Onore alle ONG che salvano i migranti: ma perché li portano tutti in Sicilia?

16 dicembre 2016

Duro atto di accusa di Frontex  alle Organizzazioni non governative che salvano i migranti nel Mediterraneo: “Collusi con gli scafisti”. Loro reagiscono, accusando l’Ue dell’emergenza. Mentre litigano, è sempre la Sicilia il luogo scelto per gli sbarchi. Non ci sono altri luoghi? Perché MSF e Sos Mediteranne non se li portano in Francia?

 

C’ una brutta polemica tra Frontex e  le Ong che operano nel Mediterraneo con proprie navi salvando i migranti. L’Agenzia europea per le frontiere accusa queste organizzazioni di collusione con gli scafisti. Il documento, confidenziale, è stato pubblicato dal Financial Times e spiega che ai migranti verrebbero date “chiare istruzioni prima della partenza sulla direzione da seguire per raggiungere le imbarcazioni delle Ong”. In aggiunta, settimana scorsa, l’agenzia Ue ha scritto che si tratta del “primo caso in cui le organizzazioni criminali hanno trafficato i migranti direttamente sull’imbarcazione di una Ong”. Ci sarebbe inoltre, un netto calo delle richieste di soccorso in coincidenza con un aumentato numero di salvataggi in mare messo in atto appunto dalle Ong. Queste ultime, sempre secondo Frontex, avrebbero risposto a oltre il 40% degli Sos lo scorso ottobre contro il 5% dell’inizio dell’anno.

Un’accusa che chiaramente le Ong respingono puntando il dito contro l’Ue che, invece, avrebbe deciso di allentare le operazioni di salvataggio.”Siamo attivamente impegnati nella ricerca di imbarcazioni in difficoltà. Le individuiamo prima. Questa è una risposta alla situazione che vediamo in mare. Non credo che questi provi collusione” ha dichiarato al Finacial Times, Gemma Gillie di Medici senza frontiere.

“Si tratta di accuse estremamente serie e dannose” afferma Jens Pagotto, capo missione per le operazioni di ricerca e soccorso di MSF. “Medici Senza Frontiere ha già richiesto un chiarimento tempestivo all’agenzia ed è ora in attesa di un incontro formale. La ragione per cui esiste un sistema economico di traffico di migranti è anche legato al fatto che l’Unione Europea non offre nessuna alternativa legale e sicura ai rifugiati e ai migranti che cercano protezione in Europa” – aggiunge Pagotto – Affrontare questo aspetto sarebbe il miglior modo per evitare altre inutili morti in mare e per sradicare le reti di trafficanti”.
Si tratta di un altro brutto capitolo sul fronte del fenomeno dell’immigrazione dinnanzi al quale l’Europa ha mostrato la sua inadeguatezza, la sua divisione, scaricando tutto sull’Italia. Certamente il nostro Paese non ha brillato e non sfugge più a nessuno che sugli immigrati tanta gente si è arricchita. Non dimenticheremo mai le parole di Salvatore Buzzi, numero uno della cooperativa “29 giugno”, al centro dell’inchiesta Mafia Capitale, che sosteneva che il traffico di migranti vale più di quello della droga.

Detto questo, nel rendere onore alle ONG che salvano vite umane, non possiamo non porci una domanda: ma perché li portano tutti in Sicilia? Medici Senza Frontiere è una organizzazione francese, così come SOS Mediteranne:  perché non li portano in Francia o in qualsiasi altra regione europea? Trattasi di grosse navi in grado di allungare il viaggio di qualche giorno.

Non ha pagato abbastanza la Sicilia su questo fronte? Che facciamo, beneficenza sulle spalle dei Siciliani? Lo sanno o no che i Comuni siciliani non hanno più un euro e che il Governo nazionale li ha abbandonati? Hanno mai parlato col sindaco, ad esempio, di Pozzallo, che quesa estate si è infuriato con Renzi e Alfano perchè abbandonato a gestire l’emergenza con propri mezzi e proprie (pochissime) risorse?

E che dire dei minori che finiscono nei centri finanziati dai Comuni siciliani che già non hanno soldi per i minori siciliani in difficoltà?

Insomma, le ONG fanno bene, per carità. Ma dovrebbero imparare, forse, a non scaricare solo sulla Sicilia i costi delle loro ‘opere di bene’.

ndr: qualche ‘buonista’ insorge dinnanzi a questo articolo. A costui consigliamo la lettura di questo approfondimento dove, tra le altre cose leggiamo che:

Tutti i trattati internazionali (come la Convenzione del 1989 sul soccorso in mare o la Convenzione Internazionale per la sicurezza della vita in mare del 1974, detta Convenzione Solas, o la Convenzione on Marittime Search and Rescue – Sar del 1979), in cui si parla di soccorso in mare, sono chiari in proposito: i soccorritori hanno l’obbligo di soccorso e assistenza delle persone in mare “regardlerss of the nationality or status of such a person or the circumstances in which that person is found”, senza distinguere a seconda della nazionalità o dello stato giuridico, e l’obbligo della prima assistenza, ma anche il dovere di sbarcare i naufraghi in un “luogo sicuro”. Ma in nessuna di queste Convenzioni si parla di attraversare mezzo Mediterraneo per portare i naufraghi fino alle coste dell’Italia. Anzi, la situazione di saturazione dei porti della Sicilia e del Meridione d’Italia dovrebbe escluderli: in base alle convenzioni “ogni operazione e procedura come l’identificazione e la definizione dello status delle persone soccorse, che vada oltre la fornitura di assistenza alle persone in pericolo, non dovrebbe essere consentita laddove ostacoli la fornitura di tale assistenza o ritardi oltremisura lo sbarco”. Cosa che dovrebbe escludere i porti del Meridione d’Italia che sono ormai stracolmi di migranti…

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