La denuncia: “L’ARAS è fallita per la mala gestione”

7 marzo 2017

In un documento vengono elencate tutte le irregolarità che sarebbero ascrivibili ai vertici dell’ente. Situazione che sarebbero state segnalate all’assessorato, al Ministero e anche alla Procura

Come vi abbiamo anticipato qualche giorno fa, la sezione Fallimentare del Tribunale di Palermo ha dichiarato fallita l’Associazione Regionale Allevatori della Sicilia (ARAS) su istanza di un gruppo di lavoratori. Un epilogo drammatico per un’istituzione che era stata il punto di riferimento di migliaia di allevatori della nostra Isola e che la politica, la solita politica che pensa a se stessa, non ha saputo tutelare. Anzi. Da quanto apprendiamo, ha contribuito pesantemente a massacrarla. Come? Non solo con quanto già vi abbiamo raccontato (i ritardi nelle procedure di accesso ai fondi comunitari e nazionali), ma anche con il silenzio su una mala gestione che ne avrebbe compromesso del tutto la funzionalità.

Siamo venuti, infatti, in possesso di un documento dove le denunce sono pesantissime e dove si parla chiaramente di  “mala- gestio dei vertici dell’ARAS” che non solo avrebbero demotivato e mortificato molti dei dipendenti impegnati nell’assistenza alle aziende, ma avrebbero determinato “ricorrenti irregolarità nella gestione amministrativa dei contributi pubblici del MIPAF e dell’Assessorato Agricoltura della Regione Sicilia”.

Nello specifico:

“Molti atti – si legge nel documento denuncia – debordano rispetto alla corretta amministrazione: irregolarità, gestione persecutoria nei confronti degli allevatori di Sicilia con l’invio di Note Debito per il servizio dei Controlli Funzionali Ufficiali, i Registri Anagrafici e Libri Genealogici peraltro già finanziati con risorse pubbliche del MIPAF e della Regione Sicilia”.

Irregolarità che sarebbero state notate “dal Presidente del Collegio dei Revisori dei Conti che risulta essere nominato dalla Regione”.

La situazione non sarebbe sfuggita nemmeno ai sindacati (FLAI CGIL- FAI CISL- UILA e CONFEDERDIA) che “con nota del 28.06.2016 hanno fatto richiesta di accesso agli atti ai vertici dell’ARAS di Palermo, poiché figurano ben 13 contestazioni di irregolarità tra cui incrementi “ingiustificati di spese”, elargizioni di emolumenti con assegni postali, spese elevate a cinque zeri per consulenze esterne ad un legale del foro di Palermo, capriccioso utilizzo del personale durate il periodo di contratto di solidarietà (CDS), atti ingiuntivi, pignoramenti e debiti verso terzi imputati sui capitoli A.R.A.S 143707″.

Nel mirino dei sindacati, va da sé, c’è Carmelo Meli nella sua qualità di Direttore Generale, ma anche la Coldiretti cui fanno riferimento i vertici dell’ Associazione Italiana Allevatori, all’interno della quale Meli – a detta dei sindacati – avrebbe rafforzato il suo potere attraverso l’incarico all’ARAS.

Cosa chiedono, dunque, gli allevatori?

“La ripresa del servizio dei Controlli Funzionali Ufficiali, una adeguata gestione dei Libri Genealogici, Registri Anagrafici e la democratica elezione degli organi sociali dell’ Ente”. Per quanto riguarda i dipendenti, che non percepiscono gli stipendi da ben sette mesi e per quelli sui quali pende la spada del licenziamento, si chiede invece la possibilità di ricorrere al part time.

Quindi una serie di interrogativi molto eloquenti:

“Chi è – si legge sempre nel documento denuncia – il vero puparo e vero regista dei danni agli allevatori delle specie e razze allevate in Sicilia e, non di meno, all’intero indotto del settore?

“E’ possibile che all’ARAS le disposizioni Ministeriali e dell’organo vigilante, l’assessorato Agricoltura della Regione Sicilia possano essere disattese impunemente?

E’ possibile che si possano conferire incarichi professionali e laute parcelle ad un professionista (del foro di Palermo) per il recupero di quote sociali e per fare tante cause perse in contenziosi per oltre 5.000.000,00 di Euro?

E’ possibile che si promuovano a “quadro” impiegati dell’Ente con procedure assai anomale con un dispendio di rilevanti risorse (Euro 200.000,00 l’anno a partire dal 2006) mentre in tanti aspettano che vengano riconosciuti i rimborsi delle spese anticipate per lo svolgimento del servizio di rilevanza pubblica?

E’ possibile che i dipendenti dell’Ufficio Provinciale A.R.A.S di Siracusa non debbano percepire le somme del predetto Contratto di solidarietà da ben 3 anni?

E’ possibile che il Direttore dell’Ente debba percepire un lauto stipendio e laute prebende dall’ASSOCIAZIONE ITALIANA ALLEVATORI di ROMA?

E’ possibile che il Commissario dell’Ente percepisca rimborsi spese e un lauto compenso?

E’ possibile che l’ASSOCIAZIONE ITALIANA ALLEVATORI di ROMA chieda all’A.R.A.S una cifra a 5 zeri per quota associativa e servizi resi?

E’ possibile che sono state liquidate in conto all’anno 2012 somme a cinque zeri a ad una società che pare abbia provveduto all’incenerimento carcasse animali solo nella provincia di Ragusa (Provincia di provenienza del Medico Veterinario Dr. Carmelo Meli, Direttore Regionale ARAS) utilizzando somme a “destinazione vincolata sul capitolo 542922 – Benessere Animali?

E’ possibile che il Direttore Regionale ARAS ha dichiarato agli inquirenti della Procura della Repubblica di Palermo nel 2015 dell’esistenza di CREDITI V\S REGIONE per Euro 7.446,796”?

L’elenco, lunghissimo, continua:
“E’ possibile che i vertici A.R.A.S non abbiano letto la nota prot. 0017334 del 27.08.2016 a firma del Capo Dipartimento del MIPAF dove risultano elencate le somme trasferite e\o da trasferire per i servizi resi dall’ A.R.A.S per gli anni 2014 , 2015 e 2016?

“E’ possibile che i vertici A.R.A.S, a fronte della delicata situazione dell’Ente, solo in data 01.12.2016 hanno consegnato organigramma dip. A.R.A.S e copia Bilancio Previsione Anno 2017 eludendo di approfondire il Bilancio dell’Ente Anno 2015 e quant’altro richiesto con la nota prot. n. 1\96\06\16 del 28.06.2016?

E’ possibile che i vertici A.R.A.S., a fronte di quanto discusso in 2° Commissione Bilancio dell’Assemblea regionale siciliana non hanno provveduto a ritirare il provvedimento di licenziamento Collettivo di 56 dipendenti del ruolo pubblico dell’Ente”?

“E’ normale che nessuno si occupi di sapere l’ammontare dei debiti che la dirigenza ARAS ha fatto nel corso degli anni (cifre a sei zeri) che si trovano alla Serit Sicilia ed in Equitalia?

E’ normale che si continui a pagare affitti d’oro, mentre da anni si è avuta la disponibilità di utilizzare i locali dell’Istituto Sperimentale Zootecnico della Sicilia a titolo gratuito?

E’ normale che alcuni allevatori di Ragusa hanno fatto delle denunce presso il Ministero dell’ Agricoltura e che continui a regnare il silenzio”?

Insomma, l’ARAS avrà pure chiuso i battenti. Ma la storia del suo epilogo è ancora tutta da scrivere.

 

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