Ragazzi, tenetevi forte: Rosario Crocetta si ricandida alla presidenza della Regione e sarà “sicilianista”…

2 febbraio 2017

Per annunciare la sua candidatura il presidente della Regione ha scelto febbraio, il mese dei Lupercali, il periodo in cui nell’antica Roma si celebravano i giorni nefasti, quando, in pieno inverno, i lupi affamati assaltavano il bestiame. E se Luperco difendeva pecore e capre, Crocetta intende difendere i Siciliani. Da chi? Da chi ha svenduto la Sicilia a Roma. Ma come: lui che ha impoverito i Siciliani firmando i ‘Patti scellerati’ con Renzi? Sì, ma ora Rosario è pentito ed è diventato sicilianista. Non vi basta? Tornerà il Megafono e magari Lumia…

“In fin dei conti si tradisce solo ciò che si ama”, ci ricorda lo scrittore Günter Grass. E Rosario Crocetta deve essere veramente innamorato della Sicilia se, da presidente della Regione, l’ha tradita ripetutamente e se ha deciso di ricandidarsi per continuare la sua ‘opera’…

Sì, Rosario da Gela – finito all’ultimo posto per gradimento tra i presidenti delle Regioni italiane – ci vuole riprovare: eccolo pronto, con una bella dichiarazione rilasciata all’ANSA, per affrontare l’agone elettorale del prossimo novembre.

Crocetta ha aspettato febbraio per annunciare la bella notizia. E un motivo c’è: è il mese dei Lupercali, la festività che nell’antica Roma si celebrava proprio nei giorni nefasti di febbraio, in onore del dio Fauno “nella sua accezione di Luperco – leggiamo su Wikipedia – cioè protettore del bestiame ovino e caprino dall’attacco dei lupi”.

Febbraio è, di solito, il periodo più freddo dell’anno. Il tempo in cui i lupi affamati si avventano sulle capre e sulle pecore.

Crocetta come Luperco, pronto a difendersi dai lupi del PD? In effetti, in questa settimana, a Sala d’Ercole, i più scatenati contro la sua manovra economica e finanziaria – veri e propri lupi un po’ affamati – sono stati proprio i parlamentari del Partito Democratico. Magari hanno capito che con la le finanziarie di fine legislature si possono fondare i partiti?

Come fu e come non fu, finanziaria o no, Crocetta si ricandida lo stesso: tiè! Per l’occasione il presidente della Regione uscente ha rispolverato il Megafono – il movimento messo su in occasione delle elezioni nazionali del 2013 per garantire l’elezione Senato a Giuseppe Lumia. Finite le elezioni, finito il Megafono. Arrivano le elezioni, riecco il Megafono.

E il programma? Già scritto schitto schitto, come si usa dire dalle nostre parti: niente più “Rivoluzione” ormai passata di moda, ma una toccata e fuga di socialismo e di neo-sicilianità: difesa dei deboli, coesione sociale, legalità, impegno a tutela della Costituzione e, utite, udite!, dello Statuto speciale.

Sì, avete letto bene: Crocetta – quello che ha firmato i due ‘Patti scellerati’ con il passato Governo Renzi, regalando a Roma una barca di soldi dei Siciliani e calpestando lo Statuto – adesso è pentito e vuole difendere lo Statuto!

Del resto, la coerenza non è forse la virtù degli imbecilli? Anche gli ascari hanno un cuore autonomista. E infatti Crocetta promette – per chi ci crede – un movimento con “una forte impronta sicilianista”. Ma attenzione, aggiunge:

“Nulla a che fare con il concetto autonomista di certi ceti conservatori e reazionari. Il nostro scopo è quello di continuare l’azione di risanamento della Sicilia che ho avviato nel corso di questo mio primo mandato” e di “rafforzare lo sviluppo economico e rilanciare l’occupazione”.

Crocetta sogna “un gruppo solido” nella futura Assemblea regionale siciliana. Pensate un po’: si passerà da 90 a 70 deputati e lui, Rosario, vorrebbe “un gruppo solido”. Facciamo almeno 15 parlamentari? Ci vorranno, sì e no, 450 mila voti. Avete letto bene: 450 mila siciliani, o giù di lì disposti a rivotare Crocetta. Ci crede davvero?

Pronto accomodo, il governatore uscente vuole presentare pure una lista alle elezioni comunali di Palermo (e un candidato sindaco no?). Quindi il finale:

“Non escludiamo di fare una lista pure per il Senato, discutendone con il PD”. In controluce torna l’ombra di Lumia, che dopo non ricordiamo più se cinque o sei mandati parlamentari romani non riesce a dormire all’idea di non essere più chiamato onorevole o senatore. Lo dobbiamo lasciare sveglio per il resto della vita?

Già noi sappiamo chi gioirà nell’apprende della ricandidatura di Rosario Crocetta.

In prima fila ci saranno gli 8 mila lavoratori della Formazione professionale: chi più di loro e meglio di loro ha conosciuto l’impegno e, soprattutto, i ‘grandi risultati’ ottenuti dall’attuale Governo Crocetta?

Anche gli agricoltori siciliani saranno molto contenti. Soprattutto i produttori di grano duro che quest’anno hanno leccato la sarda…

Poi i disoccupati, i diseredati, i disperati: tutta gente alla quale Crocetta – questo bisogna riconoscerlo – ha assicurato la permanenza nella situazione in cui continuano a trovarsi, magari con un piccolo peggioramento. Ed è anche giusto: nella sofferenza, senza lavoro e senza reddito il disoccupato siciliano ritrova le proprie radici…

Ma i più felici di tutti della ricandidatura di Crocetta saranno i dirigenti del PD siciliano. Abituati a fare politica – e da otto anni a governare la Regione senza metterci mai la faccia, ma solo i deterani pronti ad occupare le poltrone – i vari Raciti, Cracolici, Faraone, in queste ore, saranno in un brodo di giuggiole!

E di cosa dovrebbero lamentarsi, poi? Crocetta – per dindirindina! – è un ottimo candidato! Benvoluto, apprezzato, amato dai Siciliani che non vedono l’ora di rivotarlo!

Con lui il PD siciliano supererà il 40% di Renzi…

Foto tratta da qtssicilia.it

 

 

 

 

 

 

 

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