Ars: l’abrogazione della norma sulla decadenza dei sindaci è vera o è una farsa?

27 aprile 2017

La domanda è più che legittima, alla luce di un retroscena che vi raccontiamo in questo articolo. Ieri, infatti, durante la riunione tra i rappresentanti del Governo regionale e i sindaci, il presidente Crocetta non sapeva – o almeno così ha fatto credere – che l’assessore Luisa Lantieri e il dipartimento retto da Morale hanno già diffidato i sindaci. La sensazione è che governatore, assessori e altri burocrati recitino a soggetto… Lo strano caso del Comune di Casteldaccia

La scena che proveremo a descrivere è accaduta ieri a Palermo. Una delegazione dei sindaci dei Comuni siciliani viene ricevuta dal presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Giovanni Ardizzone, dal presidente della Regione, Rosario Crocetta, e da alcuni assessori e dirigenti generali. Tema: la legge ‘intelligente’ approvata circa un mese fa dall’Ars che si propone di mandare a casa i sindaci dei Comuni che non hanno approvato i bilanci.

Una legge demenziale e, quindi, perfettamente in linea con lo ‘spirito’ dell’attuale politica siciliana.

Una legge senza capo, né coda, per almeno due motivi.

Primo motivo. Sono lo Stato e la Regione che hanno lasciato senza soldi i Comuni della nostra Isola: e sembra quanto meno irragionevole che la Regione, che ha lasciato senza soldi i Comuni, mandi a casa i sindaci di quei Comuni che non hanno approvato i rispettivi bilanci di previsione. Infatti: come può un Comune approvare il bilancio di previsione se non ha i soldi?

Questa domanda ci conduce al secondo motivo. Il Decreto nazionale n. 118 del 2011 – che si configura come la riforma della contabilità pubblica – impone ai Comuni (e segnatamente ai Consigli comunali) di approvare i bilanci di previsione solo dopo la certificazione delle poste di entrata.

Ma se la stessa Regione non ha ancora approvato la manovra economica e finanziaria 2017 – e quindi non ha ancora assegnato i fondi ai Comuni (che quindi non hanno la certificazione delle poste in entrata), come possono i Comuni approvare i bilanci ci previsione?

Di fatto, l’Ars ha approvato una legge che spinge i Comuni a violare la legge (come potete leggere qui).

Fatta questa doverosa premesse, andiamo alla scene-sceneggiata di ieri.

Per gli amministratori dei Comuni sono presenti il presidente dell’ANCI Sicilia (Associazione Nazionale dei Comuni Italiani), Leoluca Orlando (sindaco di Palermo), il vice presidente dell’ANCI Sicilia, Paolo Amenta (sindaco di Canicattini Bagni), e altri sindaci.

Comincia il presidente Crocetta che, rivolgendosi ai sindaci, dice:

“Avete tutta la mia solidarietà. La norma che manda a casa i sindaci dei Comuni che non hanno approvato i bilanci di previsione è irragionevole. La abrogheremo subito”.

Si profila la seguente scenetta: una norma approvata circa un mese fa dall’Ars verrà ‘cassata’ da un’altra norma, che verrà approvata sempre da Sala d’Ercole.

“Presidente – obietta un sindaco – prendiamo atto della sua volontà e, supponiamo, della volontà del Parlamento siciliano. Ma c’è un piccolo problema da risolvere. In alcuni Comuni sono arrivate le diffide…”.

“Diffide? Che diffide?”, chiede Crocetta.

“Le diffide, presidente – replica il sindaco -: con le diffide arrivate in alcuni Comuni la sua Amministrazione dà cinque giorni di tempo per approvare il bilancio di previsione. Senza approvazione del bilancio manda tutti a casa”.

“Non è possibile”, replica Crocetta.

A questo punto il sindaco si spazientisce e, rivolgendosi a un suo collega che ha ricevuto la diffida dice:

“Talè, faccI a biriri a diffida a ‘u prisirenti, sinnò ri ca’ unni niscemu chiù”.

Il secondo sindaco si alza con un foglio tra le mani e si avvicina al presidente Crocetta e gli porge lo stesso foglio.

Crocetta lo legge e, stupito (o finto stupito?), sbotta:

“Ma allora questi sono andati avanti!”.

L’aspetto tragicomico di questa storia è che quelli che “sono andati avanti” sono seduti proprio accanto al presidente Crocetta: sono l’assessore alle Autonomie locali, Luisa Lantieri, e il dirigente generale di questo dipartimento, Giuseppe ‘Peppino’ Morale.

Insomma, per dirla tutta, l’assessore Luisa Lantieri e il dirigente generale Morale, che ieri mattina hanno partecipato alla riunione per dare “solidarietà ai sindaci siciliani colpiti da una legge ingiusta”, sono praticamente le stesse persone che, qualche ora prima, hanno inviato le diffide a un gruppo di sindaci dicendogli: “O approvate i bilanci di previsione, o vi mandiamo a casa”.

E’ credibile un presidente della Regione che – su un argomento che è su tutti i giornali – non sa che cosa hanno fatto un assessore della sua Giunta e i dirigenti della sua Amministrazione?

“Credetemi – ci racconta un testimone -: a me è sembrata una scena surreale: pensavo di assistere a un film di Luis Buñuel…”.

(la foto che abbiamo scelto a noi sempre molto appropriata: sembra un inizio di dissolvenza in liea con il Governo Crocetta…)

Già, un film. Recitavano?

Eh già, perché mentre tutti gli attori di questa commedia si sono impegnati ad abrogare la norma, nel Comune di Casteldaccia, in provincia di Palermo – Comune che interessa a un parlamentare che, così dicono, si vorrebbe candidare a sindaco – non solo il vecchio sindaco sarebbe già a casa, ma sarebbe già stata fissata la data delle elezioni…

E adesso che faranno all’Ars? Abrogheranno la norma contestata, ‘fatto salvo’ il siluramento del sindaco di Casteldaccia per consentire al deputato di prendersi la poltrona di sindaco?

 

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