Gennaio 2013: la dottoressa Corsello scrive al Governo Crocetta. E gli anticipa tutto quello che sta succedendo oggi…

26 gennaio 2017

Aggiornamento: la lettera ‘riservata’ non è del gennaio 2012, ma del gennaio 2013. Quindi non è indirizzata all’ex presidente Lombardo, ma all’attuale presidente Crocetta. Quello che pubblichiamo è un documento per certi versi eccezionale. E’ una lettera nella quale l’allora dirigente generale del dipartimento Lavoro della Regione – con l’interim del dipartimento della Formazione professionale – Anna Rosa Corsello individua gli elementi di corruzione del settore chiamando in causa la politica e anche la burocrazia regionale. La genesi degli Sportelli Multifunzionali. Le assunzioni senza controllo. L’esigenza di correttivi, a cominciare dal ritorno alla legge regionale n. 24 del 1976. C’è questo ed altro ancora in un documento che, cinque anni fa, anticipava, incredibilmente, quanto avvenuto negli anni successivi, fino ad arrivare ai nostri giorni

Aggiornamento: la lettera ‘riservata’ della dottoressa Anna Rosa Corsello non è del gennaio 2012, ma del gennaio 2013. Quindi non è indirizzata all’ex presidente della Regione, Raffaele Lombardo, ma all’attuale presidente, Rosario Crocetta. Una data sbagliata ci ha fatto scrivere un’inesattezza. Chiediamo scusa ai lettori. Ciò posto, la lettera rimane con tutto quello che rappresenta. Chi ne esce male da questa precisazione è il presidente Crocetta, che quindi, già nel gennaio del 2013 era a conoscenza di tutto quello che si denuncia in questo documento.  

Cinque anni fa – era il gennaio del 2013 – la dottoressa Anna Rosa Corsello, all’epoca Dirigente generale del dipartimento Lavoro e, ad interim, del dipartimento della Formazione professionale della Regione siciliana, inviava una lettera all’attuale presidente della Regione, Rosario Crocetta, e agli assessori del Lavoro e della Formazione. In questo documento la dirigente generale, oggi in pensione, non si limitava a raccontare agli attuali governanti quello che succedeva nel settore – a cominciare dalle truffe e dalle malversazioni emerse negli anni successivi con le inchieste della magistratura e conclusesi con le condanne in primo grado di questi giorni – ma anticipava fatti che si stanno puntualmente verificando negli ultimi mesi e nelle ultime settimane.

La dottoressa Corsello aveva perfettamente chiaro il ruolo svolto dalla politica in questo settore. Ma anche le responsabilità della burocrazia regionale. Tutto messo nero su bianco. Si parla delle genesi degli Sportelli Multifunzionali e delle assunzioni clientelari. E anche di come, a un certo punto, la politica siciliana decide di mettere da parte la legge regionale n. 24 del 1976 – che operava con Enti formativi senza fini di lucro – per aprire le porte alle società. Poi errori legislativi e amministrativi. Insomma, di tutto e di più.

Vediamo adesso di entrare nel ‘cuore’ di un documento importantissimo, che – lo ribadiamo – anticipa, quasi per filo e per segno – quello che sarebbe avvenuto negli anni successivi e, soprattutto, quello che sta avvenendo in questi giorni.

L’inizio è canonico:

“La sottoscritta Dott.ssa Anna Rosa Corsello Dirigente Generale del Dipartimento Lavoro e, ad interim, a far data 22/11/2012, del Dipartimento dell’Istruzione e della Formazione Professionale, ritiene doveroso rappresentare quanto segue”.

A questo punto, sin dalle prime battute, arrivano “parole come pietre”:

“La formazione professionale – scriveva quattro anni fa la dottoressa Corsello – che, nella Regione siciliana, è regolata dalla L.R. 24/76 (L. R. sta per Legge Regionale ndr) rappresenta lo strumento attraverso il quale viene garantito ai cittadini il diritto al conseguimento di una qualificazione professionale finalizzata all’occupazione, nonché all’arricchimento della conoscenza e del sapere. Nel corso degli anni, però, il settore ha subito una involuzione, degenerata poi in cupio dissolvi di cui una casta di politici senza scrupolo, con la presumibile connivenza di certa burocrazia regionale, ha approfittato oltre ogni limite per fini meramente clientelari, determinando l’attuale tracollo del sistema”.

Già in questo primo passaggio la dirigente generale della Regione ormai in pensione non si limita a stigmatizzare il comportamento della politica, ma non risparmia fendenti a una “certa burocrazia regionale”.

Proprio stamattina il parlamentare regionale del PD, Pino Apprendi, nell’intervista ai Nuovi Vespri, sempre a proposito dei guasti della Formazione professionale in Sicilia, chiama in causa la burocrazia (come potete leggere qui).

“Ove si consideri, invero – prosegue la lettera – che il numero degli Enti deputati alla formazione, dal 1976 ai giorni nostri, è cresciuto esponenzialmente al punto che, oggi, il numero degli operatori del settore ammonta a circa 8000 unità con contratto a tempo indeterminato ed a circa 7000 con contratto di lavoro atipico, può meglio comprendersi il senso di un  meccanismo elefantiaco, putrescente e perverso, che persegue, di frequente, l’obiettivo di garantire un posto di lavoro a soggetti, a vario titolo, imparentati con il politico o il burocrate di turno!”.

Scopriamo, così, che i dipendenti della Formazione professionale siciliana, nel gennaio del 2013, ultimo anno di attività del Governo Lombardo (il presidente della Regione si sarebbe dimesso nell’estate successiva) non erano 8 mila, ma 15 mila!

“Ma non è tutto! – scriveva ancora la dottoressa Corsello -. Può tralasciarsi, infatti, la questione degli Sportelli Multifunzionali? Con L.R.24/2000 la Regione si propose di affrontare il problema degli esuberi strutturali degli Enti mediante la creazione di organismi ove far confluire il personale in sovrannumero che avrebbe dovuto supportare i 2000 dipendenti degli uffici periferici del dipartimento Lavoro, cui la legge assegna la competenza in materia di occupazione. In virtù di tale intervento legislativo, gli enti, alleggeriti delle unità superflue, hanno provveduto a rimpiazzarle immediatamente con nuove assunzioni, cosi determinando la costituzione di quell’esercito di formatori che oggi, a causa dell’implosione del sistema, rappresentano una vera emergenza sociale che non può essere sottovalutata”.

Questo è un passaggio incredibile! Si trasferisce il personale dagli Enti formativi negli Sportelli Multifunzionali, a supporto degli uffici periferici del dipartimento Lavoro, ed ecco che gli stessi Enti formativi, appena alleggeriti del personale in esubero, vengono ‘riappesantiti’ con nuove assunzioni, supponiamo volute dalla politica.

Scrive infatti la dottoressa Corsello:

“Gli Enti di formazione professionale hanno una personalità giuridica che preclude scopi di lucro – ricorda nella lettera l’ex dirigente generale dei dipartimento Formazione e Lavoro della Regione siciliana -. Ciò nonostante, nel tempo, si sono  trasformati, a causa della gestione dei cospicui finanziamenti pubblici, in ambìti centri di potere, appetibile appannaggio di quella politica arraffona ed affarista che ha imposto l’assunzione di migliaia di persone, il cui elevato numero è certamente organico, ai fini elettorali. Questa non trascurabile circostanza ha compromesso, con ogni probabilità in modo irreversibile, il destino delle generazioni, presenti e future, degli operatori del settore e delle loro famiglie”.

Già nel gennaio di cinque anni fa la dottoressa Corsello aveva intuito che, se non fossero intervenute, subito, alcune correzioni, il sistema Formazione sarebbe andato a sbattere: cosa che, in assenza di correzioni, si è puntualmente verificata.

“La L.R. 19/2010 ha, infine – prosegue la lettera – assestato il colpo di grazia. Prevedere, infatti, l’istituzione dell’assessorato della Istruzione e della Formazione Professionale e dell’omologo dipartimento ha determinato il definitivo scollamento delle politiche formative dal Lavoro, la conseguente autoreferenzialità dei meccanismi e la totale digressione dagli scopi istituzionali”.

Di fatto, nella lettera al Governo Crocetta, la dottoressa Corsello critica la legge di ‘riforma’ dell’Amministrazione regionale voluta dal precedente Governo regionale retto da Raffaele Lombardo. Parliamo della legge – in verità un po’ sbaricentrata – che ha separato il lavoro dalla formazione professionale, inglobando la stessa formazione con la scuola. Un errore, perché la formazione serve per immettere i giovani formati nel mondo del lavoro!

A questo punto arriva un attacco, pesantissimo, alle gestioni ‘familiari’ della Formazione professionale:

“Nel contempo – leggiamo sempre nella lettera – sono stati reiteratamente organizzati corsi di formazione destinati, nella migliore delle ipotesi, ad ‘allievi di professione’ presenti in tutte le selezioni ed alla sopravvivenza di certi enti in cui la madre è il legale rappresentante, il marito il direttore generale ed il figlio l’unico dipendente a tempo inderminato”.

Anche in questo caso la dottoressa Corsello vedeva giusto, visto che non mancano certo Enti formativi con marito, mogli, cognati eccetera.

“Né può sostenersi – leggiamo sempre nella lettera della dottoressa Corsello – che tali scelte abbiano risolto il problema  del posto di lavoro degli ottomila e passa operatori. Ed invero, la deflagrazione della questione della moltitudine di dipendenti del settore è stata semplicemente rinviata di un paio di anni. A fronte della programmazione triennale contenuta nel famoso ‘Avviso 20’, panacea di tutti i mali, la copertura finanziaria per l’attuazione degli interventi è, infatti, assicurata solo per il biennio 2012/2013 e, peraltro, parzialmente in quanto la linea ‘FORGIO’ grava, già per l’anno in corso, sul c.d. Piano Giovani”.

La prima tranche del finanziamento dell’Avviso 20 era arrivato l’anno precedente. Ma già nel gennaio del 2013 la dottoressa Corsello sapeva che i fondi non sarebbero bastati. E che sarebbero stati presi i fondi del Piano Giovani.

(Per la cronaca, i fondi del Piano Giovani erano 430 milioni di Euro circa del Fondo Sociale Europeo 2007-2013 che, tra il 2009 e il 2010, il Governo regionale aveva dirottato a Roma nei ‘forzieri’ del MIUR, per farli tornare in Sicilia ‘trasformati’ in fondi nazionali per sfuggire alla rendicontazione dell’Unione Europea; sempre per la cronaca, solo una parte di questi fondi è stata spesa in Sicilia: l’altra parta se l’è presa il Governo Renzi: uno dei tanti scippi romani alla Sicilia).

“Non può sottacersi, per completezza – scriveva sempre la dottoressa Corsello – che alla patologia del sistema hanno certamente contribuito dirigenti, funzionari e dipendenti in genere della Regione che, in un tale clima di incontrollata gestione, hanno potuto operare impunemente, violando ogni regola deontologica e sconfinando, purtroppo di frequente, in ambiti di responsabilità perseguibili sotto vari profili”.

“Appare, altresì, doveroso rappresentare alle SS.LL. – si legge ancora nella lettera – che per restituire efficienza ed efficacia ai due rami dell’Amministrazione cui la sottoscritta è, attualmente, preposta è prioritariamente necessaria una netta inversione del sistema che deve fondarsi sulla inderogabile esigenza di un intervento legislativo idoneo a ricondurre la materia della Formazione Professionale nel suo alveo naturale. Ove si voglia incidere nel mercato del lavoro della Regione siciliana è, infatti, indispensabile attuare interventi che favoriscano l’occupabilità dei cittadini, l’adattabilità e l’inclusione sociale. In ragione di ciò, Lavoro e Formazione rappresentano un binomio inscindibile oltre che il presupposto per far ripartire l’economia di un territorio”.

Per la seconda volta, la dottoressa Corsello precisa che avere diviso Formazione e Lavoro è stato un errore e che i due comparti vanno riunificati in un unico assessorato.

“Per quanto riguarda la struttura organizzativa – scrive sempre la dottoressa Corsello – bisogna operare un radicale cambiamento di regime che preveda: la rotazione dei dirigenti e del personale tutto, l’avvio di procedimenti disciplinari nei confronti di coloro cui sono riconducibili addebiti di varia natura, la  promozione del giudizio di responsabilità nei confronti di chi ha determinato danni al pubblico Erario”. 

“Contestualmente – leggiamo nella lettera – è necessario rendere maggiormente rigide e selettive le procedure per l’accreditamento degli Enti che intendono svolgere interventi formativi, rifinanziare la L.R. 24/76, il cui capitolo è stato azzerato dal Bilancio regionale, affidando la realizzazione dei corsi del PROF ai soli ‘Enti Storici’ (circa 47), purché dotati del crisma dell’affidabilità, contenere le spese di gestione imponendo  che i corsi vengano svolti presso le strutture che ospitano le scuole, o, comunque, la riduzione dei costi delle sedi in uso, eliminare l’indennità di frequenza degli allievi stante l’obbligatorietà degli interventi formativi entro tre mesi dall’inizio dello stato di disoccupazione, imporre l’assoluto divieto di assunzione di altro personale sanzionando la violazione con il  disconoscimento della spesa effettuata, effettuare la ricognizione del personale nei cui confronti possono adottarsi misure di accompagnamento alla pensione, avviare processi di riqualificazione degli operatori utilizzando per tale fine, i fondi all’uopo appostati in una delle linee di intervento del Piano Giovani, destinare le risorse della nuova Programmazione del F.S.E. ad interventi formativi non più rispondenti soltanto alle esigenze dei lavoratori del settore, ma al concreto fabbisogno del sostrato produttivo per poter garantire alla platea degli utenti il conseguimento di una qualificazione professionale funzionale al fabbisogno formativo rilevato mediante attenta analisi dell’andamento del mercato del lavoro, promuovere una formazione spendibile nel settore dell’energia rinnovabile, del turismo e dell’agricoltura, da ritenere trainante per la ripresa dell’economia, implementare il servizio pubblico per l’impiego indirizzandolo verso tutte le azioni richieste per favorire l’incrocio tra domanda ed offerta di lavoro, attuare misure di politica passiva ed attiva idonee a tutelare i soggetti più deboli e/o svantaggiati, fornire supporto alle imprese e contrastare il fenomeno del sommerso”.

Insomma, quattro anni fa la dottoressa Corsello auspicava il ritorno alla gestione del settore con la legge regionale n. 24 del 1976.

“Molti di questi interventi – scriveva sempre la dottoressa Corsello quattro anni fa – attuabili sul piano amministrativo, presuppongono, tuttavia, un atto d’indirizzo del Governo che, con la determinazione già dimostrata, possa imprimere la svolta auspicata da cui scaturirà la repressione di ogni patologico fenomeno, cui si correla il ripristino della legalità, trasparenza ed efficienza. Ciò posto, in merito a quanto dichiarato dall’On Presidente nel contesto di una recente intervista, in ordine ai requisiti che il dirigente generale del dipartimento dell’istruzione e della Formazione professionale, che dovrà essere nominato, deve possedere in aggiunta alla competenza, è necessario evidenziare che chi scrive, nominata interinalmente, fin da quando è stata incardinata, come dirigente, nelle disparate strutture organizzative del Dipartimento Lavoro, ha ritenuto principio ispiratore della propria attività la legalità ed il rispetto pedissequo delle regole”.

“A causa di ciò, fin dal 1992 – leggiamo sempre nella lettera – è stata  bersaglio di quanti, con atti intimidatori ed avvertimenti, definiti dalle autorità competenti di indubbia matrice mafiosa, intendevano interrompere o, comunque, scoraggiare il percorso intrapreso. Nel 1993 ha denunciato alla Procura della Repubblica di Palermo la presenza di infiltrazioni mafiose nell’ufficio di collocamento del capoluogo e da ciò è scaturito un procedimento penale conclusosi con diverse sentenze di condanna. Nel 2004, come direttore dell’Ufficio Provinciale del Lavoro di Palermo, ha denunciato gravi episodi di corruzione, che hanno comportato l’arresto e la successiva condanna di malavitosi che, con la complicità di alcuni dipendenti, avevano trasformato l’ufficio pubblico, deputato a garantire il diritto al lavoro, nel luogo ove l’occupazione era divenuta oggetto di negoziazione per favorire chi, pur non avendone titolo, con atti arbitrari diveniva destinatario dell’assunzione”.

“Per contrastare  comportamenti, ritenuti, dalla maggior parte dei dipendenti, leciti e legittimi – leggiamo sempre nella lettera – chi scrive ha proceduto alla riorganizzazione degli uffici del Lavoro destinando il personale del collocamento di Palermo ad altre incombenze, adottando, ove necessario, severi provvedimenti disciplinari e denunciando all’A.G. coloro cui era addebitabile ogni altro tipo di responsabilità. Anche di recente, ossia lo scorso anno, non ha esitato ad adottare drastici provvedimenti quali il licenziamento di due dipendenti della Società partecipata ‘Multiservizi’, di cui è Commissario Liquidatore, condannati per reati di stampo mafioso, la denuncia del ‘malaffare’ rilevato in seno al CAS ,di cui è stata Commissario Straordinario e, tra gli altri, il giudizio di responsabilità promosso nei confronti degli amministratori delle società che hanno causato gravi danni all’Erario per via dell’assunzione di centinaia di soggetti nei cui confronti erano stati, deliberatamente, stipulati contratti di lavoro irregolari”.

“Queste determinazioni, però – si legge ancora nella lettera – non sono state scevre di conseguenze. La sottoscritta ha, infatti, subìto un incendio doloso nella propria abitazione di Cefalù, minacce nell’Ufficio di via Imperatore Federico, ove per un intero pomeriggio è stata ostaggio di facinorosi, nonché una pericolosa aggressione fisica in via Notarbartolo. Questi spiacevoli episodi, tutti segnalati alle competenti autorità, hanno determinato l’adozione di misure di salvaguardia cui è, tuttavia, sottoposta”.

“In ragione di quanto precede – conclude la dottoressa Corsello – nell’ipotesi in cui si ritenesse che le azioni fino ad oggi poste in essere per combattere l’illegalità, esponendo a rischio la propria incolumità e quella dei familiari, non siano sufficienti o, comunque, idonee a contrastare la mafia, il racket e la corruzione nella P.A. e che, conseguentemente, difetti l’affidabilità richiesta per perseguire gli obiettivi di risanamento del settore della Formazione, meritorio punto saliente del programma del nuovo Governo, la sottoscritta non potrà che rimettere, con immediatezza, l’incarico temporaneamente ricevuto”.

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