Scenari post elettorali/ Italia: addio al proporzionale? Sicilia: grillini in affanno alle regionali?

12 giugno 2017

A Roma il ritorno del centrodestra – che va bene se Forza Italia e Lega vanno insieme – potrebbe segnare il tramonto del ritorno alla legge elettorale proporzionale. In Sicilia la sconfitta del Movimento 5 Stelle, dato come grande favorito alle elezioni regionali di novembre, rimette tutto in gioco  

Quali messaggi vengono fuori da questa tornata elettorale? Fermo restando che si tratta di elezioni amministrative – che per definizione risentono del dibattito politico locale – qualche elemento di valenza politica generale salta subito agli occhi.

Il primo dato è la sconfitta del Movimento 5 Stelle che – a giudicare dai dati (comunque in evoluzione, perché lo spoglio delle schede non è terminato) – va male quasi ovunque.

Il secondo dato politico è il ritorno del centrodestra, che va bene soprattutto quando Forza Italia e Lega si presentano uniti.

Non brilla, invece, il PD – e questo è il terzo dato politico – che dove si presenta con il volto di Renzi perde o mantiene fatica le proprie posizioni.

Il quarto dato è l’aumento dell’astensionismo: in quasi tutta l’Italia è aumentato il numero degli elettori che non si sono recati alle urne. E’ una sconfitta della democrazia, certo. Ma è una sconfitta dei grillini, gli unici che, in questi anni, sono riusciti a portare alle urne gli elettori riottosi.

Di certo – questo è un fatto oggettivo – il Movimento 5 Stelle non gode dei favori dei poteri forti: multinazionali e, a ruota, finanza, banche, Unione Europea e mondo dell’informazione. Ma Grillo e i suoi hanno alimentato scontri e divisioni interne (in Sicilia, ad esempio, lo scontro di Palermo ha provocato un’emorragia di voti enorme).

Il dibattito politico nazionale.

Il risultato elettorale delle amministrative potrebbe avere effetti sulla nuova legge elettorale. Con una connotazione tripolare – centrosinistra, centrodestra e Movimento 5 Stelle – la legge elettorale proporzionale sembrava quasi cosa fatta. Ci sono state polemiche e frenate. Con molta probabilità, le forze politiche, prima di decidere, hanno voluto attendere i risultati elettorali.

E i risultati sono arrivati. A caldo il commento di Giovanni Toti, fedelissimo di Berlusconi, sembra piuttosto chiaro:

“Vedo che un centrodestra unito potrebbe arrivare in città molto difficili come Genova al 33-34% e quindi non così lontano da quel 40% che segna il premio di maggioranza per la lista che prenderà più voti con l’Italicum”. Quindi il messaggio diretto all’ex Cavaliere: “Il proporzionale non darebbe governabilità al Paese”.

Insomma, da stamattina Berlusconi e Salvini potrebbero tornare a ragionare sul maggioritario.

Se i voti sono questi – considerate le spaccature del centrosinistra – il centrodestra potrebbe giocarsi la carta del maggioritario, per provare a vincere da solo, mettendo da parte l’accordo strisciante tra Berlusconi e Renzi.

Bisognerà capire cosa ne pensano i poteri forti, in Italia molto attivi.

E in Sicilia?

Qui la ‘lettura’ elettorale è più difficile. Di chiara c’è la sconfitta del Movimento 5 Stelle, netta a Palermo, più sfumata qua e là. Difficile capire i risultati della vecchia politica, dal momento che i partiti tradizionali si sono ‘nascosti’ dentro le liste civiche.

Se prima delle elezioni amministrative il Movimento 5 Stelle sembrava il grande favorito alle elezioni regionali, adesso le cose non sono più così. Alla luce del risultato elettorale ottenuto dai grillini negli oltre cento Comuni dell’isola tutto torna in discussione.

Se fino a prima delle elezioni amministrative, in Sicilia, l’accordo tra Forza Italia e PD sembrava nelle cose, oggi lo scenario potrebbe tornare in movimento. Ma è un movimento relativo, perché nel centrodestra Nello Musumeci è già candidato alla presidenza della Regione: ed è un candidato che gira l’Isola dallo scorso ottobre: ciò significa che è in campagna elettorale da nove mesi: impossibile, ormai, smuoverlo…

Forza Italia e Cantiere Popolare, alla fine, si accoderanno a Musumeci? L’ipotesi, adesso, non sembra campata in aria. Perché se a Roma Berlusconi e la Lega di Salvini dovessero decidere di andare da soli, senza l’alleanza con Renzi, in Sicilia Forza Italia e i centristi molto difficilmente potrebbero decidere di allearsi con il PD.

Se sarà così, i vari Gianfranco Miccichè, Saverio Romano e via continuando dovrebbero inghiottire un boccone ‘amaro’, perché Musumeci presidente della Regione non gli darebbe troppo spazio: e allora…

Un fatto comunque è certo: con la celebrazione delle elezioni amministrative, centrodestra e centrosinistra, in Sicilia, saranno costrette a decidere. In tempi anche brevi.

 

 

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