Migranti: situazione ingovernabile. E la Sicilia rischia di diventare una polveriera

20 luglio 2017

La vicenda del Messinese è emblematica: lo Stato italiano, con la chiusura delle frontiere, non sa più dove mettere i migranti. E siccome la Sicilia è ‘l’ultima della colonie’, sta provando a imporre ai piccoli Comuni della nostra Isola, che in base alla quote dovrebbero ospitare sette-otto migranti, blocchi di 50 migranti! Il ruolo dei prefetti, che in Sicilia non dovrebbero più esistere. L’inadeguatezza del presidente Rosario Crocetta, diventato ‘ospite in casa propria’…

L’ho detto e lo ribadisco ancora una volta: nell’assistenza ai migranti la Sicilia ha già dato. Non è pensabile che, a fronte della debolezza e dell’insipienza dei governi italiani, alcuni Paesi europei possano impunemente chiudere le proprie frontiere, e per conseguenza, di debolezza in debolezza, lo Stato italiano, nel silenzio succubo del Governo regionale, disponga che i migranti vengano trattenuti nella nostra Isola, imponendoli ai nostri Comuni a prescindere dalla volontà dei sindaci e ignorando le quote stabilite dallo stesso Governo nazionale.

Non si capisce, ovvero si capisce benissimo, perché, se è stato stabilito che un centro di 3 mila abitanti circa può ospitare non più di setto-otto migranti, ne debba ospitare coattivamente 50!

Ciò che appare poi inaccettabile è che questo avvenga su disposizione delle prefetture, ovvero da parte di relitti burocratici, espressione di una impalcatura centralistica prima monarchica e poi fascista dello Stato italiano, assolutamente anacronistici soprattutto dopo l’entrata a regime delle Regioni. E questo è tanto più inaccettabile nella nostra Regione, dove ai sensi dell’art.21 del nostro Statuto speciale, i più alti rappresentanti dello Stato in Sicilia non sono certo i prefetti, ma il Presidente della Regione e gli Assessori regionali, organi di valenza costituzionale, mentre i prefetti e le prefetture sono soltanto organi di amministrazione sopprimibili con legge ordinaria.

Quanta dignità abbiamo perso nel tempo a causa della mancanza di dignità di chi governa la nostra Sicilia con il ricatto e la frode! Rosario Crocetta, che ai sensi di una norma del 1945 mai abrogata, ha il potere e quindi il dovere di coordinare i prefetti finché non vengono a cessare (cosa che si può fare subito, attuando gli articoli 21 e 31 dello Statuto) nemmeno viene informato, ridotto dalla sua inadeguatezza a fare l’ospite in casa sua.

Che cosa pensa, il prefetto di Messina, che siccome nel Messinese ci sono tantissimi piccoli Comuni, ognuno di questi Comuni si dovrebbe riempire di migranti, solo perché il Governo nazionale non è più in grado di gestire un problema che gli stessi Governi italiani degli ultimi anni hanno creato?

I problemi con i migranti ci sono sempre stati. Ma si sono accentuati dall’operazione Mare Nostrum in poi. Da allora l’Italia ha perfezionato un modello voluto dall’allora Ministro degli Interni, il siciliano Angelino Alfano: fare entrare tutti i migranti dall’Italia, trattenerne solo una piccola quota facendo guadagnare un sacco di soldi alle ‘cooperative’ – in parte riconducibili alla sinistra, in parte al mondo cattolico – mentre gli altri migranti, in un modo o nell’altro, debbono lasciare l’Italia.

Fino ad oggi il Belpaese è stato un ‘corridoio’.

Da qualche tempo alcuni Paesi europei non ne vogliono più sapere di accogliere migranti provenienti dall’Italia. Ci sono state proteste nell’Europa dell’est: e infatti la Germania ha imposto alla UE l’accordo con la Turchia per limitare drasticamente il passaggio di migranti. La Germania accoglie i migranti: ma lo fa con ordine.

In Italia non c’è alcun ordine: solo un grande caos. E grandi affari, anche malavitosi, come hanno dimostrato l’inchiesta giudiziaria su ‘Mafia Capitale’ e l’inchiesta sul CARA di Mineo, uno dei più grandi centri d’accoglienza d’Europa. Per non parlare delle coraggiose inchieste portate avanti dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Catania.

Ora la situazione sta precipitando. L’Austria sta chiudendo i propri confini. Tra qualche settimana, o al massimo tra qualche mese, c’è il rischio che l’Italia si ritrovi con un incredibile flusso di migranti che non potranno recarsi nel Nord Europa. Che succederà?

Succederà quello che sta già succedendo in Sicilia: e cioè che i prefetti, come già accennato per il Messinese, proveranno a riempire i Comuni della nostra Isola di migranti. Non è un caso che abbiano scelto i piccoli Comuni, perché si illudono che queste operazioni non diano nell’occhio.

Stanno cominciando con i Comuni del Sud Italia, Sicilia in particolare. Man mano che il numero di migranti crescerà passeranno prima al Centro Italia e poi al Nord.

Nel Sud – soprattutto in Sicilia – terra che i governanti nazionali del PD considerano una ‘colonia’, pensavano di non trovare intoppi. E invece li stanno trovando. E ne troveranno sempre di più, perché l’accoglienza di migranti all’infinito è solo irrazionalità e stupidità.

Ed è una strategia perdente. E’ perdente sotto il profilo della tenuta economica; ed è perdente anche dal punto di vista sociale. E, soprattutto, non piacerà agli stessi migranti, che, in massima parte, attraversano il Mare Nostrum non per restare in Italia, ma per recarsi in quei Paesi d’Europa che, ormai, non li vogliono più ospitare.

Gli ultimi Governi Italiani, da Berlusconi – che da perfetto sprovveduto-sciagurato firmò il trattato che stabiliva che i migranti dovevano essere accolti nel primo porto sicuro (ovvero in Italia) -all’attuale Governo Gentiloni, poco o nulla è stato fatto per fare uscire il nostro Paese da questa trappola. Il risultato che è che l’Italia la situazione che potrebbe diventare esplosiva.

Da una parte ci sono tutte le ONG del mondo che ‘sbarcano’ migranti sul suolo italiano; dall’altra parte c’è questo grande flusso di migranti – che non è stato arrestato – che è destinato, a breve, a restare in Italia, creando, in una prospettiva ormai a breve termine, una situazione allarmante.

A differenza di quanto cercano di farci credere i teorici dell’accoglienza senza fine, i problemi si accentueranno. Prima saranno problemi sociali e poi anche economici.

Ogni migrante costa 33 euro al giorno. Di questa cifra solo 2 euro circa vanno al migrante. Il resto va ai centri di accoglienza – che ormai nascono come funghi – che forniscono cibo, alloggio e vestiario. Ci sono centri di accoglienza che fanno bene questo lavoro; e altri che ci lucrano (le ultime sugli infami sono di oggi).

Il problema è che, a monte, non c’è un progetto di integrazione, ma tutto è legato all’improvvisazione. Questi migranti ciondolano tutto il giorno con 2 euro in tasca, senza sapere cosa fare. Alcuni vengono spesso sfruttati nei lavori agricoli; solo i pochi che si integrano si dedicano a lavori casalinghi.

La maggiorana di questi migranti, fino ad oggi, lascia il nostro Paese per recarsi nel resto d’Europa. Ma a breve saranno tutti in Italia…

Il problema diventerà serio perché, lo ribadiamo, la grande maggioranza di questi migranti non vuole restare nel nostro Paese: ma ci dovrà restare, perché le frontiere chiuderanno.

Tutto questo avviene mentre l’Italia attraversa una crisi economica senza precedenti, con 13 milioni di poveri, di cui 5 milioni di indigenti.

Non va meglio in tanti altri Paesi d’un’Europa Unita controllata in modo ‘militare’ dal Finanz-capitalismo: un Finanz-capitalismo che, anche grazie all’euro, ha creato due Europe: una Mitteleuropa ancora ricca e un Sud Europa sempre più in difficoltà, dove la Grecia e l’Italia sono oggi i fanalini di coda.

La pressione dei migranti sull’Italia non è estranea alla strategia del Finanz-capitalismo: così facendo ci avviamo a vivere un conflitto ‘orizzontale’, cioè una guerra tra i poveri del nostro Paese: con i poveri che continueranno ad arrivare dal mare, poveri che, non potendo raggiungere altri Paesi europei, dovranno adattarsi.

La Sicilia è in prima fila in questo scenario di crisi, in una condizione economica e finanziaria gravissima causata da uno Stato che ha svuotato le ‘casse’ della Regione siciliana con il consenso dell’attuale Governo regionale e dei partiti che lo sostengono, PD in testa. I risultati sono sotto gli occhi di tutti.

Le ex Province sono praticamente fallite.

I Comuni sono in gravissime condizioni finanziarie e, fino a questo momento, non hanno ancora ricevuto dalla Regione le risorse del Fondo per le Autonomie locali, né le risorse per retribuire i precari, né i 115 milioni di euro per pagare le rate dei mutui. Hanno incassato solo la quota di IMU.

A ciò si aggiungono interi settori dell’Amministrazione regionale senza risorse.

Per non parlare della spesa sociale, che è stata ridotta di due terzi e che in alcuni centri dell’Isola è praticamente azzerata, e del caos che si registra nella sanità pubblica.

E’ in questo scenario che i prefetti stanno provando a riempire di migranti la nostra Isola, ignorando anche, come già accennato, le ‘quote’.

La Sicilia fornisce la prima assistenza e, là dove occorre, l’assistenza sanitaria.

Il Comune di Milano, per l’assistenza fornita ai migranti, ha già ricevuto dallo Stato 150 milioni di euro. La Sicilia, nulla, grazie a un Governo regionale di ‘ascari’ che non ha nemmeno chiesto questi soldi.

In Sicilia il costo dei migranti è tutto a carico dei Siciliani: direttamente, con la prima assistenza e con l’assistenza sanitaria; e indirettamente, perché i 33 euro che i centri di accoglienza incassano per ogni migrante sono solo una minima parte delle risorse finanziarie che lo Stato scippa ogni anno alla Regione siciliana calpestando lo Statuto.

Come finirà? A nostro avviso, male. Per questo è necessario voltare pagina.

Voltare pagina in Sicilia, oggi, significa, innanzi tutto, non votare più per i partiti politici nazionali, PD in testa; e iniziare a difendersi dal Finanz-capitalismo che sta provando anche a distruggere la nostra agricoltura con le arance che arrivano da chissà dove che soppiantano le nostre arance; con l’olio d’oliva tunisino che soppianta il nostro olio d’oliva extra vergine; e, soprattutto, con il grano duro estero – canadese in primis, pieno di contaminanti, dal glifosato alle micotossine DON – che vogliono continuare ad imporci con il CETA, il folle accordo commerciale tra UE e Canada.

E’ arrivato il momento, per la Sicilia, di dire basta!

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