… e fu così che Cracolici ‘soffiò’ il posto di capo dei renziani di Palermo a Faraone!

25 aprile 2017

Cinque anni fa Cracolici si presentava al cospetto dell’allora segretario nazionale del PD, Bersani, ‘mano nella mano’ con Fabrizio Ferrandelli, candidato alle primarie del centrosinistra di Palermo contro Rita Borsellino. Chi l’avrebbe detto, cinque anni fa, che Cracolici sarebbe diventato il ‘capo’ dei renziani palermitani? Cinque anni fa Cracolici era contro Leoluca Orlando. Ora i due sono insieme. Potenza del renzismo!

Uno scoppiettante comunicato stampa dell’assessore regionale all’Agricoltura, Antonello Cracolici, racconta non soltanto quello che già si sa – e cioè che lo stesso Cracolici è ormai organico al sistema di potere di Matteo Renzi – ma che l’assessore ha, di fatto, tolto al sottosegretario, Davide Faraone, il ruolo di ‘capo’ dei renziani di Palermo.

Ecco il comunicato cracoliciano:

“Primarie PD. Antonello Cracolici guida la lista a Palermo a sostegno di Matteo Renzi”.

“Domani, mercoledì 26 aprile alle ore 17.00 all’Hotel La Torre di Mondello – si legge sempre nel comunicato – saranno presentati i candidati a sostegno di Matteo Renzi alle primarie di domenica prossima. Oltre Cracolici Interverranno i candidati della lista all’Assemblea Nazionale del PD alle primarie del prossimo 30 aprile”.

“Con le primarie si rinnova un patto di fiducia democratica con i cittadini – afferma Cracolici -. L’affermazione di Renzi è l’unica possibilità per battere la deriva populista con cui ci scontreremo alle prossime elezioni in Italia. Faccio un appello affinché ci sia una larga partecipazione ai gazebo che saranno presenti a Palermo come nel resto della provincia”.

“Dove il maggiore c’è il minore cessa”, recita un vecchio adagio. Ed è evidente che, nel PD romano, Cracolici è considerato “maggiore” rispetto a Faraone. Vuoi perché è sempre stato un uomo di apparato, dalla FGCI fino al PD, vuoi perché ha nelle mani i soldi del Piano di Sviluppo Rurale, di fatto, Cracolici, all’interno del PD di Palermo, si è ‘masticato’ Faraone.

Insomma, se c’è da portare ‘truppe cammellate’ ai gazebo, stando a quanto pensano dalle parti del PD romano, Cracolici funziona meglio del sottosegretario.

Certo che non è facile orientarsi tra gli equilibri del PD siciliano e, segnatamente, palermitano.

Oggi, ad esempio, la rete è piena di post contro Fabrizio Ferrandelli, candidato a sindaco di Palermo appoggiato dal centrodestra: da Forza Italia di Gianfranco Miccichè, dal Cantiere Popolare di Saverio Romano e anche da Totò Cuffaro.

Cinque anni fa Ferrandelli non solo era nel PD, ma era il candidato del PD alle primarie del centrosinistra contro Rita Borsellino e contro Davide Faraone.

Allora – Renzi non era ancora diventato segretario nazionale del PD – l’unico renziano riconoscibile era proprio Faraone. Mentre Cracolici era schierato con l’allora segretario nazionale del Partito Democratico, Pier Luigi Bersani. Così, almeno, tutto sapevano.

Chi ha un po’ di memoria ricorderà che Ferrandelli era sostenuto proprio da Cracolici. Come dimenticare una manifestazione, a Palermo, proprio con Bersani? Come dimenticare Cracolici che teneva quasi ‘per mano’ Ferrandelli, presentandolo come alternativo a Rita Borsellino alle primarie del centrosinistra di Palermo?

Accanto a Cracolici c’era allora il senatore Giuseppe Lumia: e c’era anche l’allora presidente della regione, Raffaele Lombardo.

Chi l’avrebbe detto che Cracolici, che cinque anni fa ‘bersaneggiava’ tra Governo Lombardo e Ferrandelli in versione anti-Rita Borsellino, sarebbe diventato il ‘capo’ dei renziani di Palermo?

Insieme, Cracolici, Lumia e Ferrandelli batteranno alle primarie Rita Borsellino. E insieme perderanno al ballottaggio contro Orlando.

Ferrandelli resterà nel PD: nel novembre dello stesso anno verrà anche eletto deputato regionale sempre nel Partito Democratico. Nel frattempo il PD di Palermo rimarrà all’opposizione della Giunta comunale di Leoluca Orlando, tenuto lontano con la ‘canna’ dalle poltrone del governo della città.

Per cinque anni il PD sarà all’opposizione della Giunta Orlando. O meglio: una parte del PD farà opposizione, l’altra parte reggerà il gioco a Orlando.

Mentre Ferrandelli romperà con Cracolici, verrà eletto a sala d’Ercole con i voti degli avversari di Cracolici, poi si legherà a Faraone. Per rompere con il PD quando capirà che non lo avrebbero mai candidato a sindaco di Palermo, perché nel frattempo – com’è nella storia della sinistra post comunista di Palermo – Cracolici e compagni erano di nuovi ai piedi di Orlando.

Oggi quel PD che cinque anni fa era contro Orlando – con riferimento soprattutto a Cracolici – non solo è passato con lo stesso Orlando, ma è addirittura ‘prostrato’ ai piedi del sindaco uscente. Su ordine del solito Orlando, Cracolici e i suoi hanno pure tolto il simbolo del PD.

C’è un profondo legame politico tra il PD di Cracolici e Orlando. E il legame è Renzi.

Cracolici oggi si autoproclama renziano e vuole combattere i “populismi”; Orlando – da sindaco e, soprattutto, da presidente dell’ANCI Sicilia – non si è mai fatto vedere in giro nei giorni del referendum contro le trivelle; e ha tenuto un profilo bassissimo nei giorni del referendum sulle disastrose riforme costituzionali di Renzi.

Con le trivelle a Orlando è andata bene. Ha vinto Renzi non con i voti, ma per il fatto che il referendum non ha raggiunto il quorum. Ma Orlando – sindaco silenzioso di Palermo e presidente dell’ANCI Sicilia silenzioso nei giorni del referendum sulle pessime riforme costituzionali renziane – ha perso lo scorso 4 dicembre, quando Renzi è stato sconfitto.

Certo, Orlando è abile: ha cercato subito di cavalcare l’onda della stragrande maggioranza dei Siciliani che hanno ‘inchiummato’ Renzi e il suo pessimo referendum. Al sindaco uscente di Palermo, che ha sempre pensato di essere il più furbo di tutti, piace pensare che i palermitani dimenticheranno i suoi silenzi sul referendum renziano…

Ma i Siciliani attenti, e soprattutto i palermitani attenti – Orlando non si faccia illusioni – hanno capito il gioco del sindaco uscente di Palermo. Come si ricorderanno di Cracolici che, ‘mano nella mano’, conduceva da Bersani quel Fabrizio Ferrandelli candidato alle primarie del centrosinistra di Palermo contro Rita Borsellino.

Gli anni passano, ma la memoria, per definizione, resta.

Orlando, Cracolici, Faraone, Ferrandelli: i tanti volti della sinistra di Palermo. Verrebbe da dire: chi beddi spicchi

 

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