La vaccinazione: migliaia di famiglie di Bagheria, Altavilla Milicia, Casteldaccia, Ficarazzi e Santa Flavia condannate a tempi di attesa assurdi!

23 marzo 2017

Migliaia di famiglie di questi cinque Comuni che fanno capo al distretto 39 della ASP 6 di Palermo sono costrette a tempi biblici e turni massacranti per poter vaccinare i propri bambini. In TV si invita la gente a vaccinare i bambini e a vaccinarsi (nel caso dei ragazzi per prevenire la meningite). Poi, però, si scopre che il servizio messo a disposizione dalla Regione siciliana è da terzo mondo! Anche i parlamentari grillini dell’Ars hanno sottovalutato il problema

Già da tempo nel nostro Paese infuria la polemica sui vaccini. La vaccinazione – si dice giustamente – ha cambiato il volto del mondo, debellando malattie mortali. Non vaccinare i bambini solo perché, in casi rarissimi, può sorgere qualche complicazione è una follia. Bene. Siamo sicuri che, in Sicilia, il servizio sanitario pubblico mette le famiglie nelle condizioni di vaccinare i bambini? Da Bagheria, Altavilla Milicia, Casteldaccia, Ficarazzi e Santa Flavia la risposta secca è: no! In questi Comuni del distretto 39 dell’Azienda Sanitaria Provinciale (ASP) di Palermo le mamme e i papà aspettano uno o due mesi prima di poter vaccinare i bambini e, quando arriva il proprio turno, vola via almeno mezza giornata!

Sui ritardi – incredibili ritardi – registrati in questo distretto dell’ASP di Palermo si è parlato già a settembre. Sei mesi fa i disagi venivano giustificati con la concomitanza delle vaccinazioni per i neonati, delle vaccinazioni per la meningite e delle vaccinazioni influenzali.

Sei mesi dopo – e siamo arrivati ai nostri giorni – i disagi per migliaia di famiglie di questi cinque Comuni sono aumentati. La concomitanza di tre vaccinazioni era uno dei problemi. Ma il problema più grosso – che la ASP di Palermo si è guardato bene dal risolvere – è l’organizzazione di questo servizio che è da terzo modo, o giù di lì!

I Comuni, come già accennato, sono cinque. E che fa la ASP di Palermo? Per ‘risparmiare’ – sulla pelle di migliaia di famiglie! – ha stabilito che tutti gli abitanti di questi cinque Comuni debbono vaccinarsi a Bagheria, in un locale che ha una stanza di attesa di tre metri per cinque. Potete immaginare che cosa succede ogni giorno!

“La situazione è diventata insostenibile – ci dice Valerio Di Bona – un papà che ci ha contattato per raccontarci le condizioni inumane che, ogni giorno, da mesi, vivono migliaia di genitori. Ci dicono che dobbiamo vaccinare i nostri bambini.E noi siamo d’accordo. Ma non possiamo essere trattati così, non è giusto!”.

“Anzi, da qualche tempo – ci racconta sempre Di Bona – gli uffici del laboratorio di Bagheria dove si effettuano le vaccinazioni accettano la prenotazione telefonica. Ma abbiamo dovuto lottare anche per ottenere questo risultato. Sa come funzionava prima? Glielo racconto. Sveglia all’una di notte. Di corsa nella sede di Bagheria per prendere il turno per l’indomani. Nome e cognome scritto su un pezzo di carta. Poi di nuovi presenti alle otto di mattina per prendere i bigliettini per il turno”.

“Guai a non essere presenti la mattina seguente al momento in cui distribuiscono i bigliettini – racconta sempre Di Bona -. Se non sei presente, addio turno. E devi ricominciare”.

Dopo mesi e mesi di proteste gli uffici della ASP di Palermo si sono ‘modernizzati’. Hanno scoperto che esistono i telefoni. Alla buon’ora, ma l’hanno scoperto. Sì, se rispondono al telefono è possibile prenotare. Non senza discussioni e confusione.

“Vi racconto cosa mi è capitato – ci dice sempre Di Bona -. Come sempre, avevo preso il turno di notte. Ero al quarantanovesimo posto. Così, con figli e moglie, alle otto di mattina, mi presento al centro di vaccinazione di Bagheria. Quella mattina c’era la novità della prenotazione telefonica. Ce lo comunica la stessa signora. ‘Prima di voi ci sono coloro i quali si sono prenotati telefonando. Oggi, per voi, vacciniamo fino al numero 40′. Ero furente. Avevo preso il turno all’una di notte. Mi ero presentato alle otto di mattina con mia moglie e con i bambini e mandavano a casa”.

“Mi chiedo e chiedo – aggiunge Di Bona – perché un solo centro di vaccinazione a Bagheria per cinque Comuni? Ma alla ASP di Palermo lo sanno che, con questa organizzazione, condannano migliaia di famiglie a disagi incredibili? E’ così difficile fare operare un centro di vaccinazione per ogni Comune almeno una volta alla settimana?”.

Chiediamo a Di Bona: avete posto questa domanda a coloro i quali lavorano presso il centro di vaccinazione di Bagheria?

“Certo che abbiamo posto questa domanda – ci risponde -. Ci hanno risposto che non si possono aprire i centri di vaccinazione negli altri quattro Comuni perché mancano i soldi”.

Già, i già citati ‘risparmi’. Qui, però, non ce la possiamo prendere con la ASP 6: dobbiamo andare alla testa del serpente: negli uffici dell’assessorato regionale alla Salute-Sanità e alla presidenza della Regione siciliana.

Allora, assessore alla Salute Baldo Gucciardi, allora presidente della Regione, Rosario Crocetta: come la mettiamo con questa storia? I lettori di questo blog ricorderanno l’articolo che abbiamo scritto nel settembre dello scorso anno, a proposito di come vengono spesi i soldi della sanità siciliana:

Sanità siciliana: invece di assumere nuovi medici e infermieri si pagano i dipendenti SAS, i precari e i mutui!

La Corte dei Conti ha invitato il Governo regionale e il Parlamento siciliano a non ‘distrarre’ i fondi della sanità siciliana per pagare altre spese: ma la politica siciliana – tutta la politica siciliana, di maggioranza e di opposizione – di questo ‘avvertimento’ dei giudici contabili non vuole nemmeno sentire parlare. Ed è anche logico: con una parte dei soldi della sanità si pagano i precari e i dipendenti di alcune società regionali che, in cambio, votano per i parlamentari di maggioranza e di opposizione.

E’ proprio per questo che, degli ‘avvertimenti’ della Corte dei Conti su tale questione, i nostri parlamentari regionali se ne stanno ‘tecnicamente’ fregando. I voti, prima di tutto. E chissenefrega se migliaia di famiglie aspettano un mese e forse più prima di poter vaccinare i propri bambini! I voti vengono prima dei vaccini.

C’è poco da fare. Le migliaia di famiglie di Bagheria, Altavilla Milicia, Casteldaccia, Ficarazzi e Santa Flavia debbono avere pazienza. Non si può avere tutto…

Ci raccontano i genitori che fare stare i bambini tutti insieme, in un unico locale angusto per cinque-sei ore non va bene. “Se qualcuno di noi ha l’influenza o il raffreddore – ci dicono – beh, ci sono problemi per tutti, grandi e piccoli”.

Meglio aspettare fuori. In inverno chiusi nelle automobili per ripararsi dal freddo. E passeggiando per la strada se c’è caldo. Già l’estate: se c’è troppo caldo, si soffre e basta.

Ah, dimenticavamo: la prenotazione telefonica consente di prenotare la vaccinazione. Ma ci spiegano che passa almeno un mese. Se la mattina della vaccinazione il bambino è indisposto – cosa che può capitare e capita – bisogna ri-prenotarsi e aspettare un altro mese!

Deve finire così? Arriviamo alla seconda parte di questo racconto. Una seconda parte che non è meno ‘istruttiva’ della prima.

Di Bona è un militante del Movimento 5 Stelle. decide di raccontare tutto al Movimento.

“Contatto un parlamentare regionale – ci racconta sempre Di Bona -. Il quale è indisposto e mi invia da un suo collega parlamentare. Gli spiego come stanno le cose. Che non ne possiamo più. Bene. Passano sette, dieci giorni. Mi faccio risentire. Questo parlamentare dell’Assemblea regionale siciliana mi dice che, della questione, si occuperà un suo collaboratore. A questo punto sbotto: ma come, pure voi? Non ci bastano quelli della ASP 6 di Palermo? E poi non sono queste le regole del nostro Movimento: se io mi rivolgo a voi, che occupate il ruolo di deputati regionali, siete voi che dovete intervenire, non i vostri collaboratori!”.

“A questo punto – ci racconta sempre Di Bona – mi sono rivolto a due parlamentari nazionali del Movimento: Claudia Mannino e Giulia Di Vita. Mi hanno detto che si sono già attivate. Tra qualche giorno saranno qui da noi per capire cosa si può fare per risolvere il problema”.

Al telefono siamo riusciti a rintracciare la parlamentare nazionale Claudia Mannino. Che conferma quello che ci ha raccontato Di Bona:

“E’ vero, siamo state contattate da Di Bona. Abbiamo già programmato una nostra visita al centro di vaccinazione di Bagheria. Contatteremo anche i vertici della ASP di Palermo. Non è concepibile che migliaia di famiglie vangano condannate a incredibili disagi”.

E i parlamentari grillini dell’Ars? Ancora li aspettano. Bisogna capirli: si preparano a vincere le elezioni regionali del prossimo novembre, la Regione siciliana li attende, come direbbe Sergio Caputo, “con le cosce di fuori”. Non è che possono andare dietro a queste piccolezze…

P.S.

Una domanda ai vertici della ASP di Palermo, all’assessore regionale alla Salute e al presidente della Regione: che cosa succederebbe se a un bambino che aspetta di essere vaccinato dovesse capitare qualcosa? Per esempio, se si dovesse ammalare proprio di quella malattia per prevenire la quale attende di essere vaccinato? 

Un dubbio: è così solo a Bagheria, Altavilla Milicia, Casteldaccia, Ficarazzi e Santa Flavia o avviene la stessa cosa in altre zone della Sicilia?

 

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