Oggi, a Roma, al via la nuova Cln, la Confederazione per la liberazione nazionale

24 aprile 2017

La sigla riprende i temi della ‘Liberazione’ dell’Italia all’indomani della Seconda guerra mondiale. Ma oggi, da battere, per tornare a liberare il nostro Paese, sono le multinazionali e le follie della globalizzazione dell’economia. Il tutto nel nome della Costituzione italiana del 1948. All’assemblea di oggi, a Roma, comitati e gruppi provenienti da tutta l’Italia

Liberare l’Italia dalla dittatura della finanza globale. Avendo come punto di riferimento la Costituzione italiana del 1948. Per ripristinare il primato della politica sull’economia.

Questi, in estrema sintesi, i temi della nuova Cln, sigla che sta per Confederazione per la liberazione nazionale che si riunisce oggi a Roma presso lo Scont Center, a due passio dalla stazione Tiburtina.

L’acronimo – Cln – è quello che, all’indomani della Seconda guerra mondiale, accompagno l’Italia verso la liberazione. Allora per Cln si intendeva il Comitato di liberazione nazionale.

Oggi come già ricordato, la sigla è sempre la stessa, aggiornata a Confederazione per la liberazione nazionale.

Perché una “Confederazione”? perché domani, a Roma, si danno appuntamento tanti gruppi sparsi per l’Italia. Legati da alcuni valori comuni: il sovranismo, l’amore per la Costituzione italiana del 1948 e il keynesismo in economia.

A pensarci, è l’esatto contrario dell’Italia di oggi, governata da una politica neo liberista che, nel nome dell’Euro e delle massonerie finanziarie e bancarie, ha vulnerato la Costituzione italiana introducendo l’equilibrio di bilancio, che è l’esatto contrario del keynesismo in economia.

Un no grande, insomma, al Fiscal Compact. 

E’ importante fare il punto della situazione sull’incontro di domani. Perché la speranza dell’Italia – oggi governata dai servi sciocchi dell’Europa dell’Euro, della BCE e delle massonerie finanziarie – è quella di liberarsi dal ‘giogo’ per riacquistare la sovranità monetaria e, via via, le libertà oggi conculcate, a partire dalla sovranità alimentare conculcata dalle multinazionali che oggi controllano in modo quasi ‘militare’ i mercati agricoli.

Noi in questa ricognizione ci facciamo aiutare da Beppe De Santis, già sindacalista della CGIL siciliana, oggi battitore libero ed esponente del nuovo Cln siciliano.

Quattro sono i gruppi fondatori del nuovo Cln. C’è il Gruppo P 101, dove la P indica il primo computer dell’Olivetti. E’ un gruppo molto organizzato in Toscana e in Umbria, dove spiccano le figure di Moreno Pasquinelli e Leo Mazzei.

Poi c’è il Gruppo di Risorgimento Socialista, forte a Roma (Franco Bartolomei), ma con collegamento nel Nord Italia (Norberto Fragiacomo a Trieste) e nel Sud (Fabio Cannizzaro in Sicilia). Nulla a che vedere con i Socialisti ‘ascari’ del PSE: questi ultimi – che in Francia, alle elezioni di ieri, sono praticamente scomparsi – sono legati mani e piedi al ‘carrozzone’ dell’Europa dell’Euro, mentre Risorgimento Socialista contesta il Fiscal Compact e la logica perversa delle multinazionali (come potete leggere qui).

Un terzo gruppo è rappresentato da Indipendenza e Costituzione, che si batte contro lo stravolgimento della Costituzione del nostro Paese (come potete leggere qui).

Quindi il Gruppo Noi mediterranei, del quale fanno parte alcuni meridionalisti: Paolo la Corte, Pietro Attinasi, Roberto Garraffa, Beppe De Santis (qui alcuni video).

A questi si associano altri gruppi che operano in tutta l’Italia.

Tutti questi Movimenti, che domani si riuniranno a Roma, sono legati da alcuni punti di riferimento rappresentati da intellettuali che si sono affermati in vari campi, dal diritto all’economia, dalla filosofia alla sociologia. Uno di questi, ad esempio, è Luciano Gallino, un noto sociologo venuto a mancare lo scorso anno, che ha lasciato una grande eredità culturale (qui potete leggere alcune considerazioni di Luciano Gallino sull’economia globalizzata e sulle banche e sulle banche, a cominciare dai ‘buchi’ della Deutsche Bank).

Di Luciano Gallino è importante il saggio sul Finanzcapitalismo (come potete leggere qui e anche qui).

Un altro personaggio molto importante è il costituzionalista Paolo Maddalena, autore del saggio Gli inganni della finanza (vedere qui).

Poi c’è l’economista Ernesto Screpanti, analista delle multinazionali, autore del volute L’imperialismo globale e la grande crisi (leggere qui).

C’è anche l’economista Sergio Cesaratto (qui alcuni suoi scritti).

Quindi Luciano Barra Caracciolo, che si occupa dei rapporti non esattamente facili, tra Costituzione italiana a trattati europei (come potete approfondire qui).

Carlo Formenti si occupa del ‘populismo’, parola che gli ‘europeisti adoperano per mettere in cattiva luce chi si oppone all’Euro. Tema che Formenti approfondisce nella sua giusta luce (come potete leggere qui).

Poi ci sono altri economisti come Gennaro Zezza (interessante questa sua intervista), Marco Passarella (vedere qui) e Vladimiro Giacché (qui una sua intervista).

Domani, a Roma, ci sarà anche Manolo Manoreo, di Podemos (qui un suo intervento).

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