Leoluca Orlando candidato alla presidenza della Regione siciliana con il sì di Renzi?

3 agosto 2017

Per questo blog non sarebbe una novità se è vero che abbiamo avanzato tale ipotesi nell’ottobre dello scorso anno. Questa volta non siamo noi a dirlo, ma il giornale on line, ‘Nientedipersonale’. Che in un articolo racconta i retroscena della vista di Renzi a Palermo. Le imminenti dimissioni di Rosario Crocetta da Palazzo d’Orleans. E la sorpresa di Ottavo Navarra, che sarebbe pronto a ritirare la propria candidatura per convergere sullo steso Orlando. C’è da crederci? Mah… 

Per questo blog – se la notizia dovesse risultare vera – non sarebbe una novità. Ricordiamo, infatti, ai nostri lettori che, già nell’ottobre dello scorso anno, ipotizzavamo la possibilità che Leoluca Orlando avrebbe potuto porre la propria candidatura alla presidenza della Regione siciliana (QUI IL NOSTRO ARTICOLO DEL 12 OTTOBRE 2016). Ipotesi che abbiamo rilanciato lo scorso 25 giugno (QUI L’ARTICOLO).

Ora a rilanciare la candidatura di Orlando è il giornale on line Nientedipersonale.com:

“A noi risulta che sarebbe stato siglato un accordo di ferro tra Renzi e il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando. E sarebbe proprio lui il candidato del centrosinistra alla presidenza della Regione, appoggiato da almeno tre liste”.

Nientediprsonale.com racconta che, in realtà, la visita di Renzi a Palermo non è stata solo una passerella per consentire al segretario nazionale del PD di presentare il suo libro (“Avanti”, questo sarebbe il titolo che, con molta probabilità, crea qualche problema alla tradizione socialista, che con Renzi e con il renzismo, a parte qualche poltronista, non ha nulla a che vedere).

Durante la visita il ‘capo’ del PD avrebbe siglato un “patto di ferro” con il sindaco di Palermo, che sarebbe pronto a dimettersi per candidarsi alla presidenza della Regione.

Nell’articolo di Nientedipersonale.com si raccontano tutti i passaggi ‘nascosti’ della visita di Renzi a Palermo:

“In prima battuta – si legge nell’articolo – Renzi avrebbe chiesto al presidente della Regione uscente, Rosario Crocetta, di fare un passo indietro. Le dimissioni di Crocetta, in questo schema, sono un passaggio centrale: senza le sue dimissioni, infatti, Leoluca Orlando non potrebbe essere il candidato alla guida della Sicilia. Questo perché la legge prevede che un sindaco di una città siciliana con oltre 20 mila abitanti, per poter porre la propria candidatura alla presidenza della Regione o all’Ars, si deve dimettere sei mesi prima. A meno che la legislatura dell’Assemblea regionale siciliana non si interrompa in anticipo: per esempio, con le dimissioni del presidente della Regione”.

Resta da capire cosa penserebbero i palermitani delle dimissioni di Orlando ad appena qualche mese dalla sua elezione a sindaco della città: elezioni, tra le altre cose, che non sono state certo un esempio di linearità elettorale, come abbiamo raccontato in una serie di approfondimenti (QUI TROVARE SEI ARTICOLI SULLE CAOTICHE – E FORSE NON SOLTANTO CAOTICHE – ELEZIONI COMUNALI DI PALERMO).

Nell’articolo si ipotizza la presenza di tre liste alle elezioni regionali del 5 novembre.
La prima lista – scrive Nientedipersonale.com – sarebbe composta da Orlando accompagnato da un gruppo di sindaci (o ex sindaci). In pratica, Orlando sfrutterebbe la sua posizione di presidente dell’ANCI Sicilia (Associazione Nazionale dei Comuni Italiani) per comporre la propria lista. Assieme al sindaco di Palermo dimissionario si aggregherebbero i bersaniani di Articolo 1 Mdp e Sinistra Italiana”.

Nulla da dire sul fatto che i bersaniani si possano aggregare ad Orlando. Qualche dubbio lo nutriamo per Sinistra Italiana. Per almeno due motivi. In primo luogo perché questa formazione politica sembrerebbe un po’ più a sinistra di Orlando. In secondo luogo perché Sinistra Italiana è nata anche con una ferma critica all’euro a trazione tedesca: andarsi ad alleare con un personaggio da sempre vicino alla Germania come Orlando è piuttosto curioso…

“La seconda lista – leggiamo sempre su Nientediprsonale.com – dovrebbe vedere insieme il PD, Alternativa Popolare di Angelino Alfano, Dore Misuraca e Simona Vicari e i centristi di Giampiero D’Alia e Giovanni Ardizzone, più altri ex democristiani. In parole semplici, si riproporrebbe lo schema che è stato utilizzato alle elezioni comunali di Palermo: il Partito Democratico si ‘nasconderebbe’ dentro quella che, alla fine, non è altro che una lista civica. Questo consentirebbe al PD in generale e a Renzi in particolare di evitare di contare i voti in Sicilia”.

Anche questa seconda tesi ci sembra un po’ azzardata. Di solito, prima delle elezioni politiche nazionali i partiti verificano la propria forza elettorale. Il Partito Democratico si è già ‘nascosto’ alle recenti elezioni comunali di Palermo: che senso avrebbe ‘nascondersi’ anche alle elezioni regionali siciliane? Sulla base di quali indicazioni Renzi e compagni dovrebbero fare le liste in Sicilia nelle successive elezioni politiche nazionali?

Una spiegazione ci sarebbe: nell’articolo si sottolinea “l’esperienza fallimentare di Rosario Crocetta alla presidenza della Regione”. E si espone una tesi che ha una sua validità: “Se Orlando vincerà le elezioni, il PD siciliano sarà tra i ‘vincitori’; se, invece, si perderanno le elezioni, il PD siciliano non avrà perso perché il simbolo del partito non avrà peso parte alle elezioni”.

“La terza lista in sostegno di Orlando – leggiamo sempre nell’articolo – dovrebbe essere messa a punto dal leader di Sicilia futura, Salvatore ‘Totò’ Cardinale, e dal socialista, Carlo Vizzini. Quest’ultimo si è impegnato a coinvolgere in questo passaggio elettorale le tante ‘anime’ socialiste che oggi sono presenti in Sicilia”.

Cardinale, a quanto pare, a differenza del PD e dei suoi dirigenti, vuole la conta dei suoi voti. Se le cose dovessero stare così, è evidente che è convinto di superare lo sbarramento del 5%.

Abbiamo, invece, più di un dubbio su Carlo Vizzini, che viene dal PSDI, partito che non ha nulla ma proprio nulla a che vedere con la tradizione socialista. I socialdemocratici, nella Prima Repubblica, erano i socialisti ‘americani’, nati, anzi fatti nascere dagli USA per indebolire il Partito Socialista di Pietro Nenni.

Storia a parte, dubitiamo che Carlo Vizzini – persona simpatica e stimabile – possa convincere i socialisti a seguirlo nella sua nuova avventura con Leoluca Orlando. Fino a stamattina, per esempio, Fabio Cannizzaro, un socialista molto attivo in Sicilia, ci ha confermato che lui e tanti altri socialisti dell’Isola lavorano per un’alternativa al PD.

Per non parlare di un socialista storico – oggi uno dei padri nobili dei socialisti siciliani, Turi Lombardo –  che inquadriamo con molta difficoltà in alleanza con il PD e che non riusciamo proprio a capire come e perché dovrebbe appoggiare Orlando!

Un passaggio dell’articolo è dedicato alla Sinistra alternativa al PD, che in Sicilia ha già un proprio candidato alla presidenza della Regione: l’editore Ottavio Navarra.

Scrive Nentedipersonale.com:

“Un’alleanza centrista – con il PD alleato, se non ‘mescolato’ tra i centristi – esporrebbe il Partito Democratico a una possibile ‘emorragia’ di voti a sinistra. Alle elezioni comunali Orlando è riuscito a bloccare la sinistra ‘intruppando’ nel proprio cartello elettorale Sinistra comune. L’operazione gli è riuscita agevolmente perché Giusto Catania – che controlla la segreteria provinciale di Rifondazione comunista di Palermo – ricopriva il ruolo di assessore nella Giunta comunale uscente di Leoluca Orlando. E sono stati proprio Giusto Catania e il parlamentare nazionale di SEL, Erasmo Palazzotto, ad impedire, al Comune di Palermo, la presenza di una sinistra alternativa al PD (anche se adesso lo stesso Catania, privato della poltrona di assessore comunale, avrebbe iniziato a fare un po’ le bizze…)”.

“Sulla Regione è già stata annunciata la presentazione di una lista alternativa al PD siciliano – prosegue l’articolo -. Si tratta di una lista che raccoglie varie ‘anime’: Rifondazione comunista, Partito comunista italiano, Risorgimento socialista, Possibile, più altri movimenti legati ai vari territori in relazione alla tutela dei beni comuni (acqua pubblica e altro ancora) e alla Costituzione italiana del 1948”.

“Nell’accordo politico siglato da Renzi e Orlando – scrive Nientedipersonale.com – è previsto il ritiro di Ottavo Navarra e la confluenza di questo schieramento politico sulla candidatura dello stesso Orlando”.

Ci chiediamo e chiediamo: Ottavio Navarra è stato informato? Anche su questo punto noi nutriamo qualche dubbio.

Con che faccia Navarra si ritirerebbe annunciando di appoggiare Orlando?

E i vari Renato Costa, Sonia Spallitta e Saverio Cipriano – per citare solo tre noti esponenti della Sinistra siciliana alternativa al PD – lo sanno che si ritroveranno a sostenere Orlando e, soprattutto, il Partito Democratico?

A noi quest’ultimo scenario sembra alquanto improbabile.

QUI L’ARTICOLO DI NIENTEDIPERSONALE.COM

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