Ex Province, torna l’elezione diretta. Caos su Riscossione Sicilia e fusione Cas-Anas

10 agosto 2017

“Abbiamo messo fine alla riforma più strampalata di Rosario Crocetta”.  E dopo la norma poco chiara approvata ieri sulla società di riscossione, oggi all’ Ars la confusione regna sovrana sull’altro grande affare che il Governo vuole concludere in favore di Roma: la fusione del Cas con l’ Anas. Al primo voto è mancato il numero legale. AGGIORNAMENTO: del Cas si tornerà a parlare a settembre

Torna l’elezione diretta per il presidente dei Liberi consorzi, per il Sindaco metropolitano e per i consiglieri di questi enti. Lo ha deciso l’Ars nella seduta di oggi pomeriggio: “Abbiamo messo fine alla riforma più strampalata di Rosario Crocetta. Le ex province sono state massacrate da scelte scellerate del Pd per cinque anni. Ora si vede un po’ di luce. Torna anche la democrazia con il voto a suffragio universale. Sono orgoglioso di essere stato il primo firmatario del disegno di legge che oggi con il voto d’Aula ha reintrodotto il voto diretto” dice Vincenzo Figuccia, deputato di Forza Italia.

32 i voti favorevoli su 47. Due deputati della maggioranza si sono astenuti (Pino Apprendi e Filippo Panarello) contrario il presidente della Regione Rosario Crocetta. mentre il presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone, al momento del voto finale, non si è presentato in Aula.

Contrario tutto il M5S che con i suoi voti aveva contribuito all’approvazione dell riforma papocchio che aveva recepito la legge Delrio. Un pasticcio che, nei fatti, aveva solo tolto la parola ai cittadini nella governance degli enti intermedi.

Malumori nel PD: “L’approvazione della norma sull’elezione dei sindaci Metropolitani inserita all’interno del ddl sulle ‘ex Province’ è stata uno scivolone dell’Aula. Questo voto manifesta una visione distorta dell’Autonomia, nonché un atto di provincialismo politico e di accanimento inaccettabile nei confronti dell’attuale sindaco di Palermo”. Lo dicono Alice Anselmo e Giovanni Panepinto, presidente e vicepresidente del gruppo PD all’Ars.

Se con questo voto di oggi si è tentato di ripristinare un minimo di democrazia, lo stesso non si può dire del voto di ieri sulla liquidazione di Riscossione Sicilia. In pratica si è deciso di dare in pasto i siciliani all’ex Equitalia. Una decisione, come vi abbiamo detto qui,  molto sponsorizzata dai dipendenti che si illudono di potere avere un trattamento migliore.

In realtà sarà una gran fregatura per i siciliani oltre che un colpo letale all’ultimo polmone di finanza autonoma, l’ultimo residuo del secondo comma dell’art. 37 dello Statuto.

Ma ormai sappiamo che quando Roma ordina, i nostri politici obbediscono.

La norma approvata, però,lascia aperto qualche spiraglio. Prevede, infatti, che la liquidazione sia portata a termine nel 2018. Quando ci sarà un nuovo governo e un nuovo Parlamento che potrebbero decidere diversamente.

Il voto è stato segreto, su richiesta di Marco Falcone (FI),  condivisa dagli altri deputati. Certamente contrario, e questa volta a ragion veduta, il M5S.

Intanto è certa la decadenza di Antonio Fiumefreddo. Dall’1 ottobre a guidare l’azienda sarà un consiglio di amministrazione composto da tre persone scelte dal governatore. Con un solo criterio: i consiglieri non dovranno avere amministrato la società. Il controverso ormai ex numero uno di Riscossione Sicilia in queste ore sbraita parlando di una vendetta nei suoi confronti.

Solo alla fine del suo roboante comunicato stampa ricorda che ci sarà un danno per i siciliani:“Naturalmente, è enorme il danno arrecato ai siciliani che regaleranno a Roma circa 1 miliardo di euro l’anno. Il Palazzo è abitato da marziani, nemici dei cittadini, che cercano solo camerieri”.

L’Aula è ancora riunita e si sta discutendo dell’altro grande affare che il Governo siciliano vuole concludere in favore di Roma: la fusione del Cas con l’ Anas. Al primo voto è mancato il numero legale e la seduta è stata sospesa.

Abbiamo approfondito il tema qui e torneremo ad aggiornarvi.

Degno di nota l’intervento di ieri Vincenzo Figuccia che resta un deputato di Forza Italia sui generis: “L’Anas non ha più appalti in Sicilia e vuole rifarsi con il Cas”?

AGGIORNAMENTO

“Con la seduta di stasera, guardiamo in faccia la realtà, si è chiusa la legislatura. A settembre si aprirà una nuova sessione solo per le comunicazioni di rito in previsione dello svolgimento delle elezioni”. Lo ha detto il presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone, alla ripresa della seduta. L’Aula era vuota: la mancanza del numero legale ha quindi impedito la votazione della fusione Cas- Anas. Se ne riparlerà dopo la pausa estiva.

 

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