candidati che la RAI ignora non pagano il canone?

Quindi – per citare due esempi – Franco Busalacchi e Roberto la Rosa, entrambi candidati alla presidenza della Regione siciliana, ma non solo loro – non pagano il canone TV e, quindi, vanno ignorati?

Un giorno Bruno Vespa disse: “I miei editori sono i partiti”. Tutti gli saltarono addosso: vergogna di qua, vergogna di là.

E invece gli ‘editori’ dei direttori del TG 1, del TG 2 e del TG 3 chi sono? E sa dalla Sicilia partisse una campagna martellante per convincere i cittadini siciliani a non pagare il canone RAI? Che ne direbbero gli ‘editori’ del TG della RAI?

E se dalla Sicilia partisse una campagna martellante per imporre alla stampa italiana la completezza e la correttezza dell’informazione?

Lo chiediamo a voi: perché la grande stampa italiana ha deciso di censurare i candidati che non fanno parte degli schieramenti tradizionali? 

E’ possibile che non vogliano neanche sentire parlare di coloro i quali tentano di indicare una strada nuova? Certo, non va meglio al M5S che non si può più ignorare, ma denigrare, quello sì. In ogni caso, a questo movimento non mancano i mezzi per farsi sentire.

Più difficile per quelle liste territoriali che non hanno grandi finanziatori e che non per questo valgono meno.

Non dovrebbero essere i cittadini a decidere se meritano fiducia o meno?

Perché si è deciso di non dargli voce?

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