La grande Rivoluzione Siciliana del Vespro: oggi una messa in suffragio delle vittime

31 marzo 2017

Una Sicilia arretrata non è mai esistita. Fu inventata dalla storiografia colonialista. Lo sapeva bene Karl Marx (e non solo) che nel descrivere i fatti del 1282 parla di un Popolo, quello Siciliano, avanti anni luce rispetto agli altri e capace di scuotere la storia europea…

735° ANNIVERSARIO DELLA GRANDE RIVOLUZIONE SICILIANA DEL VESPRO: “Oggi (31 marzo 2017), alle ore 13:00, a Palermo, nella chiesa del Santo Spirito – all’interno del Cimitero di Sant’Orsola, – sarà celebrata una Messa in memoria ed in suffragio di tutte le vittime di quella grande rivoluzione e della lunga, eroica, guerra per l’Indipendenza della Sicilia che ne seguì. “E che gli storici avrebbero denominata “Guerra dei Novant’anni” per la sua eccezionale durata”. Lo comunica Pippo Scianò, storico leader dell’indipendentismo siciliano e del Fronte Nazionale Siciliano.

La Messa sarà celebrata da Padre Angelo Li Calzi.

“Ricordiamo a noi stessi che la “Rivoluzione del Vespro”, in realtà, era stata lungamente ed accuratamente preparata, anche a livello Internazionale. Ma che la leggenda popolare ce la tramanda come se fosse esplosa improvvisamente, ed a seguito del comportamento insolente di un soldato angioino nei confronti di una sposa Siciliana. Una leggenda, questa, che rispettiamo come “possibile”, ma che non sarebbe peraltro “omnicomprensiva”. Ma che comunque dimostra l’esistenza della consapevolezza di una propria specifica memoria storica – anche a livello popolare, – di quella che è stata ed è appunto la “Nazione Siciliana”.

“Si conta sulla partecipazione significativa dei “SICILIANI DI TENACE CONCETTO”, le cui delegazioni arriveranno – si spera – da ogni parte della Sicilia. Spesso con grandi sacrifici”.

E noi torniamo a ricordare quella grande rivoluzione con le parole di chi l’ha studiata in tutta la sua genesi. Eccovi, ad esempio, un passaggio di un articolo che Karl Marx (sì, proprio lui) ha dedicato a questo fatto storico e che prendiamo in prestito dal blog di TerraeLiberazione:

“Le prime luci avevano appena cominciato a diffondersi sulle tenebre medievali europee, e già i Siciliani, con la forza delle armi, si erano conquistati non solo le numerose libertà municipali, ma anche i rudimenti di un governo costituzionale, quale allora non esisteva in nessun altro paese. Prima di qualsiasi altra Nazione, i Siciliani fissarono mediante votazione il reddito dei loro governi e dei loro sovrani. In tal modo il suolo siciliano è sempre stato fatale agli oppressori e agli invasori, e i Vespri Siciliani sono stati immortalati dalla Storia”. KARL MARX (New York Daily Tribune – 17/5/1860).

Sempre sul sopra citato blog, leggiamo anche le analisi di altri studiosi:

“Il Vespro 1282, il Gran Ribbellamentu –come venne chiamato per almeno un secolo- produsse un terremoto geopolitico che scosse per 90 anni le linee di faglia del Mondo euro-mediterraneo, “mutando il destino di nazioni e di istituzioni di rilievo mondiale…nella lontana Inghilterra l’Affare siciliano – come venne subito denominato- influì durevolmente sullo sviluppo costituzionale” (S.Runciman-Trinity College di Cambridge).

Sotto la dominazione francopapista di Carlo d’Angiò “di nulla erano più padroni i Siciliani a casa loro, neppure del pane”… e l’arbitrio del fisco, e le confische per lesa maestà e l’abuso colonialista del suolo e dei costumi di Trinakria, trovavano in questo Re non un politico freno ma addirittura un incoraggiamento “perchè bisognava ridurre alla miseria i popoli, per impedire che potessero alzare la testa” (L.Natoli).

“Ma la Guerra costituente del Vespro – aggiunge Mario di Mauro, fondatore di TerraeLiberazione- non fu solo una ‘reazione’ quanto –per profondità e durata- una impressionante e inedita difesa geopolitica e militare di un modello socio-economico complesso e avanzato, che si vedevano demolito dalla barbarie continentale, la quale si era “raffinata” nei pogrom annessionistici del Midi francese spacciati per “guerre alle eresie” e benedette da un Papato che dipendeva dalla tutela d’Oltralpe. Quella siciliana era una società di transizione verso una modernità compiuta. Erano avanti di secoli!. E questo non è stato mai capito né dall’idealismo crociano, né dallo storicismo togliattiano, né dall’eclettismo storiografico di filiera cattolica o massonica. Lo comprese, nella velocità di elaborazione di un semplice articolo giornalistico, redatto per sbarcare il lunario, il solito Karl Marx”.

“Una Sicilia immobile, arretrata e feudale non è mai esistita!. Fu inventata dalla storiografia colonialista – continua Di Mauro- divenendo un mantra ideologico solo nella seconda metà dell’Ottocento: l’adesione alla tragicommedia coloniale del Risorgimento è il ticket per accedere all’ascensore sociale, alle carriere accademiche, politiche e amministrative. La Sicilia italiana è del tutto una invenzione delle massomafie tosco-padane e delle loro reti massoniche che costituiscono tuttora l’ossatura di una borghesia coloniale ormai più kitsch che mercenaria, tanto è inutile. Di questa balla spaziale dell’irredimibile “feudalismo siciliano”, prima non c’è traccia. Una balla spaziale utile, in seguito, anche a giustificare “larghe intese” e “patti autonomistici” nelle nebbie della SiciliAfrica italiana “fatta e irreversibile”, manco fosse l’Impero romano al tempo degli Antonini!

“Il Vespro del 1282 – si legge sempre sul blog di Terra e Liberazione- è l’atto di nascita d’una Nazione, di una koinè etnoculturale, sulle cui mitiche insegne gialle e rosse v’era scritto: “BONU STATU E LIBBIRTA’!”. Come sostiene il Bresc, l’affermazione del Popolo Siciliano come prima nazione moderna, a partire dall’insurrezione del Vespro e nel corso del secolo di conflitti che ne scaturirono, aveva esaurito le forze dell’Isola in una lotta troppo lunga contro nemici troppo potenti. Il Popolo del Vespro fece tremare il Mondo”.

La nostra speranza è che i Siciliani si ricordino di quello di cui sono stati capaci e tornino a lottare per la libertà della loro terra.

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