Elezione presidente della Regione: Piero Grasso verso il “gran rifiuto”?

23 giugno 2017

A differenza di Celestino V, che venne comunque eletto Papa, per poi essere manovrato dai Cardinali, Piero Grasso è ancora in tempo per non farsi eleggere presidente della Regione siciliana. Forse ha capito che, oltre al rischio molto alto di incappare in un disastro elettorale, correrebbe anche il rischio, in caso di improbabile elezione, di fare la fine ‘manovrata’ del Papa del “gran rifiuto? Aggiornamento: Matteo Renzi ‘spinge’ per convincere Grasso a candidarsi in Sicilia

Piero Grasso come Celestino V, il Papa del “gran rifiuto“, per dirla con Dante? Il “No” del presidente del Senato alla candidatura alla presidenza della Regione siciliana non è ufficiale. Ma dalle parole pronunciate a Lamezia Terme dall’ex Procuratore nazionale antimafia, per i vari Raciti, Cracolici, Faraone, Alfano, D’Alia, Cardinale e via continuando con i ‘cascami’ del centrosinistra isolano la situazione non si mette bene. Anzi…

Piero Grasso, in stile Piero Grasso, li ha gelati:

“Per ora faccio il presidente del Senato e lo faccio dedicando anima e corpo, cercherò di portarla fino in fondo…”. Portare “fino in fondo” significa che Grasso intende restare presidente del Senato sino al completamento della legislatura, cioè fino al marzo del prossimo anno, quando – a meno di colpi di scena – si voterà per le elezioni politiche nazionali. E poiché le elezioni regionali siciliane sono previste a novembre…

Ovviamente, quelle di Grasso potrebbero essere anche parole tattiche. Così come le parole di Renzi – “Non ci saranno elezioni politiche anticipate” – potrebbero essere smentite dallo stesso Renzi, bugiardo seriale e, quindi, sempre pronto a smentire se stesso.

Detto questo, allo stato attuale – con il mezzo “No” di Piero Grasso alla candidatura alla presidenza della Regione siciliana – per i vari e già citati Raciti, Cracolici, Faraone, Alfano, D’Alia, Cardinale le cose si mettono male.

C’è in piedi, è vero, l’operazione trasformista di Leoluca Orlando: candidare alle elezioni cento, duecento sindaci dei Comuni siciliani sotto i 20 mila abitanti (i sindaci dei Comuni con popolazione sotto i 20 mila abitanti possono svolgere, contemporaneamente, il mandato di sindaci e di parlamentare regionale) per ingannare i siciliani e far rientrare dalla finestra il PD e i partiti di centrosinistra che i Siciliani, stanchi di nove anni di Governi regionali fallimentari e ascari, vorrebbero buttare fuori dalla porta.

L’operazione Orlando, però, prevede anche un candidato-pupo alla presidenza della Regione in grado di buttare fumo negli occhi dei Siciliani: e quale figura migliore di Piero Grasso, magistrato di qua, antimafia di là e bla bla bla?

Ma, a quanto pare, l’operazione Grasso segna qualche battuta di arresto.

Intanto c’è un problema, oggettivo, di sputtanamento. I quattro anni di Governo regionale Raffaele Lombardo-PD sono stati disastrosi. Ma nessuno immaginava che i cinque anni successivi di Governo di Rosario Crocetta sarebbero stati addirittura peggiori di quelli di Lombardo!

Con il Governo Crocetta-PD-Alfano-Cardinale-D’Alia la Sicilia è finita agli ultimi posti in tutte le classifiche dell’universo mondo. Non esiste Paese sul pianeta Terra che abbia fatto peggio di Crocetta & compagni.

In qualunque centro della nostra Isola, piccolo o grande che sia, appena la gente sente pronunciare due parole ‘magiche’ – Governo Crocetta – salta dalla sedia ed esclama:

“Maria Santa!”.

A suscitare sdegno tra i Siciliani è anche una vena ‘ascara’ dell’attuale Governo, che ha provocato il pressoché totale ‘prosciugamento’ delle ‘casse’ regionali. Con i vari Crocetta-PD-Alfano-Cardinale-D’Alia sulla plancia di comando della Sicilia, lo Stato si tiene ordinariamente le entrare che, a norma dello Statuto, spettano alla Regione.

Schiavi di Renzi e dei suoi giannizzeri romani e fiorentini, i dirigenti del centrosinistra siciliano scappano di qua e di là: nessuno di loro vuole mettere la faccia quale candidato alla presidenza della Regione, perché ognuno di loro sa che la sconfitta sarebbe assicurata.

Così i ‘capi’ del centrosinistra siciliano si sono messi nelle mani del sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, specializzato in antimafia di facciata e in trasformismo politico. Con la speranza che Piero Grasso ci metta la propria faccia al posto delle loro ormai impresentabili facce.

Riuscirà l’operazione prendi-in-giro-i-Siciliani?

Ce la farà Orlando a far votare dai Siciliani i politici che hanno affossato la Sicilia?

Intanto Piero Grasso, in stile Piero Grasso, si è defilato a metà. Il suo sembra un mezzo “gran rifiuto”. Rispetto a Celestino V, il presidente del Senato ha un vantaggio.

Pietro da Morrone, conosciuto come Celestino V, fu eletto Papa di forza, perché i Cardinali erano certi che l’avrebbero manovrato a proprio piacimento. E così fu.

Forse Piero Grasso ha intuito che vorrebbero fargli fare la fine ‘manovrata’ di Celestino V? Chissà.

Aggiornamento:

Matteo Renzi starebbe facendo pressioni su Piero Grasso per convincerlo ad accettare la candidatura in Sicilia (come potete leggere qui)

 

 

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