Crocetta scopre di essere siciliano: troppo tardi Mr President

7 luglio 2017

Dopo avere consentito al Governo nazionale di massacrare la Sicilia, il governatore torna a recitare il copione della sua campagna elettorale: devono decidere i siciliani, fuori Roma, w l’ Autonomia e bla bla bla…. Ma pensa che siamo idioti?

Suscitano tanta amarezza le parole pronunciate oggi dal governatore, Rosario Crocetta, in un video postato sul suo profilo Facebook. Nemmeno ironia, solo dolore misto a contrarietà, come un pugno improvviso nello stomaco.

Sono parole simili a quelle  che gli avevamo sentito dire in campagna elettorale. Parole che avremmo voluto sentirgli pronunciare in questi anni di governo, ma che ha riposto nel cassetto poco dopo la sua elezione. In attesa di tirarle fuori oggi, alla vigilia di un’altra campagna elettorale.

Ma è troppo tardi Presidente.  Adesso non possiamo piu’ crederle. Perchè abbiamo visto la sua pratica e non c’è teoria alcuna che potrà farcela dimenticare.

Dice Crocetta: “Dobbiamo scoprire l’orgoglio di essere siciliani, dicendo che in Sicilia devono decidere i siciliani. L’autonomia della Sicilia non piace a Roma o a Milano per un motivo molto semplice, perche’ la Sicilia l’hanno sempre considerata una colonia per farsi gli affari. Da quando c’e’ questo governo, gli affari non li fanno piu'”.

Quando mai in questi anni lei ha fatto qualcosa senza passare da Roma? Vogliamo parlare del Muos di Niscemi? I siciliani non lo volevano. In campagna elettorale aveva promesso che mai si sarebbe installato.Poi è diventato Presidente, Roma ha ordinato di ignorare la volontà dei siciliani, il Muos è funzionante. Con buona pace di chi non voleva un’altra installazione militare e con buona pace di chi teme di essere fritto dall’elettromagnetismo.

Troppo potenti gli americani per dire no? Allora lei ha mentito in campagna elettorale.

Vogliamo parlare dell’ Autonomia che non piace a Roma e Milano? Per cinque anni abbiamo aspettato un suo cenno in difesa dello Statuto. Invano.  Al contrario lei lo ha calpestato, ancora una volta per obbedire a Roma. Il signor Padoan le ha chiesto di rinunciare ai contenziosi con lo Stato.Lei lo ha fatto. Privando la Sicilia  di risorse che sarebbero state preziose. La Corte dei Conti, in più occasioni da quando lei è governatore, ha puntato il dito contro gli abusi dell’Agenzia delle Entrate che trattiene a Roma tributi che spetterebbero alla Sicilia. Soldi dei Siciliani che si sarebbero potuti reinvestire per questa terra. Lei non ha fiatato.Tradendo l’Autonomia.E tradire l’Autonomia significa tradire gli interessi dei Siciliani.

Che dire poi del contributo alla finanza pubblica? La Sicilia paga più di ogni altra regione, lei non ha mai fiatato.

“Non saranno i politici di Roma a decidere chi sara’ il nuovo presidente della Regione, lo decideranno i siciliani. Con il mio Governo abbiamo posto fine agli affari di Roma in Sicilia” dice anche Crocetta.

Come spiega ai Siciliani la sua passiva accettazione di un assessore all’Economia arrivato da Roma che le ha dettato l’agenda? Roma da quando c’è lei ha fatto grossi affari, al contrario di quanto lei dica. A spese nostre. 

Dice anche che è ora di dire basta agli attacchi mediatici alla Sicilia, dimenticando di avere aiutato pseudo giornalisti di infime trasmissioni a sparare a zero contro la Sicilia.

Tante belle parole, ma solo parole che dopo 5 anni di governo ascaristico,  rimangono insensate.

Nessuno pensa che lei sia un ladro, nè che sia un tangentista. Certo la sua particolarissima visione delle regole qualche dubbio lo suscita. Basti pensare al caso Monterosso, riconfermata anche dopo la condanna della Corte dei  Conti, in barba al buon senso e all’opportunità. E casi simili. Che dire poi della sua vicinanza alla Confindustria Sicilia di Antonello Montante e Giuseppe Catanzaro? Ricorda l’assessore Nicolò Marino? Buttato fuori dalla giunta perchè contrario al monopolio delle discariche private?

Troppi esempi a disposizione per dubitare di lei.

Ma diamo pure per scontato che lei sia un paladino dell’onestà,con l’h o senza. Faccia lei.

Resta il fatto che lei ha dimostrato di non avere né la volontà, né forse neanche la stoffa e il coraggio per  difendere gli interessi dei siciliani.

Certo, probabilmente ha più colpe quel Pd che le ha assicurato la maggioranza e che con lei ha gestito il potere. Ma lei è stato un perfetto pupo. Di certo il loro presidente, non quello dei siciliani.

Allora, continui pure le sue trattative con Roma e con il Pd nazionale per farsi garantire una poltrona in cambio delle sue dimissioni anticipate o del ritiro della sua candidatura.

Ci risparmi, però, la presa per i fondelli.

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