Affaire Camere di Commercio, indagati Enzo Bianco e una fedelissima di Crocetta. E anche ad Agrigento acque agitate…

20 febbraio 2017

La Procura di Catania cerca di fare luce sulla guerra per bande che sta segnando l’accorpamento degli enti camerali della Sicilia orientale e il controllo della società di gestione di Fontanarossa. Una decina gli indagati. E, intanto, anche nella Sicilia occidentale si fa ricorso al TAR per contestare i criteri con i quali sono stati attribuito i seggi del consiglio direttivo

 

Ci sono anche il sindaco di Catania, Enzo Bianco e la fedelissima ‘commissaria’ del governatore Crocetta, Maria Grazia Brandara tra gli indagati dalla Procura di Catania che sta cercando di fare luce sul caos dell’accorpamento delle Camere di Commercio della Sicilia orientale, dietro al quale si celano scontri di lobby per il controllo delle quoto azionarie della società di gestione dell’aeroporto di Fontanarossa in vista di una sua ipotetica privatizzazione.

I loro nomi saltano fuori proprio da un fascicolo che conduce allo scalo etneo. L’ipotesi è di abuso d’ufficio nella nomina dell’ex ad di Sac, Ornella Laneri, anch’essa indagata. Ne dà notizia il quotidiano la Sicilia che parla di almeno dieci indagati “a vario titolo per falso ideologico, omissioni d’atto d’ufficio e abuso d’uffici nell’inchiesta sul verminaio della Camera di Commercio, fra iter di accorpamento e bilanci. Fra questi il segretario camerale Alfio Pagliaro e il presidente di Confcommercio Catania, Riccardo Galimberti”.

Secondo gli inquirenti Ornella Laneri sarebbe stata nominata pur priva di titoli idonei.

Della guerra per bande che riguarda il controllo degli enti camerali della Sicilia orientale vi abbiamo parlato qua. 

Ma la guerra investe anche la Sicilia occidentale. A bussare alle porte della giustizia sono anche Agrigento, Caltanissetta e Trapani. Dove otto associazioni di imprese ricorrono al TAR denunciando ‘scorrettezze’ e palesi violazioni di leggi. A partire dalle iscrizioni ‘fantasma’ a sigle che, secondo chi denuncia, in tempi normali non avevano neanche un associato. La stessa cosa è successa all’ombra dell’Etna.

A ricorrere al Tribunale Amministrativo sono Legacoop Agrigento, Confcooperative Unione di Caltanissetta, Confcooperative Unione di Agrigento, Confesercenti Sicilia Area Centro Meridionale, Confesercenti Trapani, CNA di Agrigento, CNA di Trapani, CNA Caltanissetta.

Il loro ricorso è contro contro la Presidenza della Regione siciliana, il Ministero dello Sviluppo Economico, l’Assessorato Regionale alle attività produttive, e nei confronti della Fiarcom Trapani e della Confimpresa Euromed.

Si parla di “grave violazione della puntuale e chiara disciplina che regolamenta l’elezione dei Consigli Camerali delle Camere di Commercio. Violazione che incide sulla ripartizione dei seggi fra le diverse categorie produttive nella costituzione del Consiglio camerale la cui composizione risulta ineludibilmente alterata ed, in particolare, pregiudica le Associazioni ricorrenti che si vedono non attribuito un seggio ad esse invece spettante ai sensi della normativa richiamata”.

Quindi le iscrizioni sospette ad associazioni di recente costituzione come  la FIARCOM Trapani:  “Quest’ultima ha avuto ammesse, per tutti i settori cui ha partecipato, ben oltre 4.000 imprese associate (tutte della provincia di Trapani), a fronte di dati INPS CONTRIN che attestano l’iscrizione dei soci pari a zero. Parimenti è a dirsi per Confimpresa EuroMed che ha avuto ammesse nelle tre province 2.642 imprese associate a fronte di dati Contrin pari a zero, e che oltre a queste con propria dichiarazione ha rinunciato a dimostrare il vincolo associativo di altre 566 imprese”.

Sempre ad avviso delle associazioni ricorrenti “appare chiaro che il comportamento dell’Amministrazione oltre che illegittimo per violazione
di puntuali e precise norme in materia è illegittimo per violazione dei più ampi principi – nazionali e sovranazionali – di buon andamento, correttezza, efficacia, efficienza e responsabilità dell’azione amministrativa. La violazione dei summenzionati principi cardine dell’azione amministrativa è resa ancor più evidente dall’inerzia della PA a fronte dell’istanza di annullamento in autotutela che le odierne ricorrenti hanno presentato per invitare l’Amministrazione a porre rimedio alle innumerevoli criticità riscontrate a conclusione della fase procedimentale”.

Insomma, la guerra è servita.

Inutile aggiungere che la gestione di questi delicati passaggi che hanno riguardato gli accorpamenti, gli atti commissariali e quelli della Giunta relativi al riconoscimento della composizione dei collegi, rivelano, ancora una volta, quanto il concetto di ‘legalità’ per il Governo Crocetta sia relativo, così come ancora una volta evidente è la sua incapacità politica e amministrativa.

Prosegue in Sicilia la ‘guerra’ per il controllo delle Camere di Commercio (e degli aeroporti) della Sicilia

Affaire Camere di Commercio: retromarcia sull’accorpamento Catania-Siracusa?

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