Avviso 8/ Contro-esposto di Gianni Silvia che denuncia “disinformazione e speculazione”

30 dicembre 2016

Il dirigente generale ha risposto, di fatto, all’esposto all’Autorità Nazionale Anticorruzione presentato dal gruppo parlamentare del Movimento 5 Stelle all’Ars. Un contro-esposto – che Silvia ha inviato all’Anticorruzione nazionale, alla Corte dei Conti e alle autorità regionali – per replicare, punto per punto, ai grillini. E per ribadire la correttezza di una procedura che, in ogni caso, a graduatoria definitiva pubblicata, verrà verificata dalla Corte dei Conti

Le polemiche sull’Avviso 8 – il bando da 136 milioni di Euro a valere sul Fondo Sociale Europeo 2014-2020 – continuano senza sosta. Si è parlato di un’integrazione finanziaria che compare e scompare. E di un esposto presentato dal gruppo parlamentare del Movimento 5 Stelle all’Ars inviato all’Autorità nazionale per l’Anticorruzione (ANAC). Agli atti c’è anche un contro-esposto che il dirigente generale del dipartimento della Formazione professionale, Gianni Silvia, ha inviato non soltanto all’Autorità nazionale Anticorruzione, ma anche alla presidenza della Regione siciliana, all’ufficio di diretta collaborazione dell’assessorato regionale alla Formazione professionale e alla Corte dei Conti (Sezione di controllo e Procura regionale).

Perché il contro-esposto del dottore Silvia? Per un motivo semplice: perché chi ha redatto l’Avviso 8 non è l’assessore regionale alla Formazione, Bruno Marziano, ma il dirigente generale. Che ha sempre sottolineato – ribadendolo nel contro-esposto – che l’Avviso è stato redatto nel rispetto della Legge.

Silvia ricorda che si tratta di una misura che si innesta nel Programma Operativo della Regione finanziato, come già ricordato, con il Fondo Sociale Europeo. E che l’iter è scandito da specifici controlli di legittimità: tra questi anche quello della Corte dei Conti, che dovrà visionare quella graduatoria definitiva che tarda ad arrivare.

Per la cronaca, Silvia ha trasmesso alla magistratura contabile anche la graduatoria provvisoria.

Sempre in materia di controlli, il dipartimento della Formazione ha avviato un’interlocuzione con la Guardia di Finanza e con la Procura regionale della Corte dei Conti.

Nell’esposto Silvia sottolinea la necessità di eliminare un equivoco di fondo, precisando che per l’Avviso 8 del 2016 – contrariamente da quanto affermato nell’esposto dei grillini, non si applica la disciplina sugli appalti pubblici.

Le sovvenzioni che verranno erogate con l’Avviso 8 sono infatti disciplinate dalla legge nazionale n. 241 del 1990, che è la legge che disciplina la concessione di sovvenzioni, contributi, sussidi, aiuti finanziari e altro ancora. Legge che viene richiamata nell’Avviso 8.

Nello stesso Avviso 8 si dice che la procedura seguita non rientra tra quelle di cui al Decreto legislativo n. 50 del 2016. E non rientra nemmeno tra le procedure del DPR n. 207 del 2010. Tutte cose sancite dal regolamento per l’accreditamento 2015.

Silvia cita anche alcuni pronunciamenti della magistratura amministrativa nei quali si dice che l’attività formativa non è riconducibile al contratto di appalto di servizi. E che la procedura avviata con l’Avviso 8 “è assimilabile alla procedura concorsuale” (sentenza del TAR Sicilia Palermo n. 1267 del 2014). Orientamento ribadito da un’altra sentenza del TAR Sicilia del giugno di quest’anno (la sentenza n. 2298).

Silvia cita anche il Consiglio di Stato e il Consiglio di Giustizia Amministrativa (CGA), in Sicilia organo di appello del TAR.

Ciò posto, il dirigente generale si premura di precisare che l’Avviso 8 assicura imparzialità e trasparenza “e, soprattutto, par condicio tra i potenziali soggetti beneficiari interessati a partecipare”.

Silvia fa notare un particolare tutt’altro che secondario: e cioè che le critiche all’Avviso 8 sono arrivate non quando è stato pubblicato lo stesso Avviso, ma dopo la pubblicazione della graduatoria provvisoria.

Critiche – questo il senso che si coglie leggendo il contro-esposto – che si sono palesate quando si è capito che i criteri di selezione sono imperniati sul “merito” e “sulle capacità degli organismi formativi proponenti”. Dove a prevalere sono “efficienza delle attività formative, qualità e coerenza progettuale”.

Nel contro-esposto si parla di “attività di disinformazione e speculazione” messe in atto proprio “mentre la procedura è ancora in corso di svolgimento”. Il tutto per determinare una “mobilitazione sociale e conflittuale” per “ottenere un sovvertimento totale e/o parziale delle risultanze desumibili da oggettivi elementi di riscontro formalmente definiti e previsti dal medesimo Avviso”.

Silvia ricorda il lavoro fatto per mettere ordine in un settore “complesso e travagliato”. E ricorda, ancora, il Regolamento per l’accreditamento 2015, diventato operativo “previo parere della Sezione consultiva del Consiglio di Giustizia Amministrativa e dell’Ufficio di controllo della Corte dei Conti territorialmente competente”.

“E’ con il Regolamento, in buona sostanza – scrive Silvia – che i soggetti dimostrano le capacità organizzative (secondo i requisiti ivi dettagliati) per potere partecipare alle procedure di selezioni per ottenere finanziamenti pubblici comunitari”.

Insomma, il dirigente generale difende l’impianto dell’Avviso 8. E ricorda che i corsi che verranno finanziati con questo bando serviranno a a “favorire l’aumento dei tassi di partecipazione al mercato del lavoro dei lavoratori in stato di disoccupazione o con maggiori difficoltà di inserimento lavorativo”; e anche a contrastare “la disoccupazione di lunga durata”.

Silvia ricorda, inoltre, che, a conclusione dei corsi, i beneficiari dovranno “certificare le competenze acquisite… secondo il sistema regionale di certificazione”. fatto questo che, a parere del dirigente generale, segna una “discontinuità” rispetto alle “modalità di individuazione ad oggi adottate”.

Una discontinuità che, sempre a parere di Silvia, si evince dal sistema di valutazione “autogenerante”: sono stati i titolari degli Enti – questo il ragionamento del dirigente generale – ad auto-valutarsi e a “determinare e quantificare gran parte dei punteggi relativi ai criteri di selezione, in quanto riferibili a proprie esperienze formative pregresse e oggettivamente riscontrabili”.

Cosa, aggiunge Silvia, che “ha garantito assoluta trasparenza della fase valutativa fino ad oggi condotta da un’apposita Commissione composta da dieci membri tutti dipendenti pubblici”.

Trasparenza che sarebbe stata rafforzata “in sede di pubblicazione della graduatoria, dove è stato pubblicato il punteggio relativo ad ogni criterio di selezione e rispetto al quale è dato verificare la correttezza dell’applicazione dei punteggi, in quanto gli stessi sono (soprattutto relativamente ai Criteri A.1, A.2, A.3, B.3, B.6, D.1, D.2, E.1 e quindi per 61 punti su 100 complessivi) agevolmente verificabili da parte di tutti i beneficiari partecipanti alla procedura concorsuale”.

 

 

 

 

 

 

 

 

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