Palermo, polemiche al vetriolo su due canili municipali a comegghiè. I cuccioli che muoiono

25 marzo 2017

Al cospetto di questa incredibile storia, l’Inferno di Dante è un quasi Paradiso. In mezzo a questa vicenda c’è il solito Comune di Palermo che i cani non li ama proprio. Due canili municipali, uno peggiore dell’altro. Uno dei due canili deve essere ristrutturato. Morale: bisogna sbarazzarsi di 111 cani per fare posto a 2 milioni di Euro di appalti. Storie incredibili che fanno rabbrividire! 

A Palermo il binomio elezioni-appalti è sempre temerario e pericoloso. Lo è per gli uomini e per gli animali. Soprattutto per gli animali. Soprattutto per i cani finiti in quello che, eufemisticamente, viene definito canile comunale. “Un canile – ci racconta Giusy Caldo, una volontaria che si occupa dei cani – che non è a norma di legge. E che dovrebbe essere ristrutturato. Il problema è che dentro di sono 111 cani. E allora…”.

E allora bisogna far sloggiare i cani per fare spazio agli appalti. Non è una cosa da poco: in ballo ci sono 2 milioni di Euro di fondi europei per la ‘ristrutturazione’ del canile, o presunto tale. Lavori che, neanche a dirlo, come nella migliore tradizione clientelare, debbono essere realizzati a qualche mese dal voto per le elezioni comunali. Ma guarda che combinazione!

Se è vero – come ci dice Giusy Caldo – che il canile che si trova in via Tiro a segno non è a norma di legge, la prima domanda da porsi è:

perché ristrutturare un canile che non è a norma di legge? Lo chiediamo al sindaco e ai consiglieri comunali. 

Scrive la presidente vicaria del Consiglio comunale e candidata a sindaco di Palermo, Nadia Spallitta:

“E’ inaccettabile che, a distanza di tanti anni, ancora Palermo non abbia un canile regolare, efficiente e funzionante e che ai cani non vengano garantiti spazi adeguati ed invece debbano soffrire trasferimenti che una sana programmazione avrebbe sicuramente evitato”.

“Non è ben chiaro – aggiunge – come mai siano passati molti anni e ancora le somme già impegnate per la ristrutturazione del canile municipale non siano state utilizzate. Al momento non si sa dove i cani verranno ospitati e come mai non si sia programmato in tempo utile, essendo notoria la necessità di intervenire sul canile municipale con opere di adeguamento. Infine per quale ragione non sia stata adottata una gestione alternativa utilizzando uno dei tanti immobili confiscati alla mafia esistenti sul territorio e perché, infine, non si sia pensato di avvalersi delle stesse associazioni di volontariato che negli anni hanno contribuito a garantire questo servizio”.

Nadia Spallitta annuncia un’interrogazione urgente per avere chiarimenti su questa vicenda, per conoscere il costo dell’intera operazione, per sapere come sia stato selezionato l’eventuale soggetto affidatario, anche in via temporanea, dei cani ricoverati attualmente presso il canile municipale, e delle ragioni per le quali non si sia potuto utilizzare un immobile confiscato alla mafia.

Abbiamo cercato di conoscere qualcosa in più questa incredibile storia. Quello che abbiamo trovato è terribile.

La prima cosa che abbiamo appurato è il cinismo della pubblica amministrazione. I cani, che dovrebbero essere tutelati, diventano occasione per distribuire soldi pubblici. Il tutto senza avere la certezza della tutela degli stessi animali.

La seconda cosa che abbiamo scoperto è che i cittadini palermitani non sarebbero molto propensi ad adottare i cani. Nel caso di animali ‘difficili’ è probabile che sia così. Ma nel caso di cani sani questa scoperta desta in noi qualche perplessità. Soprattutto perché – e questa è la terza cosa che abbiamo appurato – il Comune regala quasi 500 Euro a chi adotta un cane!

Per chi adotta un cane del canile municipale è previsto un bonus da 480 Euro. La metà – 240 Euro – nei primi sei mesi e gli altri 240 Euro al dodicesimo mese. Il tutto con la verifica dei veterinari che visiteranno il cane adottato. Nel caso di associazioni private che hanno sede fuori Palermo, serve la certificazione dei veterinari del luogo dove l’animale si trova.

Arriviamo ai giorni nostri. Tempo di elezioni & di appalti. Come già ricordato, c’è da spendere questi benedetti 2 milioni per ‘ristrutturare’ un canile molto discutibile. Il 15 marzo spunta una determina a firma di un dirigente del Comune. Oggetto: riduzione dei tempi per l’erogazione del bonus: i primi 240 Euro allo scadere dei 30 giorni e gli altri 240 Euro a 180 giorni. Insomma: ‘sti cani prima se ne andranno, prima potranno iniziare i lavori.

Sembra che lunedì prossimo dovrebbero partire i primi 25 cani. Per dove? Non si sa. Però alcune cose, sui ‘viaggi’ dei cani verso il Centro Nord Italia si sanno. Eh già, perché dato per assodato che i palermitani non vogliono adottare i cani del canile – nemmeno con un bonus di quasi 500 Euro – non resta che mandare questi poveri animali altrove.

Qui entra in gioco una figura particolare: lo ‘staffettista’. Persone che fanno la staffetta per accompagnare i cani nel Centro Nord Italia, a quanto pare in Emilia Romagna o in Lombardia.

“In questi casi – ci dice Giusy Caldo – bisogna fare in modo che a partire siano animali sani, in grado di resistere al viaggio. Non ha senso, infatti, far partire un animale malato, perché il rischio che muoia durante il tragitto è elevato. Tra l’altro – aggiunge – il Comune si dovrebbe preoccupare del mezzo di trasporto. Agli animali va garantito un trasporto che limiti al minimo le sofferenze. Invece…”.

Invece succede di tutto e di più! “L’aereo è il mezzo migliore – ci dice sempre questa volontaria -. Ma qui in Sicilia, purtroppo, succedono cose inenarrabili. A me risulta che gli animali vengano stipati dentro automobili non a norma. Automobili scomode che non assicurano agli animali alcuna comodità, ma solo atroci sofferenze. A cominciare dalla mancanza di aria. Tant’è vero che non mancano i casi di cani che muoiono durante il tragitto”.

I lager viaggianti ci mancavano. Chiediamo: dove verranno portati i primi 25 cani che partiranno lunedì? “Noi proveremo a non farli partire – ci risponde Giusy Caldo – perché questa storia non ci convince proprio. Per quello che sappiamo, in prima battuta dovrebbero essere ospitati a Ragusa. Ma, ribadisco, noi faremo di tutto per impedire questo trasferimento. Perché quello che sta succedendo, quello che abbiamo visto in questi giorni con i nostri occhi non ci convince proprio. Sa che cani hanno scelto di portare via? Cani fobici, cani malati, cani anziani che nemmeno riescono a muoversi. E Pitbull. Sono o no giustificati i nostri dubbi?”.

A questo punto chiediamo ulteriori informazioni sul ‘canile’ municipale di Palermo. Per apprendere altre cose incredibili. E’ incredibile, per esempio, portare cani appena nati in questo canile, perché la mortalità è quasi matematica.

“Il canile municipale è un concentrato di virus e batteri – ci dice sempre Giusy Caldo -. Un cane appena nato si ammala quasi subito”.

Apprendiamo che esiste un altro canile indicato con un nome che è già terribile di per sé: “Al mattatoio”.

“Sì – ci dice sempre Giusy Caldo – il secondo canile, al mattatoio, in via dei Picciotti, è peggiore del primo. Ovviamente abusivo come il primo e ospita circa 290 cani”.

Riassumendo: due canili non a norma, 2 milioni di Euro da spendere in campagna elettorale, 111 cani da ‘sbolognare’, non si sa se in Emilia Romagna o in Lombardia, con gli ‘staffettisti’, cioè con gli animali stipati dentro automobili: una specie di Cocito a quattro ruote: Dante in questo luogo mette i traditori, mentre a Palermo questo supplizio tocca ai cani ‘viaggianti’.

Davvero una bella città, Palermo. Civile, soprattutto. “Il grado di civiltà di una comunità umana si misura dall’amore verso gli animali”, si usa dire nei Paesi civili.

Gira voce che i primi 25 cani dovrebbero essere presi in cura da Chiara Notaristefano, una donna al centro di non poche polemiche. Noi non la conosciamo. Se ne volete sapere di più cercate sulla rete. Ciò che si legge non è incoraggiante.

Ma – detto per inciso – nulla di questa incredibile storia è edificante.

Chiediamo a Giulia Petrucci, animalista storica di Palermo, che cosa pensa di questa storia:

“Che cosa debbo pensare? Sono problemi vecchi mai affrontati dal Comune di Palermo. Non so più quante volte abbiamo chiesto all’attuale sindaco, Leoluca Orlando, di essere ricevuti. Ma non si è mai fatto vedere”.

Di seguito pubblichiamo una lettera che è stata inviata al sito del Movimento Siciliani Liberi e al suo candidato sindaco, Ciro Lomonte, da alcuni animalisti. Ecco il testo:

“Egregi signori,

in qualità di cittadino/a di questa città scrivo per avere delucidazioni e chiarimenti su una questione che appare poco chiara. Essendo simpatizzante con la causa animalista, desidero che venga spiegato alle associazioni animaliste, che per anni si sono occupate degli animali del canile municipale con sacrificio, dispensando supporto ed affetto e sostituendosi spesso ad un’istituzione piuttosto carente, in quali strutture saranno trasferiti gli animali.

Non chiedo solo il nome dell’associazione, ma vorrei anche la garanzia che questi esseri indifesi vengano assegnati a strutture che siano in grado di garantire loro un ‘soggiorno’ dignitoso. Tuttavia ho appreso che potrebbe trattarsi, con mio stupore, della Signora C.N. [non avendo alcuna notizia su questa signora, ed essendo contenute accuse precise, non diamo le generalità, nostra nota], pluridenunciata e nota alle cronache da parecchio tempo per la sua condotta non proprio ‘animalista’.

Aggiungo, inoltre, che bisognerebbe mettere in atto un meccanismo tale da consentire ai volontari che hanno seguito i cani per anni e che li conoscono, di poter controllare nel tempo la salute ed il loro benessere.

Certi di una vostra sensibilità, confido nel fatto che cercherete di risolvere la questione tenendo conto delle richieste dei volontari in modo da poter tutelare gli animali del canile municipale di Palermo.

In attesa di un Vs. cortese riscontro, invocando il vostro buonsenso, porgo distinti saluti”.

La nota di risposta sarà pubblicata sulla pagina Facebook “Ciro Lomonte candidato sindaco di Palermo”.

Ecco la risposta di Ciro Lomonte:

Politiche per gli animali domestici e del benessere animale. Politiche per il controllo e la gestione del randagismo. Regolamento di tutela della fauna urbana.
È intenzione del Movimento Siciliani Liberi dare orgoglio al cittadino palermitano dimostrando, anche nella gestione delle esigenze degli animali, particolare attenzione verso il mondo animale (“La grandezza di un popolo si misura giudicando il modo in cui tratta gli animali”, Gandhi). Il comune di Palermo che immaginiamo vuole diventare punto di riferimento per il rispetto della dignità del mondo animale, individuando aree da dedicate specificatamente alla fruizione dei cani padronali nei giardini, nei parchi e promuovendo la possibilità di fruire delle aree costiere con spazi appositamente attrezzati.
Tale attenzione deve essere presente anche rispettando il legame animale d’affezione/uomo considerandoli parte della famiglia e considerando il rispetto per la memoria al momento della morte istituendo, promuovendo e/o incentivando la creazione di aree cimiteriali per i nostri amici a quattro zampe.
Nelle città moderne, sempre più si riscontra l’esigenza di una regolamentazione del rapporto tra uomini e animali domestici o selvatici che siano.
Queste esigenze nascono da una parte da una sempre più pressante richiesta di sicurezza sanitaria da garantire negli ambienti pubblici (strade, giardini, parchi, spiagge) e di un maggiore controllo e prevenzione delle conseguenze derivanti dalle aggressioni o morsicature ad opera di randagi e dall’altra della richiesta di valorizzazione delle tradizioni.
Parallelamente è inevitabile che, con l’aumento della sensibilità verso il mondo animale, aumenti la richiesta dei cittadini di attenzione per quelle che sono le buone pratiche di gestione degli animali e del loro relativo benessere.
Le condizioni di accertamento e controllo del benessere animale sono peraltro oggetto di specifiche normative nazionali e comunitarie.
A tal proposito è nostra intenzione regolamentare meglio il servizio delle carrozze turistiche e dell’attività degli “’GNURI” con l’implementazione di apposite certificazioni che attestino il rispetto delle condizioni di benessere dell’animale, del conducente/detentore e del cittadino/turista che usufruisce del servizio.
La gestione delle carrozze turistiche va valorizzata per la funzione della peculiare e suggestiva fruizione turistica della città, nel rispetto della tradizione e nel rispetto del benessere animale.
Per tale motivo sarebbe intenzione del Movimento Siciliani Liberi, in collaborazione con la categoria, individuare dei percorsi cittadini programmati da proporre al turista/utente, offrendo delle brochure che descrivano i luoghi del percorso e ne riportino i cenni storici.
Inoltre, per garantire un adeguato rispetto dell’utilizzo del cavallo, ci si propone di identificare delle aree di sosta attrezzate per il beveraggio (dotandole di nebulizzatori ed eventuale foraggiamento) e realizzare le strutture idonee ed esteticamente in linea con il contesto urbano, dove poter garantire riparo agli animali durante la sosta, nelle diverse condizioni climatiche e soprattutto durante i periodi estivi.
Un altro capitolo importante nella gestione comunale è quello rivolto alla gestione e al controllo del randagismo.
Un fenomeno che, nonostante ormai la normativa sia in vigore da diversi anni, non trovato localmente adeguata soluzione.
Il fenomeno del randagismo si riesce a gestire se si adottano corrette politiche e campagne di sterilizzazione a partire da una scrupolosa gestione della anagrafe.
Il randagismo si può contrastare solo se si attivano e coinvolgono tutte le forze in campo, evitando sovrapposizioni e conflitti di competenze.
È solo regolamentando e ottimizzando le risorse economiche e le strutture di cui dispone il comune e coinvolgendo le associazioni di volontariato riconosciute, strutture veterinarie (pubbliche e private) distribuite sul territorio comunale, da una parte, e i cittadini dall’altra, che si concorre alla soluzione.
Il Comune, ovviamente, è l’istituzione in prima linea nella lotta al randagismo sul proprio territorio, ma è una lotta vana se si prescinde dal necessario confronto su regole e metodiche con i comuni confinanti, l’intera Regione ed il Governo nazionale.
L’anagrafe gestita dalle ASP, ad esempio, censisce su base provinciale e le varie Regioni non sono dotate di banche dati armonizzate fra loro. Tutto ciò non consente ai Comuni di disporre di uno strumento agile e funzionale.
Per la corretta gestione del randagismo (Progetto comunale per la lotta al randagismo), la gestione anagrafica dei soggetti è fondamentale. È quindi fondamentale che il Comune si faccia promotore di incontri con le istituzioni in campo per:
1. Promuovere l’armonizzazione delle banche dati anagrafiche, Provinciali, Regionali e Nazionali;
2. Istituire degli incontri almeno annuali nei quali valutare le azioni intraprese, verificare i risultati attesi e quelli realmente ottenuti, studiando le eventuali azioni correttive;
3. Organizzare momenti di informazione e formazione dei cittadini, degli operatori impegnati a vario titolo al progetto (responsabili di strutture veterinarie pubbliche e private, rappresentanti di associazioni di volontariato riconosciute e coinvolte nel progetto, Polizia Municipale, operatori).
Il primo impegno per raggiungere l’obiettivo dovrà essere quello di individuare aree idonee per la realizzazione di un Canile sanitario nuovo e moderno (l’attuale è inadeguato per spazi, condizioni igieniche e per la sua collocazione nel tessuto cittadino) realizzare ricoveri idonei nel rispetto delle normative sul benessere animale e che dispongano di annesse aree di sgambatura. La ristrutturazione del vecchio Canile che il comune si appresta a realizzare, non potrà realizzare le condizioni per un Canile moderno ed efficiente. Realizzare una struttura Sanitaria e aree annesse belle e conformi alle strutture che si trovano in altre aree del territorio nazionale, non solo migliorerebbe la qualità della vita dei soggetti ricoverati, ma renderebbe stimolanti e gratificanti le attività degli operatori coinvolti.
Il Comune si dovrà fare promotore, anche attraverso apposite convenzioni, di coinvolgere nel raggiungimento degli obiettivi annuali:
· I Servizi Veterinari Pubblici;
· Le Strutture Veterinarie Private;
· Le Associazioni di Volontariato Riconosciute;
· Polizia Municipale;
· Operatori.
Tali figure saranno impegnate ognuno per la sua competenza:
– alla gestione ed implementazione dell’anagrafe;
– nelle campagne di Sterilizzazione sia dei randagi che dei cani e gatti padronali con appositi incentivi;
– per i ricoveri o per lo stallo temporaneo dei randagi;
– il controllo sul territorio.
Parte di tali attività già oggi vengono effettuate, ma va rivisto il sistema nel rispetto delle varie competenze. Oggi spesso fra le varie categorie vi sono conflittualità, vanno create le condizioni perché il rapporto di collaborazione le elimini evitando che emergano episodi che offuscano la reputazione degli operatori e del servizio, spesso oggetto di inchieste giornalistiche, quando non giudiziarie.
Il comune di anno in anno dovrà aumentare il livello dei sistemi di controllo della popolazione canina da (1 controllo/anno ogni 6000 abitanti) nel rispetto della normativa vigente, fino a raggiungere un più efficace sistema di controllo (1 controllo/anno ogni 600 abitanti) realizzando ciò d’intesa con la Polizia Municipale, i Servizi Veterinari Pubblici e Privati e alla eventuale collaborazione di vigilanza volontaria formata e autorizzata.
Per favorire i controlli la Polizia Municipale dovrebbe individuare un nucleo specifico dotato di lettori microchip e formato per effettuare specifiche attività.
Il Comune dovrà favorire, attraverso sistemi formativi ed informativi e con incentivi economici, ove possibile, per campagne di sterilizzazione di cani e gatti padronali, prevedendo disincentivi per chi li detiene a scopo amatoriale.
È necessario inoltre, impiegare in modo più razionale, le risorse dedicate e destinate al randagismo, attivando incentivi e facilitazioni comunali a chi adotta cani e gatti presenti nelle strutture pubbliche e convenzionate.
Per una migliore gestione ed organizzazione delle attività per contrastare il randagismo e la gestione di ritrovamenti di animali di altra specie, è opportuno istituire un albo per censire le organizzazioni di volontariato, le attività commerciali e amatoriali, istituzioni pubbliche o aree pubbliche, pensioni per animali, aziende zootecniche, parchi o aziende faunistiche e privati che possano rendersi utili ad affrontare emergenze per il collocamento ed eventuale ricovero o stallo di animali rinvenuti o sequestrati nel territorio comunale e che necessitano di una temporanea collocazione in attesa della soluzione definitiva.
Favorire l’istituzione di eventi formativi, informativi ed eventualmente potenziando e conferendo competenze precise allo “Sportello per i diritti degli animali” con lo scopo principale di migliorare la relazione del rapporto uomo/cittadino e animali.
Lo Sportello oltre ad avere un ruolo informativo dovrà essere anche in grado di avere un compito educativo, avvalendosi di varie competenze, dovrà essere in grado di offrire consigli di base sulla scelta del tipo di animale d’affezione da “adottare” (specie, razza, sesso, …), indicare i pericoli più comuni, le eventuali potenzialità tossiche di piante e dei rischi nel contesto cittadino e quanto di utile per le informazioni di base della gestione di un animale d’affezione. Un cittadino ben informato riduce i problemi nella convivenza animale/uomo in ambiente urbano. Un altro ruolo che dovrebbe svolgere lo Sportello dovrebbe essere quello di introdurre una serie di iniziative che possano “educare” tutta la cittadinanza introducendo abitudini e metodi di riconoscimento di eventuali pericoli ad esempio con l’introduzione obbligatoria di segnali colorati (fiocchi) su collare, guinzagli o pettorina identificando cani docili, ansiosi o potenzialmente aggressivi.
Lo “Sportello per i diritti degli animali” dovrebbe avere al suo interno una figura che possa valutare le risorse impiegate durante l’anno, per il randagismo e per le attività di gestione della “fauna urbana” in generale, e destinare quelle eventualmente risparmiate, grazie ad una migliore gestione ed individuare di conseguenza altre attività da potenziare.
Fra i compiti dello Sportello vi sarà quello di preparare ed aggiornare il “Regolamento di Tutela della Fauna Urbana” sulla base dell’esperienza già consolidata di comuni che già lo applicano come quello di Bologna. Tale Regolamento:
· definisce diritti e doveri e doveri ai fini di una corretta convivenza e tutela degli animali;
· promuove e disciplina la tutela ed il benessere degli animali nel rispetto delle loro esigenze fisiologiche e comportamentali;
· regola e attiva ciò che è necessario per un corretto rapporto fra l’uomo e l’animale nel rispetto delle reciproche esigenze, individuando i sistemi per una corretta convivenza dell’uomo e del suo animale e nel rispetto dei diritti animali/cittadino nel contesto urbano nell’ambito delle competenze comunali previste dalla legislazione vigente.
Altro impegno sarà quello di individuare aree dedicate e attrezzate nel rispetto del benessere animale e delle normative vigenti in materia, utilizzabili per manifestazioni nelle quali gli animali siano rispettati e che consentano una adeguata e corretta informazione/formazione per aumentare la sensibilità verso il mondo degli animali.

Foto tratta da blogsicilia.it

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