Il vergognoso salvataggio delle banche: è il finanzcapitalismo bellezza! E i partiti tradizionali lo difendono…

26 giugno 2017

Dopo il via libera del Consiglio dei ministri al decreto legge per il salvataggio di Veneto Banca e Popolare Vicenza monta la protesta e non solo sui social su una decisione che viene considerata assurda. Ma è tutto parte di un sistema fatto di una politica “che ha identificato i propri fini con quelli dell’economia finanziaria, adoperandosi con ogni mezzo per favorire la sua ascesa”. Un sistema perfettamente rappresentato dai partiti tradizionali italiani

Dopo il via libera del Consiglio dei ministri al decreto legge per il salvataggio di Veneto Banca e Popolare Vicenza monta la protesta e non solo sui social su una decisione che viene considerata assurda. Per i motivi che tutti noi possiamo comprendere: una valanga di soldi di contribuenti andranno a questi istituti, mentre i responsabili del disastro continueranno a prendere il sole nelle loro ville o sui loro yacht. In questo caso si parla di circa 17 miliardi di euro anche se l’esborso immediato nei confronti di Intesa, che ne rileverà le parti “sane”, ammonta a 5,2 miliardi.  I commenti che girano sono uniti da un unico filo rosso: mentre cresce la povertà, mentre sale la disoccupazione, il Governo italiano pensa ai soliti banchieri. Non ci sono soldi per aumentare le pensioni, non ci sono soldi per migliorare lo stato delle scuole e della sanità pubblica, non ci sono soldi per aiutare – per davvero- le imprese, ma i soldi per le banche spuntano sempre.

Come mai?  

L’Italia non è certo l’unico caso: il costo dei salvataggi pubblici delle banche europee dal 2008 al 2011 ammonta a 800 miliardi di euro, una dato “pubblicato non su un sito anti-euro ma su quello ufficiale della Commissione europea” ci ricorda il sito del Tirreno.

Nulla di strano: si chiama finanzcapitalismo. Un sistema che concentra il potere nelle mani di pochi e sacrifica tutto al profitto, dai beni comuni alla dignità delle persone. Un sistema che mortifica il principio di uguaglianza e lo spirito critico, svuotando di senso le istituzioni democratiche.

Prima ha distrutto prima la sovranità democratica degli Stati che ricevevano il potere dal popolo e lo esercitavano- bene o male- nel suo interesse, adesso sta distruggendo la stessa democrazia. 

Un fulgido esempio di questo sistema è l’Unione Europea che lungi dall’essere quell’Unione dei popoli che sognavano i Padri Nobili dell’Europa Unita, è diventata solo una ensamble di poteri finanziari che si scontrano e che si accordano. Tutto sempre e solo nel loro interesse.

Ma non solo. Purtroppo questo sistema ha preso anche il posto della politica. Nel senso che tutti i partiti tradizionali italiani (e non solo) lo rappresentano e lo difendono. 

Da qui nascono i tagli al welfare, quindi alla sanità, alla scuola. Così come la disoccupazione e la povertà. Da qui nasce la mancanza di fiducia nella politica ed è assolutamente comprensibile che sia così. La performance dell’economia italiana,  come ci ha spiegato Ernesto Screpanti, docente di Economia Politica all’Università degli Studi di Siena e autore di tanti lavori sul capitalismo finanziario che attanaglia l’Europa, è pessima dal 2008. Con l’euro le cose sono andate malissimo. Non per l’euro in sé, ma perché la moneta unica è gestita a piacimento di una oligarchia finanziaria a cui dell’interesse popolare non importa proprio nulla.

Anzi. Esistono solo le banche e gli altri poteri finanziari.

Tutto questo deve essere chiaro: non esiste più una lotta tra destra e sinistra, fascisti e comunisti e così via. La lotta oggi è del popolo contro questo capitalismo finanziario che lo sta divorando.

PD, Forza Italia, annessi e connessi sono solo le costole locali di questo sistema. Lo proteggono, lo implementano. Tentano di confondere l’opinione pubblica usando termini roboanti e concetti astrusi. Loro sono al sicuro: oggi deputati, domani commissari europei o comunque in affari. 

Chi resta fregato è il popolo italiano. Che, per difendersi, deve individuare il vero nemico e non cadere nelle trappole delle scaramucce parlamentari o degli scandaletti messi in giro solo per distrarre l’attenzione dal problema dei problemi. 

La definizione di Finanzcapitalismo la si deve a Luciano Gallino, sociologo, studioso dei problemi del lavoro, intellettuale lucido e indipendente. Leggiamo qualche riga delll’introduzione di un suo libro:

“La mega-macchina denominata capitalismo industriale aveva come motore – e per quel che ne resta ha tuttora – l’industria manifatturiera. Il finanzcapitalismo ha come motore il sistema finanziario.
La mega-macchina del finanzcapitalismo è giunta ad asservire ai propri scopi di estrazione del valore ogni aspetto come ogni angolo del mondo contemporaneo. Un simile successo non è dovuto a un’economia che con le sue innovazioni ha travolto la politica, bensí a una politica che ha identificato i propri fini con quelli dell’economia finanziaria, adoperandosi con ogni mezzo per favorire la sua ascesa. In tal modo la politica ha abdicato al proprio compito storico di incivilire, governando l’economia, la convivenza umana. Ma non si è limitata a questo. Ha contribuito a trasformare il finanzcapitalismo nel sistema politico dominante a livello mondiale, capace di unificare le civiltà preesistenti in una sola civiltà-mondo, e al tempo stesso di svuotare di sostanza e di senso il processo democratico.”

Chiaro perché i partiti tradizionali non sono più credibili?

L’unica risposta resta nei movimenti territoriali che già ci sono o che nasceranno. Perché è indubbio che andrà così. Nella speranza di potere evitare quanto successo in Francia dove per non votare i neofascisti- cosa comprensibile- i francesi sono stati costretti a votare Macron, figlio di questo sistema finanziario che non porterà nulla di buono ai nostri cugini d’Oltralpe. Ne vedremo delle belle.

Per inciso, rientra nella cultura del finanzcapitalismo anche l’avere ridotto a ‘parola d’offesa’ il termine ‘populismo’.  Difendere il popolo è diventato un peccato. Solo in un caso c’è l’accezione negativa: quando si strumentalizza il popolo senza avere la minima intenzione di difenderlo per davvero. Come ha fatto Macron e come probabilmente ha fatto Trump.

 

Il professor Screpanti: “Ripresa impossibile con l’euro. L’Italia si salva fuori dall’UE”

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