La Sicilia pattumiera d’Italia, da Melilli alla Valle del Mela

18 dicembre 2016

A Melilli, in provincia di Siracusa, continuano ad arrivare i rifiuti altamente inquinanti dell’ILVA di Taranto. Nella Valle del Mela, in provincia di Messina, una sollevazione popolare sta travolgendo il folle progetto dell’inceneritore sponsorizzato dall’accoppiata ‘vincente’ Renzi-Crocetta. Queste due ‘perle’ sono targate PD. Ma non sono stati argomenti trattati dalla direzione regionale del Partito Democratico siciliano di ieri. Nel PD dell’Isola si discute non dei disastri che stanno combinando con il Governo Crocetta, ma delle primarie per le regionali del prossimo anno. Infatti, i Siciliani aspettano le prossime elezioni regionali per votare PD. Siamo tutti vogliosi di scegliere tra Davide Faraone e Crocetta… Intanto le strade provinciali franano

Mentre la ‘grande politica siciliana’ si auto-celebra – ieri durante i lavori della direzione regionale del PD siciliano, Davide Faraone ha detto che il partito deve celebrare le primarie anche per le elezioni regionali (tutti i siciliani attendono con ‘ansia’ di votare il Partito Democratico, soprattutto dopo quattro ‘splendidi’ anni del Governo di Rosario Crocetta) – ci sono alcune notizie che non trovano grande spazio tra la ‘grande informazione siciliana’, intendendo con tale dizione l’altra faccia della ‘grande politica siciliana’.

A Castellana Sicula un anziano automobilista, percorrendo la strada provinciale 35, è finito fuori strada. Parliamo di una delle tante, tantissime strade provinciali della Sicilia abbandonate. Per la cronaca, è una delle strade definite a rischio dal dossier della CGIL del capoluogo siciliano sulla viabilità abbandonata in provincia di Palermo, come potete leggere di seguito:

Dossier CGIL sulle strade provinciali di Palermo abbandonate: più incidenti e più morti rispetto al resto d’Italia

Della manutenzione di queste strade dovrebbero occuparsi le ex Province che sono state ‘riformate’. L’ex Provincia di Palermo è stata sostituita da una grottesca Città Metropolitana presieduta dal sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, che è anche il sindaco metropolitano.

Insomma, toccherebbe alla Città Metropolitana di Palermo occuparsi della viabilità. Ma soldi non ce ne sono. E le persone possono pure morire. E infatti una persona è morta. A questo punto bisognerà dire che il morto è morto per motivi che non c’entrano con le strade provinciali che crollano. Così nessuno potrà dire che la responsabilità è di chi governa.

Ai Siciliani, però, non sfuggono alcuni particolari. E cioè che quasi tutte le strade provinciali della Sicilia stanno franando. Questo perché il Governo nazionale si è preso i soldi della Regione che non eroga più i fondi alle ex Province. Roma ha scippato alle ex Province anche 220 milioni di Euro circa di RC Auto.

Il risultato è che le ex Province siciliani, in molti casi, non pagano nemmeno i dipendenti. Figuriamoci se possono occuparsi della manutenzione delle strade provinciali!

Un’altra notizia è che il Governo nazionale continua a considerare la Sicilia la pattumiera d’Italia. Non sapendo dove smaltire il polverino dell’ILVA di Taranto, il Governo nazionale ha deciso di portarlo a Melilli, in provincia di Siracusa.

Il ragionamento che fanno a Roma è semplice: Melilli, provincia di Siracusa, è una cittadina già massacrata dall’inquinamento chimico. Grazie a una politica di ascari e a sindacalisti ‘industrialisti’, i malati e i morti non si contano più ormai da decenni. E sono tante anche le teratologie, cioè i bambini nati deformi. L’ ‘ideale’, secondo il Governo nazionale, per smaltire anche i veleni dell’ILVA. Tanto più buio di mezzanotte non può fare.

Non solo. In Sicilia – come del resto in Puglia – il No al referendum ha superato il 70%. Da qui la strategia del Governo nazionale: mettere l’una contro l’altra due Regioni che hanno umiliato i renziani. Che si ‘scannino’ tra di loro. 

Se i Siciliani di Melilli già crepano per la ‘bella chimica’ che ha fatto ‘grande’ la piana di Siracusa, beh, possono pure morire con i veleni dell’ILVA. E magari se la prendono pure con la Puglia amministrata da Michele Emiliano, anti-renziano di ferro. Il quale, in realtà, su questa storia, potrebbe anche intervenire.

Sulla vicenda le cronache registrano le proteste di due deputati regionali: Giovambattista Coltraro di Sicilia Democratica (eletto proprio nel collegio di Siracusa) e Pino Apprendi, PD (eletto nel collegio di Palermo), che ha appena rimesso piede all’Ars (ha preso il posto di Francesco ‘Ciccio’ Riggio, andato via in seguito a una condanna) e ha già presentato un’interrogazione.

Coltraro:

“Forse il Governo nazionale – ha detto – non ha ben compreso che il nostro territorio non è più disposto a compromettere né la salubrità dei suoi cittadini, né la bellezza dei suoi paesaggi, cedendo ai ricatti occupazionali o alle promesse economiche. Nessuno pensi che, come avvenuto 50 anni fa, la provincia di Siracusa sia in liquidazione fallimentare e pertanto rassegnata a diventare discarica d’Italia o del Mediterraneo. Non abbiamo ospedali e piani di protezione civile adeguati si metta mano subito a questo piuttosto che aggiungere polveri su una polveriera”.

Apprendi (che ha presentato un’interrogazione all’assessore regionale all’Ambiente, Maurizio Croce):

“La Sicilia si trova già in una situazione critica per quel che riguarda la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti: come si spiega la decisione di accogliere nell’Isola carichi di rifiuti ‘tossici’ e potenzialmente pericolosi per i cittadini e per l’ambiente provenienti dall’ILVA di Taranto?”

Il parlamentare Apprendi ricorda che il ministro dell’Ambiente, il bolognese Gian Luca Galletti, nel corso del question time del 6 maggio 2015, ha dichiarato che “i rifiuti saranno smaltiti presso il sito ILVA una volta attuato il Piano di gestione dei rifiuti aziendale e l’avvio dei nuovi impianti autorizzati di discarica, come previsto peraltro nel decreto-ILVA del gennaio scorso”.

Parole di un ministro del Governo Renzi che, politicamente, valgono quanto le promesse di Renzi: cioè nulla. Infatti il conferimento a Melilli dei rifiuti tossici provenienti dal complesso ILVA continua in barba alle parole ‘tranquillizzanti’ del ministro dell’Ambiente, Galletti.

Simpatico, questo ministro Galletti: censura la Regione siciliana perché indugia ancora sulle discariche e poi ci regala i rifiuti tossici dell’ILVA e l’inceneritore della Valle del Mela. Un ipocrita a ventiquattro carati, degno esponente del Governo del quale ha fatto parte (Renzi) e del Governo del quale fa parte (Gentiloni).

Il deputato del PD, nell’interrogazione, chiede di conoscere “quali sono i rischi per la salute dei cittadini residenti nelle zone limitrofe ai bacini di conferimento e quali sono i piani di salvaguardia eventualmente previsti anche a tutela dell’ambiente; quali sono i presupposti e le motivazioni che fondano il protrarsi di questi conferimenti; quali sono gli oneri per la Regione in termini economici; se il Governo regionale sia intenzionato o meno a vietare ulteriori conferimenti di questo tipo di rifiuti nel territorio siciliano”.

Abbiamo parlato degli interventi dei parlamentari Coltraro e Apprendi. E i parlamentari regionali eletti a Siracusa che dicono di ‘sta storia?

Terza notizia: le ‘news’ sull’inceneritore che dovrebbe essere realizzato nella Valle del Mela, in provincia di Messina, in una zona già massacrata dall’inquinamento, tra raffineria di Milazzo, l’elettrodotto realizzato da Terna con i tralicci piazzati a due passi dai centri abitati (giusto per ‘arrostire’ meglio la gente con le onde elettromagnetiche) e altro ancora.

Qui il Governo nazionale e il Governo Crocetta – nel nome della stessa logica dei rifiuti ILVA a Melilli: della serie, nella Valle del Mela l’inquinamento c’è già, se mettiamo un’altra fonte d’inquinamento ci saranno più malati e più morti, ma tanto si sarebbero ammalati e sarebbero morti lo stesso – ha deciso di realizzare un inceneritore di rifiuti.

La notizia è che una volta realizzato l’inceneritore mancherebbe il Css, sigla che sta per Combustibile solido secondario. Morale: dovrebbe essere importato da altre parti d’Italia.

Insomma, per chi ancora non l’avesse capito, l’inceneritore che il Governo Renzi e il Governo Crocetta vorrebbero realizzare nella Valle del Mela dovrebbe servire per bruciare i rifiuti di mezza Italia!

Per essere ancora più chiari:

Melilli ‘capitale’ dello smaltimento dei rifiuti chimici pericolosi;

la Valle del Mela ‘capitale’ dei rifiuti di mezza Italia da bruciare nell’inceneritore.

Per fortuna che, dopo le integrazioni di A2A al progetto dell’inceneritore del Mela è arrivata puntuale la risposta di comitati ed associazioni del territorio, che hanno inviato congiuntamente delle osservazioni trancianti, già pubblicate sul portale del Ministero dell’Ambiente.
Intanto un comunicato dell’ADAS (Associazione per la Difesa dell’Ambiente e della Salute dei Cittadini) racconta cosa sta succedendo.
 
“Molto ampia la convergenza sulle osservazioni che sono state sottoscritte dal Comitato dei cittadini contro l’inceneritore del Mela, dall’Associazione ADASC, dalle Parrocchie di Archi e di Pace del Mela, dal Coordinamento Ambientale Milazzo Valle del Mela, dall’Associazione MAN onlus, da Italia Nostra di Milazzo, dal Comitato Lenzuoli 27 Settembre, dalle Associazioni TSC e CTA, dal Comitato No CSS inceneritore Valle del Mela, dalla Tur.Dir.Dai, dall’ associazione Mamme per la vita e dal Comitato Cittadini luciesi per la vita. Ma sono state fatte proprie anche dai comuni di Milazzo, San Pier Niceto, Monforte San Giorgio, Gualtieri, Santa Lucia del Mela, Pace del Mela e Condrò, che le hanno inviate al Ministero dichiarando di condividerle integralmente”.
Insomma, nella Valle del Mela e dintorni l’inceneritore di Renzi e di Crocetta non lo vuole nessuno. E a protestare sono anche i sacerdoti.
“Le osservazioni – prosegue il comunicato dell’ADASC – smontano una ad una le mistificazioni, le contraddizioni e le incompatibilità del progetto dell’inceneritore, anche e soprattutto dopo le integrazioni presentate da A2A, che non compiono nessun passo in avanti rispetto alle esigenze di tutela della salute e di rispetto del territorio. Gli osservanti hanno evidenziato come non risulti ancora chiaro dove A2A reperirà il CSS, la frazione combustibile dei rifiuti per la cui produzione sono necessari impianti assenti in Sicilia”.
A questo punto la vera notizia:
“Le osservazioni chiariscono che per far funzionare l’impianto, A2A dovrebbe portare centinaia di migliaia di tonnellate di spazzatura da fuori regione”.
“Vengono ribadite le incompatibilità del progetto con il Piano rifiuti e con il Piano paesaggistico di prossima approvazione – prosegue il comunicato di ADASC -. Viene evidenziato come A2A non abbia ancora chiarito dove vuole scaricare le centinaia di migliaia di scorie tossiche che verrebbero prodotte dall’inceneritore”.
Per la cronaca, su 100 tonnellate di rifiuti bruciati si producono 33 tonnellate di ceneri. Dove verranno smaltire queste ceneri?, chiedono giustamente gli abitanti della Valle del Mela. 
“E’ stato anche sottolineato un aspetto tragicomico delle integrazioni di A2A – prosegue i comunicato -. La società lombarda ha infatti spesso parlato di un presunto progetto del ‘polo integrato delle energie rinnovabili’, utilizzandolo come una sorta di ‘foglia di fico’ per il mega-inceneritore. La Commissione valutatrice ha quindi chiesto di dettagliare meglio questo cosiddetto ‘polo’, ma A2A si è limitata a fornire solo una serie di disegni a colori per ragazzi. Le osservazioni si concludono ribadendo che, per tutti i motivi evidenziati, il progetto di A2A debba essere bocciato in tronco”.
P.S.
Assumiamo l’impegno di verificare quali parlamentari regionali di Siracusa e di Messina si stanno battendo per la tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini. Lo verificheremo con gli atti concreti. Dopo di che indicheremo agli elettori i nomi e i cognomi dei deputati da non votare più. 

 

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