L’assise del centrodestra siculo ha deciso: tutti contro Musumeci alle primarie con i coltelli…

14 febbraio 2017

Non essendo riusciti a convincere Nello Musumeci a ritirarsi, Forza Italia di Gianfranco Miccichè e i centristi di Saverio Romano hanno deciso di puntare sulle primarie. L’obiettivo dovrebbe essere quello di coalizzare tutta la vecchia politica siciliana per eliminare Musumeci dalla ‘corsa’ per la presidenza della Regione. I riflessi sul Comune di Palermo, dove nel centrodestra ormai si gioca a ‘liberi tutti’…

Nel centrodestra siciliano la partita sulla presidenza della Regione si incrocia con le elezioni comunali di Palermo. Non riuscendo a convincere Nello Musumeci a farsi da parte, i ‘capi’ di Forza Italia e dei centristi hanno adottato una decisione ‘solenne’: si faranno le primarie per individuare il candidato alla presidenza della Regione.

Dicono che verranno celebrate il 23 aprile. Come faranno a organizzare le primarie formazioni politiche di media forza, prive, in buona parte, di riferimenti locali non è facile capirlo. Ma una cosa è chiara già da adesso: saranno primarie con i ‘coltelli’: da una parte ci saranno i rappresentanti di Forza Italia – con in testa Gianfranco Miccichè e i centristi di Saverio Romano – che dovranno provare a tutti i costi a sbarazzarsi di Musumeci; dall’altra parte ci sarà lo stesso Musumeci contro tutti.

Per quale motivo una persona come Musumeci – che sul piano politico e morale non ha nulla a che vedere con gli ‘azziccaforchette’ di Forza Italia e dei centristi – abbia deciso di andarsi a ‘rinchiudere’ nel recinto dove sguazzano Forza Italia e i centristi non è molto chiaro. Forse Musumeci pensa che, se dovesse vincere le primarie, Forza Italia e i centristi voteranno per lui (come l’hanno ‘votato’ nel 2012, quando l’hanno ‘impiombato’? Mah…)?

In questo Musumeci somiglia un po’ a Leoluca Orlando a Palermo, che è convinto che, imponendo al PD di togliere il simbolo, gli elettori di questo partito lo voteranno…

A nostro modesto avviso, le primarie del centrodestra siciliano finiranno col somigliare molto alle primarie del centrosinistra di Palermo del 2012, quando per fare perdere Rita Borsellino nella sfida con Fabrizio Ferrandelli nella ‘corsa’ al candidato a sindaco, si catapultarono nei gazebo personaggi che con lo stesso centrosinistra non avevano nulla a che spartire, ma che andavano a votare con un mandato preciso: eliminare dalla ‘corsa’ a sindaco Rita Borsellino.

La stessa cosa si ripeterà con Musumeci: tutta la vecchia politica siciliana si coalizzerà contro di lui: e si sbarazzeranno di lui, così come nel 2012, a Palermo, si sono sbarazzati di Rita Borsellino. 

Insomma, per dirla tutta, la partita tra Musumeci e il candidato della vecchia politica siciliana non sarà una competizione tra candidati che poi si uniranno per sostenere il vincitore, ma una vera e propria ‘guerra’ elettorale che si concluderà con probabili polemiche, che verranno alimentate anche dalle oggettive difficoltà organizzative.

I riflessi di quella che è già una spaccatura politica sono già visibili a Palermo: Forza Italia e i centristi appoggiano Fabrizio Ferrandelli alle elezioni comunali; mentre  #DiventeràBellissima (il movimento di Musumecinon sembra – almeno in questa fase – entusiasta di questa candidatura. Qualcuno scrive che c’è di mezzo l’inchiesta giudiziaria che coinvolge lo stesso Ferrandelli. Ma forse il problema potrebbe essere un altro: il trasformismo dello stesso Ferrandelli, che cinque anni fa era schierato con il centrosinistra e oggi è appoggiato da Forza Italia e dai centristi.

Vero è che, dall’altra parte, Leoluca Orlando sta mettendo assieme Totò Cardinale da Mussomeli e Angelino Alfano da una parte e il PD, Rifondazione comunista e SEL dall’altra parte.

Ma è chiaro che il trasformismo degli uni non giustifica il trasformismo degli altri: semmai squalifica entrambi.

Perché mai Musumeci si dovrebbe ‘intruppare’ con uno dei due seguaci di Agostino Depretis (anche se, in realtà, Orlando, Ferrandelli e i partiti che appoggiano chi l’uno, chi l’altro hanno abbondantemente superato il ‘maestro’ del trasformismo…).

Contro Ferrandelli si sono subito schierati i rappresentanti di Fratelli d’Italia, la formazione politica di Giorgia Meloni che punta a ricostruire una destra in Italia: e, giustamente, non può farlo ‘addizionandosi’, a Palermo, con Gianfranco Miccichè e con i centristi.

Persino i leghisti hanno salutato Ferrandelli, puntando su un candidato sindaco giovane: il ventenne Ismaele Lavarvera.

I centristi di Gianfranco Miccichè e Saverio Romano sembra abbiano perso anche il Partito dei Siciliani Mpa: almeno così sembra a leggere quello che scrive in un comunicato il parlamentare regionale di questa formazione politica, Giovanni Greco:

“Gianfranco Miccichè e Saverio Romano non rappresentano il centrodestra, ma solo una piccola parte” di questa formazione politica.

A Greco l’appoggio a Fabrizio Ferrandelli non va proprio giù:

“La notizia arriva quando ormai quella dell’appoggio a Ferrandelli sembrava un’ipotesi superata – si legge nel comunicato -. Prima di parlare a nome di tutti Miccichè si sarebbe dovuto confrontare con tutto il centrodestra che ad oggi non sostiene né Ferrandelli né Orlando”.

Quindi la ‘botta’ finale:

“Siamo felici che Miccichè e Romano abbiano buttato la maschera e mostrato il loro vero volto”.

Più chiaro di così…

 

 

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